Giorno: 24 Maggio 2014

"L’amaca", di Michele Serra

Un grazie di cuore al Fatto Quotidiano. Non perché abbia intervistato Licio Gelli (ci era riuscito anche Piero Pelù); ma perché, intervistandolo, è riuscito a farmi decidere per chi votare, levandomi da una incertezza che durava da settimane. Il Venerabile (epiteto che ha il pregio di rendere perfettamente ridicola la massoneria mondiale nel suo complesso) è stato uno deiprotagonisti di spicco di quel livello occulto e violento del potere italiano che per più di mezzo secolo ha mestato il mestabile, depistato il depistabile, insanguinato l’insanguinabile con un solo obiettivo strategico, da ottenere con qualunque mezzo: tenere la sinistra lontana dal potere. E ancora oggi, decrepito e sostanzialmente impunito come molti dei suoi compari, lo rivendica, vantando l’ininterrotto rapporto con i servizi segreti nei quali fu introdotto — lo dice lui — da Mussolini in persona. Bene: questo campione di democrazia, che tra le altre cose si augura che “un tributo di sangue” (ancora?) porti a una “rivoluzione” in Italia, parla con spregio e ostilità di Matteo Renzi. È il tassello che mi mancava per decidere …

"Le incognite europee", di Andrea Bonanni

Ogni elezione ha le sue incognite. Quella di domani ne ha addirittura trenta: ventotto incognite nazionali, e due grandi incognite europee. In ogni Paese il responso degli elettori sarà letto alla luce degli equilibri locali. In Italia ci si chiede se Grillo diventerà il primo partito superando il Pd. IN FRANCIA si guarda con timore all’annunciato trionfo dell’ultra destra di Marine Le Pen. In Olanda i primi exit poll sembrano smentire la vittoria annunciata del populista Geert Wilders. In Gran Bretagna si aspetta di capire se lo Ukip, il partito che vuole l’uscita dall’Ue, diventerà la seconda o la terza forza politica. In ciascuno dei ventotto Paesi dell’Unione il voto delle europee potrebbe avere serie ripercussioni di politica interna pur non esercitando effetti diretti sui parlamenti nazionali. Alla fine però tutti questi interrogativi rischiano di mettere in secondo piano la vera posta in gioco alle elezioni di domani, che è il colore politico dell’Europa e delle sue istituzioni. E qui le incognite sono due: quanto spazio prenderanno in Parlamento i movimenti anti-europei, ma, soprattutto, chi …

Caso Alpi, il Sisde: «Dietro l’omicidio il traffico d’armi», da L'Unità

L’ipotesi del traffico di armi quale movente dell’omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin era emersa subito dopo l’omicidio, il20marzo1994, e veniva confermata dal lavoro dei servizi di intelligence italiani in Somalia. Il primo appunto riservato del Sisde (l’allora servizio segreto civile) risale al 7 maggio del 1994. Vi si riferisce la vox populi secondo le quali il duplice omicidio sarebbe stato «conseguenza, fra le altre ipotesi, della missione che i due italiani avrebbero effettuato qualche giorno prima della loro morte a Bosaso, città nella quale avrebbero avuto modo di visitare la motonave “21 ottobre”, sequestrata dai miliziani del Ssdf». «La giornalista – continuava la nota del Sisde – avrebbe inoltre, sul posto, raccolto informazioni riguardanti la vicenda del sequestro della nave e della cattiva gestione dei fondi investiti dal governo italiano ». Secondo il Sisde, a Bosaso, poco prima di morire, Ilaria e Mirovan avrebbero «in particolare documentato una partita d’armi marchiata Cccp». C’è un secondo appunto del Sisde (31 maggio 1994) che segue la stessa pista: «La nave della cooperativa italo-somala “Somalfish” sequestrata, …

L'Unità non si spegne. Bonifazi: «Pd troverà soluzione solida»

Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito Democratico, interviene sulla vertenza del nostro giornale: «L’Unità è un prezioso e insostituibile strumento di informazione che va sostenuto e rilanciato. Esprimiamo solidarietà ai giornalisti e ai poligrafici che con grande responsabilità hanno permesso al giornale di continuare a essere presente nelle edicole nonostante gli stipendi bloccati. Il Partito Democratico farà di tutto affinchè si faccia chiarezza sul futuro della testata e dei suoi lavoratori. Ci faremo carico di individuare una soluzione urgente e solida per consentire all’Unità di continuare a svolgere il proprio ruolo nel panorama dell’editoria del Paese». L’Unità 24.05.14

"La Ue tra europeisti ed eurodelusi", da L'Unità

L’incoerenza avrebbe giocato un brutto tiro a Geert Wilders, il campione olandese del populismo xenofobo e anti-europeo. I sondaggi lo davano in testa ma secondo gli exit poll (nei Paesi Bassi si è votato giovedì – 26 i deputati da eleggere) non sarebbe andato oltre il terzo posto: solo un terzo dei potenziali elettori del Partij vor de Vrijheid (partito per la libertà) sarebbe andato alle urne. Era stato proprio Wilders a dire che lui il parlamento europeo lo vorrebbe sciogliere e tanti giustamente si devono esser chiesti perché andare a votare per qualcosa che si vuole far sparire. Conforta l’idea che gli insulti di Wilders ai «marocchini» di tutte le nazioni e le campagne per bandire le moschee non abbiano sfondato come si temeva. I partiti tradizionali, il liberale Vvd del premier Mark Rutte, i laburisti e i cristiano-democratici sono sulla difensiva e con il vento in poppa parrebbero esse- re solo i liberali di sinistra di D66 e i socialisti, molto critici verso le politi- che di Bruxelles. Ci si chiede quanto Wilders …

La morale del caso Pomezia «Chi ha meno riceve meno», di Valeria Fedeli e Raffaele Ranucci

Siamo stati tra i primi a commentare e stigmatizzare la scelta del doppio menu sulla base del reddito voluto dal Sindaco di Pomezia per le bambine e i bambini che frequentano le scuole. Quel sindaco è del Movimento 5 Stelle, ma avremmo criticato con la stessa forza una scelta così discriminatoria qualsiasi fosse stato il colore politico di quell’amministrazione. Certo però colpisce particolarmente, ed è particolarmente emblematico, che quella scelta venga proprio da un esponente grillino. Il merito di quella scelta segna una differenza nel modo di intendere la responsabilità da parte di chi governa e di praticare l’uguaglianza, che dovrebbe essere il valore cui tutta la classe politica e dirigente si ispira. Non è la prima volta che assistiamo a scelte palesemente inique e discriminatorie, ma desta preoccupazione e allarma che il protagonista di queste scelte sia proprio quel Movimento che pretende di esprimere un nuovo modello di politica. Perché quello che emerge è un modello retrogrado, egoista, superficiale. Pensare che in una scuola si possano servire menu diversi a seconda di quanto la …

L’ultimo affondo di Renzi “Saremo noi a salvare l’Italia il governo andrà avanti se vinco o perdo non cambia”, di Francesco Bei

«Noi salveremo l’Italia. Lo faremo anche per chi ci fischia e nonostante loro. Non lasceremo il Paese a chi lo vuole distruggere». Matteo Renzi torna a Firenze, lì dove tutto è cominciato. Dove, come dice il candidato sindaco Dario Nardella, «cinque anni fa un manipolo di giovani è partito credendo che si potesse cambiare l’Italia». I dubbi sulla piazza, che all’inizio stentava a riempirsi, vengono spazzati via alle dieci di sera quando, dal palco montato di fronte alla Loggia dei Lanzi (dove lo voleva sempre Enrico Berlinguer), il premier può finalmente abbracciare con lo sguardo una distesa di volti e di bandiere. È allora, in un momento di silenzio, che un anziano riesce a prevalere sulla folla e urla con quanta voce ha in corpo: «Matteo, ‘un ci ferma più nessuno!». Renzi ride. Vista da qui certo è un’Italia diversa. I fischi e le proteste certo ci sono, come quelli dei movimenti per la casa, ma arrivano molto attutiti. Grillo sembra un fantasma lontano. Se non fosse per uno striscione che lo evoca: «Noi da …