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"Perché mi piace molto la Carta dei diritti internet italiana", di David Weinberger – Pagina 99 11.11.14

Pubblichiamo un articolo (rivisto per pagina99) uscito sul blog dell’autore. David Weinberger insegna ad Harvard ed è uno dei più autorevoli osservatori di politica e cultura digitale.

Uno commisione di studio ad hoc della Camera dei Deputati italiana ha redatto una bozza di “Dichiarazione dei diritti in Internet” che dovrebbe essere occasione di grandi festeggiamenti. Il testo è al momento sottoposto ai commenti del pubblico sulla piattaforma Civi.ci – e anche questa è una scelta positiva.

 

Un ottimo post di Fabio Chiusi spiega che il testo è il frutto dell’iniziativa del presidente della Camera e da un gruppo di esperti e membri della commissione dei diritti e dei doveri in internet. Il testo ha come scopo quello di dare forma al dibattito sui diritti civili e le libertà fondementali online durante il semestre di presidenza italiana dell’Unione europea.

 

Il documento mi piace. Mi piace molto molto. Per due ragioni collegate tra loro. Primo i principi contenuti nel testo si basano su una comprensione profonda del valore aggiunto della Rete e di cosa sia a determinare questo valore. Si tratta di una cosa molto importante perché di solito chi ha in mente di regolare e governare la Rete agisce perché vede in questa una minaccia o una sfida al proprio potere.

 

In secondo luogo, sebbene la Dichiarazione si concentra sui diritti degli individui, parte dall’assunto che le minacce a quelle libertà non vengono solo dai malfattori in internet o dal dominio senza freni dei colossi della Rete, ma anche da coloro che cercano di governarla. E include come diritto, non solo quello all’accesso, ma anche alla formazione dell’uso della rete, un punto troppo spesso (ma non sempre) dimenticato.

 

Se dovessi muovere una critica generale al testo, questa è relativa al tono: si poteva essere persino più diretti quando si parla dei rischi di “sistemare” internet. Se potessi dare qualche consiglio ai regolatori potrei suggerire di inserire principi come i seguenti:

  • Ogni sforzo verrà fatto per garantire una governance dal basso e dai margini – ovvero dalle persone e gruppi in Rete senza centralizzare il controllo.
  • Regole e controlli verranno introdotti solo quando strumenti meno coercitivi si siano mostrati inefficaci
  • Ingegneri e tecnici neutrali e non legati a entità o gruppi politici verranno consultati e il loro parere verrà ascoltato (per ragionare sulle regole, ndr). Non c’è niente di più pericoloso per Internet di governanti che ritengano di conoscerne e capirne il funzionamento.

Ma queste ultime forse sono solo mie fissazioni. La cosa di gran lunga più importante di questa Dichiarazione è che si tratta di un promemoria a coloro che vogliono regolare internet che ricorda come la Rete sia una potente forza del bene e non una semplice forza negativa che va messa sotto controllo.

 

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