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"Carceri: finalmente si fa sul serio", di Sandro Favi,

“L’obiettivo a cui guarda il PD è quello del superamento del modo di legiferare, per giungere ad una pena civile e diversificata, che promana da un sistema giudiziario giusto ed efficiente”. L’intervento di Sandro Favi, Responsabile nazionale carceri del PD

“Finalmente la politica ha deciso di affrontare la “questione carceri” senza rimanere paralizzata nello scontro tra chi agita strumentalmente l’allarme securitario e chi invoca una generale indulgenza, per le obiettive condizioni disumane e degradanti a cui sono sottoposti i detenuti in Italia, ma fuori da una prospettiva percorribile di civilizzazione e umanizzazione del sistema delle pene”, ha chiarito Sandro Favi, Responsabile nazionale carceri del PD

L’obiettivo a cui guarda il PD è quello del superamento del modo di legiferare, che abbiamo conosciuto nel recente passato, per giungere ad una pena civile e diversificata, che promana da un sistema giudiziario giusto ed efficiente.
I primi interventi stanno dando risposte positive in termini strutturali. La popolazione reclusa è diminuita negli ultimi mesi di 3.500 persone rispetto alla media dei detenuti nello scorso anno e di quasi 7.000 rispetto ai picchi toccati nel 2010/2011, quando ancora l’unica opzione considerata era in un futuribile “piano carceri”, che ha visto avvicendarsi commissari straordinari e ordinanze emergenziali, dimostratisi inadeguati al dramma che si stava generando dopo anni di legislazione sbagliata a fini di bandiera e di parte. Siamo convinti che le norme appena approvate con quest’ultimo decreto legge e le prossime, che sono già nella fase finale della discussione parlamentare (pene detentive non carcerarie e riforma della custodia cautelare), accentueranno il progressivo rientro del sistema penitenziario nell’alveo della legalità democratica e della civiltà giuridica, a partire dalla riduzione dell’uso abnorme della custodia cautelare e al rilancio delle misure alternative alla detenzione.

Questo spirito riformatore, corroborato dai primi concreti risultati, potrà consentire di affrontare con determinazione e fiducia le storture di fondo del sistema sanzionatorio ancora annidate nella legislazione degli scorsi anni come quelle contenute nella legge ex-Cirielli del 2005, nella legge Fini Giovanardi con le sue nelle varianti olimpiche (decreto legge per le olimpiadi invernali del 2006) o nella legge Bossi-Fini.

Il sovraffollamento delle carceri non si iscrive solo nel lungo capitolo del deficit infrastrutturale dell’Italia o della mancata modernizzazione del sistema giustizia; oppure dei ritardi cronici della politica ad interpretare le trasformazioni sociali che impattano nella dimensione del processo e dell’esecuzione penale. Il sovraffollamento penitenziario ci interroga in modo pressante sui rispetto dei valori sanciti dalla Costituzione, sulla tutela dei diritti inviolabili dell’uomo e sui doveri di solidarietà a cui è chiamata la nostra organizzazione sociale, economica e politica, sulla pari dignità e sulla eguaglianza delle persone davanti alla legge, sul senso di umanità che deve presiedere all’esecuzione delle pene, sull’efficace protezione della salute di ogni individuo, sull’impegno a rimuovere gli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona e sulle effettive opportunità di partecipazione e reintegrazione alla vita sociale, sull’obbligo di motivazione dei provvedimenti restrittivi della liberà personale e sui principi del giusto processo.
Abbiamo cominciato a rispondere.

da www.partitodemocratico.it