Giorno: 25 Gennaio 2011

"La difesa del bene comune", di Vito Mancuso

Nel discorso di ieri, atteso dall´Italia con un interesse forse mai avuto prima per le parole di un Presidente della Cei, il cardinal Bagnasco ha disposto le artiglierie, ha caricato i proiettili, ha puntato nella direzione giusta. E ha iniziato a colpire con parole infuocate come non era mai accaduto prima i comportamenti del capo del governo, andando ad affiancare le sue critiche a quelle espresse in precedenza dal Presidente della Repubblica e dal Presidente degli industriali. Quando però è stato il momento di compiere la missione fino alla fine, il cardinale ha rivolto le sue armi altrove. Il risultato, quest´oggi, è che tutti possono dire che sono contenti, persino i sostenitori del governo, per una situazione analoga a quella del dopo-elezioni quando nessuno dice di avere perso. La gerarchia cattolica aveva l´occasione di aiutare gli italiani a fare chiarezza per uscire da una situazione che li rende ridicoli al mondo e peggio ancora a se stessi, ma non è stata capace di portarla avanti fino in fondo, immolandola sull´altare della diplomazia. Bagnasco ha esordito …

"Una valanga di impugnative rischia di travolgere la Gelmini", di Pippo Frisone

Soltanto nella scuola si stimano in almeno 50mila le raccomandate inviate dai precari docenti e ata all’indirizzo del Miur in viale Trastevere. Il 23 gennaio 2011 son scaduti i termini previsti dal collegato-lavoro per impugnare le irregolarità ela reiterazione dei contratti a termine. Soltanto nella scuola si stimano in almeno 50mila le raccomandate inviate dai precari docenti e ata all’indirizzo del Miur in viale Trastevere. La maggior parte delle impugnative riguarda l’abuso fatto dal MIUR con la reiterazione dei contratti a termine per più di tre anni. La violazione è palese, come stanno riconoscendo i Giudici, quando le ragioni della reiterazione non poggiano su motivi oggettivi (tecnici-produttivi-organizzativi o sostitutivi) ma solo su una scelta dell’Amministrazione mirata al risparmio della spesa sul personale. Una volta determinata la quantità complessiva di organici (di diritto e di fatto) per garantire il funzionamento del servizio scolastico, la mancata stabilizzazione dei precari assunti a T.D.su posti liberi e vacanti per oltre un triennio non trova più alcuna giustificazione. La violazione non è solo della direttiva CEE del 28.6.99 che recepisce …

"Moratti, 50 milioni di consulenze d´oro", di Luca De Vito

Era il 16 febbraio del 2009 quando ad Arcore Letizia Moratti fu costretta a sacrificare il suo braccio destro, l´uomo che il sindaco di Milano avrebbe voluto (incontrastato) anche al comando dell´Expo del 2015. Eppure, a distanza di due anni, Paolo Glisenti detiene ancora il record degli “stipendi d´oro” concessi dal Comune: 987mila euro, dal luglio del 2006 fino a quello showdown. Il suo, però, è solo il caso più eclatante di cinque anni di consulenze d´oro affidate dall´amministrazione di centrodestra. Perché adesso che, per la prima volta, è saltato fuori l´elenco completo degli incarichi esterni distribuiti dalla giunta, si scopre che la cifra totale sfiora i 50 milioni di euro. Bisogna scorrerle tutte, le 195 pagine fitte di nomi anche di studi professionali, associazioni, università. E superconsulenti. Dentro c´è di tutto: da chi è stato chiamato per tenere corsi di lingua o danza per i cittadini nei consigli di zona, alle grosse commesse necessarie per la progettazione e la direzione tecnica dei lavori pubblici. Sommando le parcelle si superano i 48 milioni (e mancano …

"Scuola, corsa al liceo scientifico", di Flavia Amabile

Ultimi giorni per le iscrizioni al prossimo anno scolastico. I primi rilevamenti del Ministero raccontano il boom dello scientifico con indirizzo in scienze applicate. Chi ha un figlio in quinta elementare, terza media o all’ultimo anno della materna lo sa, è questo il momento di scegliere. C’è tempo fino al 12 febbraio per decidere ma, tra open-day e ricerche sui siti web degli istituti, i genitori sono in fibrillazione da tempo. Ai nastri di partenza sono quasi sette milioni di alunni in totale. Di questi poco più di mezzo milione sono alle prese con la scelta delle superiori e, a quanto sembra, si stanno orientando soprattutto verso i licei e soprattutto verso un particolare tipo di liceo: lo scientifico con indirizzo di scienze applicate. E’ un vero boom a giudicare almeno da quanto è stato comunicato dal ministero. Mancano ancora più di tre settimane alla scadenza dei termini visto che di sicuro ci sarà una proroga di qualche giorno perché ancora non si è assestato del tutto il sistema di intese tra Regioni e istituti …

La rivolta degli umanisti "Discriminati dal governo", di Simonetta Fiori

Solo scienziati e università del Nord nell´agenzia che valuta gli atenei. Le discipline umanistiche? Non esistono per il governo italiano. Non esiste la storia. Non esiste l´italianistica. Non esiste lo studio dell´arte e dell´archeologia. Non esistono la filosofia né l´estetica. Non esiste, in sostanza, quella tradizione di saperi che conserva il patrimonio e la memoria di un paese. Dal consiglio direttivo dell´Anvur (l´agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), nominato dal Consiglio dei ministri, sono stati esclusi gli studiosi delle scienze umanistiche. Ed è stato escluso l´intero Mezzogiorno, nel senso che non vi figura nessun rappresentante delle facoltà collocate a Sud di Roma. All´agenzia spetta un compito fondamentale: giudicare la qualità degli atenei e degli enti di ricerca. Dalle valutazioni discendono i finanziamenti che premiano i risultati migliori. Per questa ragione l´esclusione dell´area umanistica solleva allarme e preoccupazione nella comunità intellettuale. E diventa anche un caso politico. «Ora che finalmente l´Agenzia viene attivata», ha dichiarato Luigi Zanda, vicepresidente del gruppo del Partito Democratico a Palazzo Madama, «il governo ricade nella cattiva abitudine …

«Quattro euro l’ora ma chi vuole lavorare deve cederne una parte», di Giuseppe Vespo

Stefania Crogi, segretaria generale Flai-Cgil, cos’è il caporalato in agricoltura? «È il mercato delle braccia, che ha sostituito il collocamento pubblico: quando un’azienda ha bisogno di raccogliere o stoccare prodotti agricoli si rivolge ai caporali. Questi selezionano le persone da portare nei campi o nelle aziende agroalimentari ». Come avviene il reclutamento? «Sia nel modo classico, la mattina presto nella piazza del paese, sia coi telefonini: si riuniscono le persone in un punto e le si carica sul camioncino per portarle nei campi ». Quanto guadagna chi lavora in questo modo? «Circa quattro euro l’ora, per otto ore al giorno e nei periodi di maggior lavoro si arriva a dodici ore al giorno. Ma chi vuole lavorare è costretto a cedere parte del salario giornaliero al caporale». Il caporale è,come lo si immagina, il signorotto di campagna? «Nel meridione in parte sì. Al centro- nord, invece, dove il fenomeno si è esteso, il caporalato spesso è messo in atto dalla criminalità organizzata, che così entra nelle aziende sane, o dalle agenzie che forniscono manodopera. In …

"Ma noi siamo donne o bambole?", di Irene Tinagli

Molte donne in questi giorni si stanno interrogando sul loro ruolo nella società italiana, come è accaduto ogni volta che, in questi ultimi anni, qualche scandalo sessuale ha scosso il mondo della politica. Eppure la questione del ruolo femminile in Italia ha radici più profonde e diffuse di quanto emerga dalle ultime vicende di cronaca e va ben oltre i confini di Arcore o di via Olgettina. Se l’ennesimo scandalo che coinvolge il premier serve a riaprire il dibattito su un tema così importante, va bene, ma se vogliamo davvero cogliere l’occasione per una riflessione approfondita, non possiamo fermarci lì. Forse val la pena ricordare alcuni dati resi noti pochi giorni fa dall’Istat e passati quasi sotto silenzio: in Italia una donna su due non lavora e non cerca lavoro. Donne semplicemente «inattive». Si tratta di un tasso di inattività che supera quello di tutti gli altri 26 Paesi europei (con l’esclusione di Malta, se questo può consolare). Specularmente, le donne «attive» sono il 46,3%, un dato che fa vergognare di fronte al 66,2% della …