Giorno: 14 Febbraio 2014

"Quel divario tra ricchezza e povertà che minaccia crescita e coesione sociale", di Alberto Martinelli

Secondo il rapporto Istat «Noi Italia, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo» nel 2011 una famiglia italiana su quattro era in una situazione di «deprivazione»(ovvero aveva almeno tre dei nove indici di disagio economico come, per esempio, non poter sostenere spese impreviste, arretrati nei pagamenti o un pasto proteico ogni due giorni). Si tratta di un’ulteriore conferma di un problema generale di particolare gravità, quello della crescente disuguaglianza sia nelle diverse società nazionali, sia a livello dell’intero mondo. Per quanto riguarda il nostro Paese, anche l’analisi della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie nel 2012 mostra disuguaglianza in aumento: il 10% delle famiglie più ricche possiede il 46,6% della ricchezza netta (ovvero la somma delle attività reali, ossia immobili, aziende e oggetti di valore; e attività finanziarie, dunque depositi, titoli di Stato, azioni, eccetera), mentre l’indice Gini di concentrazione della ricchezza ha raggiunto il 64%, in aumento rispetto al 60,7% del 2008. Quanto alla situazione mondiale, basti citare il rapporto dell’Oxfam da poco discusso al World Economic Forum di Davos: lo 0,7% …

"Ma ce la può fare?", di Stefano Menichini

Renzi imprime alla politica italiana un’altra accelerazione formidabile. Il rischio è altissimo, tanti dubbi da vincere, Berlusconi e Grillo in agguato. E da domani nella corsa è coinvolto il popolo italiano. Oggi l’Italia cambia governo, e benché l’evento sia stato vissuto e raccontato in questi giorni come uno scontro fra due individualità, la percezione immediata è che si stia in realtà spalancando la porta a una stagione davvero nuova e inedita dell’intera politica italiana. Enrico Letta lascia dopo aver tenuto il punto ma essendosi fermato un attimo prima di coinvolgere il paese, il sistema politico e il Pd in uno psicodramma pericoloso: una linea di condotta molto “prodiana”. Matteo Renzi si avvia verso l’obiettivo della vita, il governo, col suo solito passo accelerato, e la notizia fa già il giro del mondo suscitando verso l’Italia una curiosità finalmente positiva. Naturalmente rimangono aperti i problemi, le incognite e anche le ferite di questo passaggio di consegne a palazzo Chigi. Ma la politica di questi tempi è impietosa, veloce, impone già di occuparsi del futuro. Anche perché …

"La soluzione per salvare la legislatura", di Elisabetta Gualmini

Nasce il Renzi 1. Da ieri il sindaco-segretario è diventato di fatto primo ministro di un nuovo governo politico di coalizione a guida Pd. Ha detronizzato Enrico Letta e ha deciso di giocarsi il tutto per tutto. Lo ha fatto con una spregiudicatezza non superiore a quella mostrata dagli accaniti sostenitori delle larghe e poi piccole intese rapidamente saliti sul nuovo carro, ma con molto coraggio in più. Renzi vuole cambiare direzione, velocità e ritmo. Per rianimare una legislatura in stato comatoso, che tuttavia – guarda caso – nessuno dei suoi protagonisti vuole interrompere. In assenza di una prospettiva chiara sui destini della legge elettorale e, ancora di più, sulle altre riforme istituzionali (Senato e Titolo V), il leader Pd scommette e rilancia. Senza la consacrazione salvifica delle urne e senza staffetta. Nessuno scambio aggraziato del testimone tra atleti della stessa squadra, nessun passaggio di mano consensuale; tra il segretario e Letta è stata guerra aperta, uno scontro frontale con annesse randellate furenti. Tra due che non si possono vedere. Al confronto quelle tra Veltroni …

"L’eterna anomalia italiana", di Cesare Martinetti

Dunque Matteo Renzi ha calciato il suo rigore senza paura, come aveva annunciato. Ma ancora non sappiamo se è gol o se la palla è andata sopra la traversa. Per adesso il segretario del Pd ci ha messo la sua «smisurata ambizione» per licenziare Enrico Letta, ringraziandolo frettolosamente per il «notevole» lavoro svolto. La manovra è riuscita e la politica italiana è entrata in una dinamica vorticosa ed impensabile fino a pochissimo tempo fa. Addirittura negata dallo stesso protagonista, Matteo Renzi, che ancora la settimana scorsa a chi gli chiedeva se stava lavorando per soffiare il posto al suo «amico» – secondo l’antico gergo democristiano – Enrico, rispondeva: chi me lo fa fare? Ecco, questo è il punto: chi glielo ha fatto fare? Che cosa è accaduto in queste ultime ore per accelerare a tal punto gli eventi precipitati ieri nella più sfacciata dichiarazione di sfiducia subita da un presidente del Consiglio in carica? Come lo stesso Renzi aveva spiegato a «La Stampa» 48 ore prima, lui non è uno che si tira indietro: se …

"L'azzardo dell'acrobata", di Ezio Mauro

DUNQUE tocca a Renzi, in anticipo sui tempi, cortocircuitando i modi, a dispetto forse perfino delle convenienze. Il sindaco di Firenze ha cambiato la scena in tre mosse, sempre muovendosi su un terreno di gioco parallelo a quello che voleva conquistare. Prima, puntando al governo, ha guadagnato la leadership del partito con le primarie. Poi, guardando alle elezioni, ha fatto ripartire in quindici giorni il treno delle riforme istituzionali bloccato da anni. Infine, scommettendo sul Pd, ha portato il governo sull’orlo del piano inclinato guardandolo scivolare ogni giorno più giù, fino a diventarne la naturale alternativa. Nei confronti dell’esecutivo ha usato la formula “né aderire, né sabotare”. Lo ha trattato da governo “amico”, ma non da governo del Pd. Tutto questo ha accentuato la fragilità congenita del ministero, forte dalla cintola in su (per il buon credito di Enrico Letta in Europa), debole in Italia per la gestione troppo prudente di una somma algebrica dei veti incrociati in una maggioranza spuria, con il minimo comun denominatore come risultato. Era inevitabile che il protagonista delle riforme …

"Disoccupazione giovanile Italia ai vertici in Europa", di Laura Matteucci

Ripresa economica ancora con il fiato corto in Europa, mentre i rischi per le prospettive di crescita «continuano a essere orientati al ribasso». Il bollettino mensile della Banca centrale europea sottolinea come pesino le incertezze dei mercati mondiali, in particolare dei Paesi emergenti, ed anche domanda interna e un export che potrebbero deludere le attese. Ma, soprattutto, la Bce lancia l’allarme sulla disoccupazione giovanile, il cui tasso resta altissimo soprattutto in Italia, Grecia e Spagna. L’Italia detiene pure il triste primato di essere il Paese dell’eurozona con il maggior numero di giovani Neet (persone di età compresa tra i 15 e i 24 anni che non sono né occupate, né impegnate in attività di studio o formazione): dal 2007 al 2012 i Neet italiani sono passati da circa il 16% a oltre il 21% del totale, con un incremento percentuale inferiore solo a quelli di Grecia, Spagna e Irlanda (che sono oltretutto sotto il 20%). ALTROVE GLI OCCUPATI CRESCONO Per il tasso di disoccupazione generale, le previsioni per quest’anno restano invariate al 12,1%, riviste al …

Nella scuola della violenza in bagno “Quella si è inventata tutto per i soldi”, di Massimo Calandri

La sedicenne isolata. I compagni degli arrestati: li hai rovinati — Alle cinque di ieri pomeriggio la ragazzina è nello studio dell’avvocato, insieme ai genitori e alla sorella più grande che le accarezza piano i capelli, sussurrandole di non piangere. Sul suo cellulare arriva un altro messaggio. È la madre che lo legge, perché lei no, non ce la fa più. «Ma ti rendi conto di che cazzo hai combinato?», scrive un compagno di classe. La donna consegna il telefonino al legale, sono venuti per quello. Per le decine di sms arrivate in questi giorni: contengono soprattutto insulti e minacce alla sedicenne, che da vittima del branco è diventata colpevole. In un caso uno studente ha fotografato la locandina di un giornale che racconta dell’arresto dei quattro coetanei: «Li hai rovinati per tutta la vita». In un altro le intimano: «Non farti vedere mai più». E poi: «Bugiarda», «Racconta la verità », «Avevi detto che non era andata così». L’avvocato Maria Teresa Bergamaschi spiega però che ci sono anche messaggi di un altro tono: «Come …