Mese: Agosto 2014

"Il buco nero dell'aggiornamento", di Giovanni Scancarello – Italia Oggi 19.08.14

I docenti italiani devono tornare a formarsi. È l’impegno assunto dal governo Renzi sul fronte delle riforme per la scuola. Del resto che i docenti debbano continuamente fare formazione ce lo dice l’Ocse, ma anche la logica. Ma è proprio questo il punto. Non si capisce quale sia stata finora la strategia sulla formazione dei docenti al punto che l’Ocse rileva un buco. La storia dell’aggiornamento dei docenti italiani, o come la chiama l’Ocse «dello sviluppo professionale», a cavallo della riforma dell’autonomia scolastica, lascia infatti perplessi. Oggi l’Ocse dice che, oltre al basso livello di coinvolgimento dei docenti in attività formative, i nostri insegnanti chiedono di essere formati su Bes e Tic. Tralasciando il riferimento ai bisogni educativi speciali, nonostante l’Italia sia stata tra i primi Paesi al mondo, quarant’anni fa, a integrare gli alunni diversamente abili nelle classi normali, soffermandoci per un momento sul bisogno formativo nelle Tic, non può sfuggire il fatto che se ne torni a parlare in un Paese in cui si è investito di più negli ultimi anni. Pensiamo solo …

"L'ottimismo non basta più", di Mario Lavia – Europa 19.08.14

La realtà, come al solito, sta asfaltando i sogni. Eserciti di analisti hanno discusso e realizzato report sballati. Adesso è tutto un fare a gara su chi ammette di essersi sbagliato. Di non aver capito che la crisi è molto più aspra e duratura del previsto. Di aver illuso se stessi e gli altri indicando una luce in fondo al tunnel che non brillava né brilla adesso né brillerà nei prossimi mesi. Così che gli economisti paiono ridotti alla stregua di quei meteorologi incerti sul dirci se domani pioverà, per non dire dei sondaggisti che sbagliano ormai di 20 punti la performance del partito vincente. È la rivincita della realtà. Realtà matrigna che pare vendicarsi di qualunque ricetta; e così sembra che nessuno abbia le chiavi per risolvere la crisi. L’Italia certo continua con lena a fare i suoi compiti a casa. Il governo si accinge ad un braccio di ferro con l’Europa, checché se ne dica, predispone diverse misure e altre ne ha già realizzate. Ma qualcosa è cambiato. Se il ministro dell’economia Padoan …

"Ci saranno altri Nord", di Ilvo Diamanti – La Repubblica 18.08.14

Incapace di di sostenere il ruolo del partito di governo. Eppure per vent’anni Lega e Fi, Fi e Lega hanno percorso un cammino comune. Con interruzioni improvvise. Anche lunghe. Ma, in fondo, hanno proceduto insieme. Al governo o all’opposizione. A livello nazionale e territoriale. La Lega, insieme a Forza Italia, è all’origine della Seconda Repubblica. Ha rappresentato il Nord. Ha fatto divenire la “questione settentrionale” questione “nazionale”. E ha imposto la rivoluzione federalista. Il trasferimento delle competenze e dell’autorità verso Regioni, Province, città. Vent’anni fa la capitale si è spostata. Da Roma al Lombardo-Veneto, patria del forza-leghismo, per ricorrere alla suggestiva definizione di Edmondo Berselli. Ma oggi, vent’anni dopo, che cosa resta del Nord? Della Lega? Di Forza Italia? Del Forza-leghismo? Francamente poco. La Lega, alle recenti europee, ha ottenuto un buon risultato, ma ha quasi dimezzato i voti rispetto alle politiche del 2008 e alle europee del 2009. A Fi, d’altronde, è andata anche peggio. Entrambi sono in crisi di identità. La leadership di Bossi, in particolare, è stata compromessa dalla malattia e, ancor …

"La rivincita del Rinascimento", di Nuccio Ordine – Il Corriere della Sera 18.08.14

Il ruolo della cultura italiana dal Medioevo all’età moderna nel progetto per la costruzione di una nuova identità europea Mentre il nostro patrimonio monumentale e artistico soffre di quotidiane difficoltà, mentre le nostre biblioteche e i nostri archivi di Stato vengono spesso abbandonati al degrado, mentre i nostri scavi archeologici rischiano di sgretolarsi, il prestigio dell’Italia continua ancora a pulsare nei centri di studio sul Rinascimento più prestigiosi d’Europa. In Francia, in Germania, in Inghilterra e in Spagna importanti centri di ricerca considerano la nostra lingua e la nostra letteratura, le nostre opere d’arte e i nostri centri storici, i nostri scienziati e i nostri filosofi, i nostri musicisti e i nostri architetti come una grande ricchezza della cultura europea. Un «mito» dell’Italia che — nonostante il disimpegno degli Istituti italiani di cultura all’estero, progressivamente depotenziati e ormai trasformati soprattutto in vetrine di prodotti commerciali — continua a sopravvivere grazie allo straordinario patrimonio che abbiamo ereditato. Del ruolo della cultura italiana nel Rinascimento e dell’importanza della cultura rinascimentale nella complessa e contraddittoria costruzione contemporanea dell’identità …

Matematica, sostantivo femminile – Manuela Ghizzoni

Ha fatto notizia il riconoscimento (quasi un Nobel) assegnato dal Congresso dei Matematici per la prima volta dopo 78 anni ad una donna, l’iraniana Maryam Mirzakhani. Tanto scalpore la dice lunga sugli stereotipi ancora radicati nel mondo scientifico e non solo. L’articolo di due firme illustri del campo fa il punto sulle eccellenze femminili nella matematica, a dimostrazione che le donne non sono solo quelle che “danno i numeri”. Al di là delle considerazioni di genere, mi auguro che l’eco della notizia possa stimolare tante ragazze a superare i condizionamenti culturali che le frenano ad affrontare percorsi di studio in ambiti non tradizionalmente femminili. La matematica, l’informatica, l’ingegneria sono sfide che le donne, conti alla mano, possono affrontare con successo. Il Sole 24 Ore 18.08.14 MATEMATICA ECCELLENZA di Roberto Natalini e Stefano Pisani «Fa piacere vedere che anche le donne hanno un cervello» diceva a una sua studentessa un beffardo Carlo Cecchi, impersonando il geniale e tragico Renato Caccioppoli nel film Morte di un matematico napoletano. La frase rifletteva pienamente il clima ingeneroso che circondava …

"Un selfie con Rembrandt ora alla National Gallery fotografare non è vietato", di Alessandra Baduel – La Repubblica 17.08.14

Da oggi farsi un selfie con l’autoritratto di Rembrandt come sfondo è permesso. Uno dei templi dell’arte, la National Gallery, ha cancellato il divieto di scattare foto alle opere della sua collezione permanente, della quale Rembrandt è una delle attrazioni, e in Gran Bretagna è partita la polemica. Davanti alla difficoltà di controllare l’uso di smartphone e tablet da parte dei visitatori — se per cercare notizie su un’opera o per scattare foto — già il Louvre e il Moma avevano ceduto, mentre nella sua riforma il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini propone la stessa cosa, anche lui suscitando polemiche. Nel dibattito inglese, c’è chi difende il selfie, e lo scatto a un dettaglio di un quadro, magari per ristudiarselo a casa, come un vero passo avanti per l’arricchimento culturale. Dall’altro lato, c’è chi si preoccupa della dissacrazione. Uno per tutti, Michael Savage, autodefinitosi nel suo blog «storico dell’arte scontroso », che critica la «fine dell’ultimo bastione della quieta contemplazione». Ma anche il Guardian si è schierato, con un editoriale contro coloro che «preferiscono …

Laurearsi all'estero è un'opportunità, non una via di fuga – Manuela Ghizzoni

Nell’articolo che riporto da La Stampa si lamenta le difficoltà di ingresso nelle Università straniere per gli studenti italiani. L’idea che potrebbe insinuarsi nel lettore (complice anche un titolo allarmistico) è che i “prestigiosi” atenei anglosassoni non si fidano del sistema di istruzione italiano e quindi delle competenze dei nostri studenti, ai quali verrebbe richiesta una valutazione superiore agli altri per potersi iscrivere. In realtà, a tutti gli studenti che non hanno conseguito l’International Baccalaureate è chiesto un punteggio molto alto, non solo agli italiani. E vale la pena ricordare che gli stessi “prestigiosi” atenei si affrettano ad accaparrarsi i nostri giovani ricercatori e laureati. L’articolo, poi, si chiude accennando al prestito d’onore (che consente di non pagare le tasse scolastiche, per restituirle una volta conseguito il primo stipendio) come opportunità offerta alle matricole dagli atenei inglesi e ulteriore motivo di migrazione. L’autore, però, dimentica di dire (ma lo scorso anno diverse testate non sono incorse nella stessa dimenticanza) che nei sistemi anglosassoni, in particolare negli USA, l’indebitamento con gli istituti di credito per accedere …