Giorno: 22 Maggio 2014

Art bonus, Ghizzoni “Governo apre i cantieri della cultura”

Deputata modenese Pd plaude al decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri. «Art bonus è il secondo decreto in dieci mesi che dispone interventi a favore della cultura: finalmente le cose cambiano. In questi giorni c’è chi vuole oscurare qualsiasi azione positiva del Governo puntando ad alimentare rabbia e disagio sociale, noi pensiamo a lavorare per il paese”. Così Manuela Ghizzoni, vice presidente della commissione Cultura della Camera palude al decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri. Ecco la sua dichiarazione: “Il decreto approvato oggi dal Consiglio dei ministri dispone misure puntuali per il rilancio del paese attraverso investimenti nel settore culturale e nel turismo. Gli interventi messi in campo garantiranno concretamente sviluppo e lavoro attraverso il credito fiscale, come ad esempio nel settore cinematografico, e impiegheranno i talenti delle migliaia di operatori dei Beni culturali fortemente specializzati ma abbandonati da troppi governi negli anni passati e che a breve vedranno riconosciuta la loro professionalità. Finalmente la cultura è percepita come la ricchezza dell’Italia. “Art bonus” è il secondo decreto in dieci mesi che dispone …

"L’Europa al voto vista da Auschwitz" di Roberto Della Seta

Oggi mi trovo in Polonia, a Oswiecim: Auschwitz in tedesco. Qui settanta anni fa, il 23 maggio 1944, furono ammazzati perché ebrei un fratello (Giovanni) e tre sorelle (Eva, Gina, Valentina) di mio nonno Angelo Della Seta con le loro famiglie: Jacopo Franco marito di Gina; Enrico Di Capua marito di Eva; Angelo e Elda Di Nola marito e figlia di Valentina; Mario e Renzo Roccas marito e figlio di Elda (Mario e Renzo furono ammazzati alcuni mesi dopo gli altri). Mio nonno non c’era, era morto di malattia quattro anni prima. Non c’era neanche mio padre Piero: per sua (e per mia) fortuna si era allontanato dalla famiglia d’origine e avvicinato a una nuova, quella del Partito comunista clandestino. Anche per questo quando ad aprile 1944 i suoi zii e cugini vennero arrestati dai fascisti a Chianni, vicino a Pisa, dove credevano di stare al sicuro, poi portati nel carcere di Firenze, infine consegnati ai nazisti e deportati nel campo di Fossoli e da qui ad Auschwitz, lui invece si trovava a Roma come …

Scorta Biagi, si indaga per «omicidio per omissione», da L'Unità

Claudio Scajola quando ricopriva la carica di ministro dell’Interno sapeva il rischio che il giuslavorista Marco Biagi stava correndo. Sapeva che il professore di Bologna, assassinato il 19 marzo del 2002 da un commando delle Nuove Brigate Rosse, era sotto minaccia ma nonostante questo non gli ri-assegnò la scorta . Sapeva perché era stato informato. Sapeva, ma non fece nulla. Anzi, pubblicamente, anche a distanza di tempo, sostenne sempre di non sapere, di non conoscere, di ignorare. D’altronde una costante di tutta la sua attività politica. Da ieri, anche questa ricostruzione sembra lasciare spazio a un’altra verità. Tanto che la procura di Bologna ha riaperto l’inchiesta archiviata sui comportamenti omissivi di funzionari di Stato nella revoca della scorta a Biagi con l’ipotesi di reato di omicidio per omissione. L’inchiesta è ripartita dopo che dall’archivio del ministro, in cella con l’ipotesi di accusa di aver aiutato la latitanza di Amedeo Matacena, sono spuntati nuovi documenti. Carte conservate dall’ex segretario di Scajola, Luciano Zocchi. «Ho sempre detto la verità e non da oggi. Ho conservato i documenti …

Da Nord a Sud, l’Italia che ho visto", di Fabrizia Bagozzi

Il viaggio nel paese dei candidati dem Alessandra Moretti, Alessia Mosca, Silvia Costa, David Sassoli. In affanno, a tratti anche sfiancata dalla crisi, ma meno rabbiosa e – magari anche solo per necessità – un po’ più disposta a dar credito alla politica, se davvero nuova. Se davvero in grado di saper rompere vecchi schemi. È questa l’immagine che restituiscono dell’Italia i candidati democratici alle elezioni europee che da Nord a Sud stanno battendo il territorio palmo a palmo: dai mercati ai convegni, dai confronti con le categorie produttive agli incontri pubblici con i cittadini. La richiesta di fondo, quella più insistente, rimane ancora e ovunque il lavoro, la possibilità di svolgerlo e di crearlo senza rimanere intrappolati in pastoie burocratiche senza fine. «Questa mattina, in Friuli, ho incontrato un produttore di vino – spiega a Europa Alessandra Moretti, capolista nel Nord Est – mi ha spiegato che dalla vigna alla bottiglia l’Italia impone 17 controlli, la Francia tre. Una cosa che si commenta da sé: gli imprenditori vanno messi in condizione di poter lavorare …

"La malattia populista e la cura dei partiti", di Piero Ignazi

L’urlo, l’invettiva, il dileggio, non sono nuovi nella politica italiana. I lazzi e le volgarità di Beppe Grillo affondano le loro radici in un lontano passato, costellato di dannunziane insolenze verso l’avversario, come il “Cagoia” affibbiato dal Vate al capo del governo Francesco Saverio Nitti, o di quarantottesche denigrazioni popolate di trinariciuti e servi sciocchi. Le espressioni grevi e tonitruanti del leader grillino risuonano però anche d’altro, al di là dello scadimento nel cabarettismo da angiporto: portano a galla una storia antica di rabbia e di esclusione. È con questo filo rosso della nostra cultura politica che dobbiamo fare i conti. Grillo è il sintomo di una malattia, di un malessere profondo che è esploso ora, dopo aver scoppiettato qua e là per molti anni. In fondo, se risaliamo ai primi decenni della repubblica, le lotte sindacali e politiche della sinistra esprimevano anche la protesta per un senso atavico di esclusione, una condizione che larghi strati della popolazione sentivano come incombente e ineluttabile. Poi la stagione dei movimenti, a sinistra (‘68 e autunno caldo) e …

"L'edilizia scolastica punta sui fondi immobiliari", di Massimo Frontera

Via libera ai fondi immobiliari nell’edilizia scolastica. Il ministero dell’Istruzione ha infatti approvato la graduatoria degli enti locali che si sono candidati a fare da apripista e che si sono aggiudicati 36,8 milioni di aiuti statali come base per costruire un fondo immobiliare. I 27 Comuni inclusi nella graduatoria hanno chiesto contributi per 57 interventi, di cui 38 riguardano nuove scuole e il resto ristrutturazioni. Il contributo produrrà 186 milioni di investimenti. «Accompagneremo tutti i Comuni in questo percorso – spiega Roberto Reggi, sottosegretario del ministero dell’istruzione con delega all’edilizia scolastica e convinto sostenitore dello strumento del fondo immobiliare -. Non è detto che ogni Comune debba fare il suo fondo; incoraggeremo le forme di aggregazione più opportune che sono offerte dallo strumento del fondo». Il modello c’è già. «È il progetto di fondo immobiliare che ha messo a punto il comune di Bologna – riferisce Reggi -. Bologna ha studiato l’operazione nei dettagli e ha anche già sottoscritto un accordo con Inarcassa, potenziale sottoscrittore del fondo. Proporremo questo modello». «Enti locali – spiega Reggi …

"Il prezzo della non-Unione. Quanto ci costa restare divisi", da L'Unità

A forza di gridare ci sono quasi riusciti: gli euroscettici hanno convinto una parte della popolazione del Continente che l’Unione europea è costosa e opprimente. Gli economisti però da trent’anni sfornano rapporti per cercare di calcolare il «costo della non-Europa» e sulla Ue sono arrivati a conclusioni molto diverse: divisi saremmo molto più poveri. L’ultimo rapporto di questo tipo, che è una rassegna degli studi più recenti ed è stato pubblicato a marzo dal Parlamento europeo, stima che se non si attuassero le misure di integrazione economica in diversi settori, a partire dal mercato unico digitale e dal mercato unico dei consumatori, nel periodo 2014-2019 si perderebbero 800 miliardi di euro, pari all’80% del bilancio complessivo dell’Ue nel periodo 2014-2020. Si tratta di una stima per difetto, perché è difficile quantificare in cifre il costo politico, sociale, culturale e quindi economico che si pagherebbe a vivere isolati nel proprio bozzolo nazionale in un mondo globalizzato. Però la cifra fa giustizia delle tante accuse rivolte ai cosiddetti euroburocrati, incolpati di essere troppi e troppo pagati, e …