Giorno: 7 Luglio 2008

“Dalla scuola alla difesa, Tremonti affila le forbici”, di Mario Sensini

Tutti. «Siete tutti senza portafoglio» aveva detto il ministro dell`Economia ai suoi colleghi nella prima riunione dell`esecutivo appena dopo l`assegnazione degli incarichi. Quindici giorni dopo anche i più ottimisti e inesperti, quelli che avevano creduto in una battuta, per non dire dei veri ministri di spesa, si sono resi conto che Giulio Tremonti non scherzava affatto. Il decreto con la manovra triennale, approvato il 18 giugno scorso dopo appena 9 minuti di discussione, indica 8 miliardi di tagli ai ministeri nel 2009, 8 e mezzo nel 2010 e addirittura più di 15 nel 2011. La sforbiciata è pesantissima, mai vista nè immaginata prima d`ora. Una decurtazione secca del 20% l`anno prossimo, di un altro 20% nel 2010 e del 40,5% l`anno successivo. Roba da far tremare i polsi. Eppure quel giorno, in quei nove minuti, il decreto fu approvato sostanzialmente in bianco. E` il governo del Presidente e di un forte ministro dell`Economia, quindi non stupisce. Così come non sorprende la fatale rassegnazione della squadra di governo. Benché oggi, davanti alle vere cifre dei tagli …

“Si lavora di più si guadagna di meno”, di Nicola Cacace

Non avevamo bisogno dell’ennesima conferma dell’Ocse per sapere che l’Italia ha salari da fame, del 20% inferiori alla media e con orari più lunghi. Al recente convegno di Confindustria dal titolo suggestivo «più produttività e meno povertà», il dottor Torrini della Banca d’Italia ha avanzato il sospetto che il valore aggiunto sia sottostimato, quindi sia sottostimata la produttività e sovrastimata la quota dei salari sul Prodotto Interno Lordo. Nessuno degli autorevoli relatori ha ripreso il tema, importante per capire meglio i fattori della crisi italiana. L’Italia è tra i pochi Paesi ad alto costo di energia elettrica dove da anni l’intensità energetica rispetto al Pil aumenta, essendo i consumi di energia cresciuti nel quinquennio 2002-2007 a tassi doppi del Pil. Poiché la quota lavoro sul Pil è calcolata direttamente mentre la quota capitale solo come residuo, risulta evidente che con un Pil sottostimato la quota lavoro sul Pil risulti più grande. Questo significa che la riduzione della quota lavoro sul Pil documentata dai dati ufficiali dal 1993 al 2002 è continuata anche dopo sino al …