Giorno: 22 Febbraio 2014

"Non cambia l'Italia se non cambia la Rai", di Giovanni Valentini

È come se la televisione italiana avesse deciso che il suo meglio è il suo peggio, è come se il mediocre fosse diventato un valore positivo. (da “Storie e culture della televisione italiana” a cura di Aldo Grasso, Oscar Mondadori, 2013 — pag.24). Rispetto all’emergenza lavoro, all’oppressione del fisco e alla necessità di una nuova legge elettorale, la riforma della Rai non sarà magari una priorità assoluta. Ma è pur vero che — come ha detto recentemente in un’intervista al Messaggero il vice-presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza, Salvatore Margiotta (Pd) — “per cambiare l’Italia, Matteo Renzi dovrà cambiare anche la Rai”. E prima lo farà, meglio sarà per tutti: anche per smentire i sospetti di un “patto segreto” con l’ex premier-tycoon, Silvio Berlusconi, al quale notoriamente la televisione sta a cuore più del bunga-bunga. La Rai è la pietra angolare dell’intero sistema dell’informazione. E dal suo assetto complessivo dipendono in larga parte la formazione dell’opinione pubblica, l’aggregazione e la raccolta del consenso. Ecco perché, oltre a una normativa più rigorosa sul conflitto d’interessi, occorre …

"Brescia, la Corte cancella le assoluzioni per la strage", di Benedetta Tobagi

IL 28 maggio 1974, a Brescia, alle 10.12, l’urlo bestiale di un’esplosione interruppe il comizio del sindacalista Franco Castrezzati che parlava alle migliaia di convenuti in piazza della Loggia, nonostante la pioggia, per manifestare pacificamente contro l’escalation di violenze di marca neofascista che laceravano la città e tutto il nord Italia da anni. Una bomba posta da mani ignote uccise Livia, Alberto, Clem, Giulietta, Luigi, Vittorio, Euplo, Bartolomeo (restituiamo per una volta alle vittime la semplice umanità dei loro nomi) e ferì un centinaio di altre persone. Quasi quarant’anni dopo, giovedì mattina, nella mastodontica architettura umbertina del “palazzaccio” della Cassazione romana — pare fatto apposta per farti sentire un moscerino davanti al Moloch della Giustizia —entravano Manlio Milani, sopravvissuto, che in piazza perse la moglie Livia, Giorgio Trebeschi, il figlio di Alberto e Clem, giovani insegnanti impegnati nel sindacato, reso orfano a un anno e mezzo, con alcuni dei feriti e una squadra di avvocati di parte civile, in attesa dell’undicesimo giudizio. Li ho visti entrare tesi, curvi come un moderno Sisifo sotto il macigno …