Giorno: 4 Febbraio 2014

"La scomparsa dei fatti. Dalla videocrazia di Berlusconi alla sondocrazia di Grillo", di Marco Pigliacampo

A rivedere ciò che è successo nei giorni scorsi con un minimo di distacco e un po’ di emozioni in meno, ci si accorge quanto sia rivelatore di un rapporto maligno tra politica-media-pubblico che nel nostro Paese ha raggiunto livelli critici. La gazzarra avvenuta in Parlamento, l’occupazione dei banchi del Governo da parte dei grilini, gli schiaffi e gli insulti tra deputati, le vergognose offese che hanno coinvolto la Presidente della Camera e il Capo dello Stato, tutto ciò ha impedito al grande pubblico di avere informazioni chiare sul motivo (pretesto?) per la polemica, cioè sulla conversione in legge del decreto in materia di Imu e Banca d’Italia. Si tratta del decreto che ha permesso agli italiani di non pagare l’Imu e che ha coperto le minori tasse sul patrimonio immobiliare con, tra l’altro, maggiori tasse pagate dalle banche azioniste di Banca d’Italia. Le polemiche hanno impedito di capire le scelte del Governo, tantomeno i tecnicismi del provvedimento, che bisognerebbe spiegare insieme alla disciplina europea di vigilanza prudenziale delle banche. Temi complessi, che non possono …

"C’era una volta anche l’Authority", di Gian Antonio Stella

E due. Dopo papa Francesco, durissimo coi «devoti della dea tangente», anche l’Europa dice che da noi girano troppe mazzette: 60 miliardi di euro. Non c’è Paese che possa sopravvivere con un carico simile sulla groppa e una reputazione in pezzi come la nostra. L’Authority che ha cambiato tre nomi ma non ha né poteri né presidente. Chiesta dall’Europa nel ‘99, si chiamava Civit, ora Anac. Risultati? Nessuno Il 97% dei cittadini (21 punti più della media europea) è convinto che la bustarella dilaghi. E Bruxelles ci chiede: che fine ha fatto l’Authority contro la corruzione? Il primo rapporto della Commissione anticorruzione, diffuso ieri dal commissario agli affari interni Cecilia Malmström, dice che certo, «in Europa non ci sono aree non affette da corruzione. Prendiamo atto dei progressi fatti e delle buone pratiche, ma i risultati raggiunti sono insufficienti e questo vale per tutti gli Stati membri». Mai accontentarsi. Ma certo le condizioni dell’Italia, rispetto agli altri, è pesante. Basti dire che su quei 120 miliardi di euro di corruzione stimati dalla Ue, la metà …

"Più tasse e meno reddito. La crisi colpisce le famiglie", di Laura Matteucci

Confcommercio: in sei anni svaniti 18mila euro di ricchezza a testa. Ma il governo contesta i dati sul fisco L’Istat: disponibilità in calo in tutto il Paese MILANO Sale a 4,6 miliardi, dagli iniziali 1,6, l’aumento delle entrate da tassazione nel periodo 2014-2016 previste dalla legge di Stabilità. Solo per quest’anno si è arrivati a più di 2,1 miliardi rispetto ad una previsione di 973 milioni, e per l’anno prossimo si passa a 639 milioni da quella che inizialmente doveva essere una riduzione del carico per 496 milioni. Confcommercio punta il dito contro le nuove tasse che, questo il ragionamento, andranno ad aggravare la situazione delle famiglie già impoverite dalla crisi (negli ultimi sei anni il reddito pro capite si è ridotto del 13%, tornando ai livelli del 2002, e si è persa ricchezza netta per 18mila euro a testa), e quindi dei consumi, che solo nel 2012 sono calati del 4,2%. Ma proprio sul peso del fisco interviene in serata Palazzo Chigi con una nota dal sapore di una secca precisazione. Famiglie e imprese …

"Se cresce la diseguaglianza", di Nadia Urbinati

Una democrazia dei due terzi: è questa la rappresentazione della società che proviene dai dati resi noti da Bankitalia. Si tratta di una conferma dello stato della diseguaglianza socio-economica, che non solo non tende a correggersi, ma si riafferma come caratteristica endogena, un male cronico. L’economia non riesce a stare al passo con la promessa della democrazia. Il problema è che, ora, anche la politica sembra voler seguire le orme dell’economia e cessare di preoccuparsi di quella promessa; anch’essa è sempre meno inclusiva e sempre più preoccupata a rappresentare i molti, non tutti o quanti più è possibile. Avere voce forte è un prerequisito per contare ed essere contati, e le procedure sono sempre più disposte a riflettere questo fatto invece di correggerlo. È ragionevole tentare un parallelo tra lo squilibrio economico e la fisionomia della democrazia? La domanda è retorica, poiché l’opinione pubblica ha la percezione di questo parallelo, anche se lo stato della ricerca che valga a confermarlo è ancora in fieri. Ci sono tuttavia buoni indizi per tentare una triangolazione tra la …

"Una zavorra per l’Italia", di Ruggero Paladini

Da soli valiamo quanto tutti gli altri paesi della Ue. Purtroppo però non si parla di un risultato positivo, ma di uno molto negativo: nel nostro Paese il flusso connesso alla corruzione si aggirerebbe sui 60 miliardi. Così afferma il rapporto annuale presentato ieri dalla Commissione al Parlamento ed al Consiglio europei. La cifra in effetti era circolata un paio di anni fa; nella relazione della Corte dei Conti, per l’apertura dell’anno giudiziario, si citava il dato del Servizio Anticorruzione e Trasparenza del Dipartimento della Funzione Pubblica (SAeT), e si esprimevano delle riserve. L’argomento è infatti proprio quello del peso, ritenuto eccessivo, che la corruzione italiana verrebbe ad avere sui 120 miliardi stimati a livello europeo: «(s)e l’entità monetizzata della corruzione annuale in Italia è stata correttamente stimata in 60 miliardi….rispetto a quanto rilevato dalla Commissione Ue l’Italia deterrebbe il 50% dell’intero giro economico della corruzione in Europa!». La stima dei 60 miliardi italici è eccessiva, o quella dei 120 europei è troppo bassa? È chiaro che nel caso della corruzione le stime sono ancora …

"Sfida sul contratto oltre gli scatti . Ipotesi di carriera. Restano in ballo gli aumenti agli Ata", di Alessandra Ricciardi

I nodi stanno per venire al pettine. Il faccia a faccia di oggi tra il ministro dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza, e i segretari di Flc-Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals-Confsal e Gilda dovrà chiarire non solo tempi e modalità del definitivo recupero degli scatti dei docenti (il decreto legge è approdato al senato, la direttiva non è invece ancora all’Aran), ma anche il destino del personale Ata e dei dirigenti. Se sui capi di istituto, anche loro alle prese con il blocco del salario accessorio, i sindacati hanno già proclamato lo sciopero, per gli ausiliari, tecnici e amministrativi la proclamazione potrebbe essere imminente. E potrebbe essere decisiva proprio al risposta che la Carrozza darà oggi: è attesa una disposizione normativa che possa sottrarre le posizioni economiche I e II dal blocco dei contratti. Anche perché, ed è la tesi dei sindacati contrapposta all’interpretazione finora ostativa data dal ministero della Funzione pubblica, si tratta non di aumenti, ma di emolumenti per prestazioni aggiuntive di circa 9 mila ausiliari, svolte a seguito di una selezione e di …

"Una via d’uscita alle debolezze del nostro Paese", di Mario Deaglio

Se tutto va bene, Alitalia troverà in Etihad, la linea aerea di Abu Dhabi, un «partner dominante» (qualcuno potrebbe dire un «partner padrone») migliore di Air France. E questo, prima di tutto, per un motivo geografico, o, se si preferisce, geo-economico: le rotte servite da Alitalia sono relativamente ben integrabili con la rete di collegamenti aerei internazionali che Etihad sta tessendo da Abu Dhabi, assai più difficili da conciliare con la rete che Air France ha già tessuto da Parigi. Di qui si può trarre un’importante, anche se paradossale, conclusione: la linea aerea italiana salverà, almeno in parte, la propria italianità, e quindi potrà continuare ad assicurare all’Italia collegamenti a livello mondiale, unicamente diventando non solo meno italiana ma anche meno europea. L’insufficienza di soluzioni nazionali e la scelta tra soluzioni europee e soluzioni mondiali, tra sopravvivenza e indipendenza, non è un problema isolato di Alitalia. L’ex compagnia di bandiera è, in un certo senso, emblematica di quanto sta succedendo al mondo delle grandi imprese italiane. Per un complesso di motivi che non è il …