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Il grande bluff. Crolla il castello di carte del governo sulla percezione di sicurezza

Una recente indagine condotta dall’Espresso illustra come il problema della sicurezza, cavallo di Troia del governo Berlusconi, non è stato affatto risolto e che, anzi, i dati dimostrano come i risultati tanto sbandierati dalla destra sono un clamoroso bluff. La ricerca condotta da Gianluca di Feo ha evidenziato un aumento del numero degli stupri, delle rapine nei negozi e degli sbarchi di clandestini sulle coste italiane.
Allora come è possibile che l’opinione pubblica non sappia nulla? Molto semplice, è perché nessun organo di stampa, soprattutto la televisione, ne parla! Nessuno ad esempio dice che il flusso di miglioramento della lotta contro il crimine è iniziato durante il governo Prodi e che i dati sbandierati dal governo sono parziali perché riferiti solo al periodo 2007, uno tra gli anni peggiori della nostra Repubblica per numero di crimini come conseguenza del famigerato indulto.
A maggior ragione, non si mette in risalto che sono aumentati il numero degli sbarchi dei clandestini (36mila nel 2008) e delle violenze contro le donne che sono stati al centro delle recenti campagne elettorali e che hanno orientato, con la strategia della paura e dell’insicurezza, molti dei cosiddetti voti incerti o del populismo più facile.
Gli sbarchi aumentano a Natale, e i Tg parlano dei regali da mettere sotto l’albero. Ragazze vengono stuprate a feste di capodanno e i Tg si concentrano su zampone e cotechino in attesa dell’arrivo dei saldi.
C’è quindi un evidente discrasia tra sicurezza e percezione di sicurezza. E nel gioco delle parole il governo e la maggioranza sono indubbiamente maestri di comunicazione. Esempi lampanti vengono forniti dai dati sulle rapine. Il governo annuncia il crollo delle rapine in banca e se ne vanta. Ma non dichiara che il merito va dato soprattutto agli stessi istituti di credito che hanno inaugurato manovre molto sicure e più rigide per la prevenzione delle rapine. L’attenzione si concentra quindi solo sugli elementi positivi per le banche tralasciando di rimarcare che la criminalità, scoraggiata dagli insuccessi bancari, preferisce dedicarsi ad altri tipi di lucro criminale come le rapine negli uffici postali, nei supermercati e nei negozi. Sarà poi merito dei comunicatori quello di spostare nuovamente il bersaglio delle critiche su nuove vittime. Le rapine? Colpa degli extracomunitari rumeni! Ma i rumeni sono in Europa! Beh allora noi procediamo con le espulsioni.
Roma da pochi giorni è stata tappezzata di manifesti con la scritta “6218 espulsioni nel 2008” a firma Alleanza Nazionale. Alemanno, da un sondaggio Ipsos, guadagna 9 punti di percentuale grazie alla sua condotta nei giorni della piena del Tevere. Sembra chiaro che Roma sia una città più sicura, ma così non è e i dati dell’indagine dell’Espresso parlano chiari. È semplicemente un elemento di percezione. Le seimila espulsioni – se poi ci sono state davvero – fanno sentire più tranquillo chi ha bisogno di sentirselo dire, a prescindere se poi sono state effettive le espulsioni stesse. E poco importa se la città culla della “cultura” millenaria non investe affatto sulla “cultura”.
La stessa cosa succede a Milano dove a fronte del peggioramento di tutti i dati relativi alla criminalità, il sindaco Moratti preferisce utilizzare 600 militari dell’esercito per spalare la neve.
Insomma è solo una questione climatica e di visuale. C’è chi parla di bluff climatico, alla faccia di Al Gore e del surriscaldamento del pianeta. E c’è chi dimostra che sia la comunicazione di Berlusconi un grande bluff.

A.Dra da www.partitodemocratico.it