Giorno: 3 Maggio 2014

"Crisi, la top list dei tagli degli italiani: -16% su vestiti e -8% sul cibo", da Il Sole 24 Ore

Gli acquisti delle famiglie hanno subito un taglio che va dal 16 % per i vestiti e calzature al 12 % per mobili, elettrodomestici e manutenzioni fino all’8 % per gli alimentari, rispetto dal’inizio della crisi nel 2008. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti su come la crisi ha cambiato le abitudini di acquisto degli italiani nel 2013 sulla base dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell’Istat. In media la diminuzione è stata del 7 % e a subire tagli, seppur minori, sono stati anche – sottolinea la Coldiretti – l`abitazione, l`acqua, l`elettricità (-1,4%), la sanità (-1,5 %), l`istruzione e la cultura (-1,2 per cento) che hanno sofferto nonostante la maggiore rigidità della domanda. Crollo record per la spesa alimentare Gli italiani nei primi anni della crisi – precisa la Coldiretti – hanno rinunciato soprattutto ad acquistare beni non essenziali, dall’abbigliamento alle calzature, ma una volta toccato il fondo hanno iniziato a tagliare anche sul cibo con un crollo record del 3,1 per cento della spesa alimentare nel 2013 rispetto all`anno …

"Europee, la crescita di Grillo Forza Italia ancora sotto il 20% Pd in testa al 34,3%", da Il Corriere della Sera

La campagna elettorale sta entrando nel vivo e la settimana è stata caratterizzata da alcune roboanti dichiarazioni di Grillo e di Berlusconi che sembravano avere finalità diverse: il primo intenzionato ad ampliare il proprio elettorato cercando di intercettare il voto di scontenti e delusi dagli altri partiti; il secondo a limitare le defezioni degli elettori di Forza Italia adottando toni e argomenti forti e facendo leva su aspetti identitari. È presto per dire se queste strategie comunicative avranno effetto. Per il momento nelle intenzioni di voto di questa settimana non si rilevano novità: il Pd rimane in testa con il 34,3%, seguito dal M5S (22,5%), FI (19,2%), Ncd (6,1%) e Lega Nord (5,3%). Al momento sarebbero questi i partiti al di sopra della soglia del 4%, ma la partita è davvero aperta soprattutto per Fratelli d’Italia (3,9%) e, più staccati, Tsipras (3,3%) e Scelta europea (3,0%). I partiti si distinguono non solo per potenziale di voto ma anche per il profilo degli elettorati. I segmenti sociali, infatti, esprimono domande eterogenee e reagiscono diversamente alle promesse …

"Questione docente e riconoscimento della professionalità. Il Ministro ci prova?" di Antonio Valentino

Le dichiarazioni del Ministro sulla differenziazione dei ruoli nell’attività docente, contenute nel testo dell’audizione programmatica al Senato e in recenti interviste, sembrano cogliere un aspetto importante della questione insegnante. Tuttavia i termini del suo ragionamento sono, allo stato attuale, ancora piuttosto confusi; e il riferimento al superamento degli scatti di anzianità introduce elementi di conflittualità che, per i tempi e i modi con cui viene proposto, non aiuta la riflessione.Sembra di capire – ma chi lo può dire? – che per differenziazione di ruoli si voglia intendere una più marcata valorizzazione delle funzioni aggiuntive all’insegnamento e la previsione di altre “figure di presidio” di aree strategiche (orientamento, formazione, integrazione, sostegno) che potrebbero anche operare su più scuole del territorio. Come sanno anche le pietre, è un tema, questo, collegato ad una diversa progressione di carriera, che è ricorrente nel dibattito sul pianeta scuola. Qui si intende riprendere la questione mettendo al centro della riflessione quelle che il Ministro ha indicato come “le parole chiave” del suo programma di lavoro, presentato nella già citata udienza: competizione …

"Alfabeto Grillo", di Mario Lavia

In fondo, l’anatema più sintetico e terribile che Beppe Grillo abbia scagliato contro i politici italiani è questo: voi siete fuori dal tempo. Se da un lato non è certo la prima volta che nella vicenda nazionale si imponga il clivage vecchio-nuovo, è certamente inedito il fatto che dal punto di vista elettorale ciò si sia connotato come il vero discrimine fra un soggetto – il MoVimento 5 Stelle – e tutti gli altri. Il (presunto) nuovo contro il (presunto) vecchio. Nella grande scia storico-psicologica apertasi con la crisi di Lehman Brothers, e nel vento italiano striato di arancione e rottamazioni varie, il grillismo è diventato come la picca alla quale infilare la testa del vecchio sistema (d’altronde i riferimenti a miti e simboli della Rivoluzione francese si vanno sprecando: e la picca rende l’idea). L’esito è noto, e conforme alla dicotomia dell’uno contro tutti: uno solo ha vinto e tutti gli altri hanno perso. Ergo, Grillo non ha vinto sull’idea di futuro. Sulle proposte. Non si può credere che abbia conquistato tutti quei voti …

"Università: l’analisi e la diagnosi dell’ANVUR e le intenzioni della Ministra Giannini", di Fabio Matarazzo

Cosa dovrebbe fare un ministro alla luce della mole di informazioni fornite dal Rapporto sullo stato dell’università e della ricerca dell’ANVUR? Fabio Matarazzo, già Direttore Generale del MIUR, non solo dà qualche suggerimento, ma sottolinea l’urgenza di rottamare alcuni vacui ritornelli: “Le 615 pagine del rapporto ci consentono ora di conoscere da vicino, come mai finora, le specifiche situazioni in cui si articola il sistema. … E’ importante, migliorarne standard e risultati. Ma se si vuole intraprendere questa via, l’unica, a mio parere, in grado di assicurare il progresso di tutte le diversificate realtà con un percorso di continuo accompagnamento, deve dimenticarsi il risonante ma, alla prova dei fatti, vacuo ritornello della competitività, del merito, dei premi che poi non arrivano e delle punizioni che poi si rivelano impossibili.” L’Agenzia di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) ha presentato a Roma, il 18 marzo, il suo primo rapporto biennale, cioè il “ Rapporto sullo stato del sistema universitario e della ricerca per il 2013”. La versione integrale, di ben 615 pagine, si può …

Come salvare gli studenti dal “rinuncianesimo”, di Antonello Guerrera

La scuola? Non serve a niente. Non è solo un diffuso e stucchevole stereotipo, ma anche il titolo dell’ultimo, graffiante libro di Andrea Bajani, arricchito dai contributi, tra gli altri, di Massimo Recalcati, Mariapia Veladiano e Marco Lodoli. La scuola non serve a niente è sicuramente una forbita provocazione del 38enne scrittore, che sviscera le lacune dell’istruzione italiana, oggi sempre più abbandonata dagli studenti, come mostrano ricchi video, grafici e statistiche allegati al volume. Ma è anche il denso auspicio di un’istruzione che sia sì focolare di nozioni e conoscenze, ma soprattutto faro brillante di una più lucida lettura del mondo. Affinché alunni e studenti possano dare “un nome alle cose” di questa sfuggente società liquida. Insomma, Bajani, perché oggi «la scuola non serve a niente »? «È un paradosso: oramai è diventato un mantra della nostra società per qualsiasi cosa, dall’economia al lavoro. Invece, bisogna uscire da questa logica utilitaristica: la scuola non deve soltanto “servire”, alla stregua di una chiave inglese. Bisogna tornare a quello che c’è dentro la scuola». E cosa c’è …

"Avanza lo spettro del nuovo populismo I l suo fondatore è il «vecchio» Bossi", di Paolo Franchi

Populismo, populisti. A meno di un mese dalle elezioni per il Parlamento di Strasburgo se ne parla come di uno spettro che si aggira per l’Europa. Senza trovare nei partiti e negli establishment tradizionali degli acchiappafantasmi capaci di metterlo in scacco. Se si materializzerà lo capiremo subito dopo il 25 maggio, quando sapremo se il fronte neopopulista incardinato sull’alleanza tra Marine Le Pen e il leader del Pvv olandese Geert Wilders sarà riuscito o no a dar vita a un suo eurogruppo, per la cui costituzione occorrono 25 deputati eletti (e sta qui la difficoltà principale) almeno in 7 dei 28 Stati membri dell’Unione. Già adesso paghiamo però, e ancor più rischiamo di pagare in futuro, un prezzo salato anche al pressapochismo politico e culturale con il quale in questi anni è stato affrontato un fenomeno che non si lascia esorcizzare né da sprezzanti alzate di spalle né, tanto meno, dagli anatemi. Perché ha una storia ormai antica, che comincia con i narodnik russi e il People’s Party americano di fine Ottocento, e passa per …