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"Intelligenti si diventa così. Le capacità critiche per orientarsi nel mare magnum dell'informazione sono meno diffuse di quanto si creda", di James Flynn

Invecchiando, sento una forte spinta a cercare di offrire alle persone un’istruzione migliore di quella che sono stato in grado di fornire ai miei studenti lavorando all’interno di diverse università. Senza dubbio questo stimolo è il sostituto, per un ateo, del desiderio che prova chi ha una fede religiosa di salvare le anime. Non posso promettere una vita dopo la morte, ma posso cercare di salvare le persone dall’ignoranza che paralizza la mente. Anche se un meteorite domani ci eliminasse tutti, quante più persone andassero incontro alla morte avendo realizzato il potenziale che è in loro, tanto più l’esperimento umano su questo pianeta potrebbe dirsi riuscito.
Conosco molte persone che hanno fatto sforzi per diventare esseri umani razionali. Leggono molto e sanno qualcosa della varietà e della storia del mondo. Sono diventati filosofi, nel senso che pesano sulla bilancia della ragione le convinzioni circa la religione, gli impegni morali, gli atteggiamenti verso lode e biasimo (libero arbitrio), e la propria idea di una buona società. Tuttavia, si sentono relativamente impotenti ad affrontare la principale minaccia odierna alla chiarezza: i mass media.
I media annebbiano la vostra mente con la massa ingente delle loro produzioni: addensano strato dopo strato fatti non digeriti, migliaia di pareri su ogni questione, dalla moralità alle scelte personali (aborto), agli effetti di ciò che si mangia (burro), alle scoperte mediche, alle ultime rivelazioni della scienza sociale (reali o ingannevoli), all’importanza delle scoperte scientifiche, al ruolo della Storia, per non parlare di tutto ciò che riguarda la crisi economica (i debiti delle banche) e la politica internazionale (l’America e le sue invasioni). È forte la tentazione di arrendersi al puro cinismo, non accettare nulla e non fidarsi di nessuno. Tuttavia, se imparerete a padroneggiare alcuni concetti-chiave, venti in tutto, io credo che potrete guardare attraverso la nebbia e vedere chiaramente il mondo reale, senza che venga più oscurato dalle lenti della tv, dei giornali, e da un uso di internet indiscriminato.
Non ho alcun desiderio di indottrinare. Non ho mai accettato il parere di qualcun altro senza prima valutarlo con la mia mente. Metto in conto che qualcuno tra coloro che leggeranno questo libro potrà rifiutare alcuni dei miei concetti-chiave, aggiungerne di propri, analizzare i problemi in modo indipendente e trarre conclusioni da solo. Quello che propongo non è il risultato di un qualche sondaggio di opinione tra esperti, ma semplicemente concetti che mi hanno aiutato a trovare la mia strada. Sono convinto che chi ha bisogno di una piccola spinta per iniziare a percorrere la strada della ragione sarà più ispirato da chi pensa di essere giunto a certe verità, che da chi, come un eterno Amleto, fa seguire a ogni affermazione commenti quali: «Ma d’altra parte Marx direbbe, ma d’altro canto le femministe direbbero, ma d’altra parte mio zio Toby direbbe». L’idea che la ragione non porti da nessuna parte se non all’indecisione è totalmente scoraggiante per chi cerca la propria strada. Sono figlio di un giornalista e le mie critiche ai media non si basano su un’opinione negativa di coloro che filmano, riportano fatti o scrivono editoriali. Tra i giornalisti vi sono, come in ogni professione, persone degne e meno degne. Potrebbero essere tutti dei santi e dei saggi, e i media continuerebbero comunque a costituire un sistema destinato a creare confusione. È la natura stessa di un sistema che trasforma ciò che lo alimenta: a volte in meglio, a volte in peggio.
Il mercato, laddove esso possa adeguatamente svilupparsi, trasforma i comportamenti egoistici (il miglior affare per me) in effetti che si rivelano essere benefici generali (beni migliori o prezzi più bassi). I media trasformano gli input che sono (in teoria) intesi a segnalare e informare, in qualcosa che può solo sopraffare e confondere: un gigantesco buffet senza etichette che indichino di cosa realmente si tratti. È un difetto endemico. Nulla vale come notizia se non attira l’attenzione. Che cosa dice il Presidente è una notizia degna di nota. Ciò che una persona ragionevole potrebbe dire circa le mezze verità o le menzogne del Presidente raramente fa notizia. Il commento è confinato a una pagina redazionale in cui un editorialista ribatte ad altri editorialisti. Includere i commenti editoriali nella notizia sarebbe ancora peggio. Si tratterebbe di un passo in direzione di un controllo governativo dei media, e potrebbe comportare il rischio di manipolazione da parte di editori mossi da interessi personali. Chiunque veda un telegiornale su Fox News e il suo programma The O’Reilly Report, e poi guardi un telegiornale su Nbc e il suo programma The Rachel Maddow Show non avrà bisogno di esser convinto.
Ognuno di noi deve acquisire un kit completo di strumenti che gli consenta di scrivere i propri editoriali. Nessuna università, né Harvard né Oxford, insegna a più che a un ristretto gruppo dei suoi studenti a pensare criticamente al di là delle discipline in cui si specializzano. Da quello che so, per le università italiane vale lo stesso. Anche i migliori laureati sanno poco di morale, o di scienze sociali, o di scienze naturali, o di economia, o di politica internazionale.
Inoltre, i docenti potrebbero averli confusi su come la verità differisce dall’illusione, o la realtà dalla finzione. Persino chi non ha mai frequentato un’università è poco svantaggiato rispetto a chi possiede una laurea. Quindi, andate avanti nella lettura di questo libro e forse comincerete a riflettere su questioni su cui finora non vi siete mai soffermati a pensare.

da Il Sole Domenica