Giorno: 19 Gennaio 2011

Le parlamentari Pd: Berlusconi calpesta la dignità delle donne

L’on. Ghizzoni e la sen. Bastico tra le firmatarie della richiesta di dimissioni del premier. Ci sono anche due parlamentari modenesi del Pd – l’on Manuela Ghizzoni e la sen. Mariangela Bastico – tra le firmatarie della richiesta di dimissioni di Silvio Berlusconi presentata dalle deputate democratiche. “La dignità delle donne e delle istituzioni – si legge nell’appello – non può essere ulteriormente calpestata: Berlusconi si deve dimettere. Siamo all’ultima fermata, quella dei festini con le minorenni, della sovrapposizione fra vita privata e ruolo pubblico del premier, abituato a comprare tutto: aziende, deputati, donne. Non in nostro nome, Presidente Berlusconi. Restituisca la dignità che ha scippato alle donne, al Parlamento, al Paese. Si Dimetta”. Parole che riecheggiano nella lettera aperta che le donne della segreteria del Pd hanno indirizzato al Presidente del Consiglio per invitarlo a rassegnare le dimissioni. Nella lettera si punta il dito sull’imbarazzo di un intero Paese causato dal comportamento del Premier, che riduce le donne a merce e oggetto di scambio. Mentre, come conclude la lettera aperta “le donne di questo …

"La svolta di Bersani: è ora di pensare al voto", di Maria Teresa Meli

«A questo punto dobbiamo anche pensare al voto anticipato»: così il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. E una svolta per il Partito democratico. Finora la parola elezioni era stata pronunciata solo davanti ai microfoni, alle telecamere e ai giornalisti per dimostrare che non si aveva paura del ricorso alle urne. Ma questa volta nel Pd si punta sul serio a questo obiettivo. Bersani non sta parlando a uso e consumo dei cronisti, ma sta esaminando la situazione con alcuni dei suoi fedelissimi, al riparo — almeno teoricamente — da orecchie indiscrete. Il segretario del Pd è seriamente convinto che le urne potrebbero portar bene al centrosinistra E che, comunque, la situazione si sta incancrenendo e il voto potrebbe essere l’unica strada per rimettere in moto li Paese. L’altro ieri, dopo che i commissari del partito avevano visto le carte, si era tenuta una riunione lampo per valutare la situazione- e già in quell’incontro si era fatta strada l’idea delle elezioni anticipate_ il giorno appresso, l’ulteriore accelerazione. «Credo che ormai il Paese si sia stufato …

"La guerra del gossip da Mussolini al premier", di Gian Antonio Stella

«Io non sono il garzone di un barbiere, ho una posizione da rispettare» . Settant’anni prima di Silvio Berlusconi, perfino Benito Mussolini si era posto il problema del decoro. Era il Duce, era osannato dalle folle, aveva in pugno l’Italia, i giornalisti erano così servili che la Stampa arrivò a scrivere che il suo cavallo bianco, quando lui gli parlava, nitriva «in modo significativo» . E non c’era magistrato, anche se l’adulterio sulla carta poteva essere perseguito, che mai e poi mai avrebbe osato inquisirlo. Era lui che comandava i giudici. Eppure se lo pose, il problema. La rilettura di Mussolini segreto, diari di Claretta Petacci curato da Mauro Suttora e uscito nel 2009 da Rizzoli, alla luce di quanto accade in questi giorni, è assai interessante. Aiuta a capire come sono cambiati i costumi. Nel Paese ma soprattutto lassù in alto. Nel mondo del potere. Il Capoccione, infatti, pagina dopo pagina, sembra avere quasi l’ossessione di non dare scandalo. E se non perde occasione per mostrare i muscoli su tutto il resto, in questa …

Donne pd: indignatevi. Le colleghe pdl: è fango

Non si scandalizza Giorgia Meloni, ministra della Gioventù. Anzi è certa che si tratti «dell´ennesima inchiesta per finalità di lotta politica». E le carte dello scandalo delle serate del premier ad Arcore, la minorenne Ruby? Per Meloni è tutt´al più gossip. Risponde con una lettera al responsabile dei giovani del Pd, Fausto Raciti che le aveva chiesto di battere un colpo: «Non c´è nessun reato in un mare di intercettazioni – scrive – fatte per sfregiare l´immagine pubblica del premier, ma non avrei paura ad esprimere una assoluta condanna se fosse provato quanto asserito dai pm». Difende a spada tratta Berlusconi anche Stefania Prestigiacomo: «Nei confronti del premier c´è un tentativo di character assassination». Mariastella Gelmini rincara: «Ad Arcore mai sollazzo solo lavoro». Insomma, schierate e inquadrate, le donne del Pdl non scaricano Berlusconi. E dal Pd incalzano. Le donne della segreteria democratica lanciano una raccolta di firme con la parola d´ordine: «È stata calpestata la dignità delle donne chiediamo rispetto». Parlamentari democratiche chiedono alle «colleghe del Pdl un sussulto di dignità». Barbara Pollastrini ministro …

«Peggiorando le condizioni di lavoro non si va lontano», intervista a Giulio Sapelli di Oreste Pivetta

Marchionne che fa l’arrogante e non presenta uno straccio di piano, la Cisl che se ne infischia della Fiom, Sacconi che fa il tifo… Giulio Sapelli, storico dell’economia, torinese, grande esperto di globalizzazione e di auto, avrebbe critiche anche per la Fiom, ma le «colpe» del metalmeccanici Cgil si stemperano nel marasma generale, nel pasticcio di Mirafiori, ingigantito dai soliti trombettieri al soldo… Professor Sapelli, intanto Marchionne grida vittoria e promette di estendere l’esperimento… «Di Marchionne vorrei dire che si è comportato nel peggiore dei modi possibili, imitato dai metalmeccanici della Cisl, gestendo la sua sfida industriale nell’epoca della globalizzazione come mai avrebbe dovuto, con un’enfasi insensata, ignorando che altre strade sono possibili. Gli ricorderei, ad esempio, quanto è avvenuto con Federchimica: grazie a quello che io definisco metodo Squinzi, il presidente, sono stati chiusi contratti che presentavano clausole ben più dure. Ma Squinzi ha saputo garantire in cambio innovazione, partecipazione e democrazia, difesa dell’integrità psicofisica dei lavoratori, persino sostenibilità ambientale. Persino tra i metalmeccanici le cose sono andate meglio, come è capitato alla Sandretto …

"L'evidenza delle prove", di Giuseppe D'Avanzo

Claqueurs ripetono le solite mosse. Modificano il segno dei fatti accertati. Abitano lo stesso Palazzo lontano dal cuore del Paese. Appartengono alla stessa famiglia e sono feroci nella difesa dello status quo, ordinato intorno al Sovrano istupidito da una sexual compulsivity e dall´amore di sé, Nerone, Eliogabalo, maiestas indegna nel suo modo di essere, ridicola nelle sue fantasticherie, nei suoi gesti, nel suo corpo, grottesca nella sua sessualità.Indifferenti alla meccanica del potere del Sovrano, maschere salmodianti organizzano quadri dove “vero/falso”, “giusto/ingiusto”, “corretto/improprio” sono qualifiche fluide e manipolabili. Vogliono che ogni figura logica svanisca nella nebbia e usano formule confusamente sonore, «accanimento», «deriva giustizialista», «attacco politico», addirittura «golpe». Ugole ubbidienti agitano addirittura il fantasma mentale del Complotto, fiaba degli impotenti, inganno degli irresponsabili che temono la realtà. È comodo da ribaltare il vaniloquio. Non c´è alcuna «trappola». Nella gabbia Berlusconi s´infila da solo. Una puttana brasiliana lo avverte mentre è a Parigi in una cerimonia ufficiale: la sua Ruby è in Questura. Ruby è del Sovrano. Ha cominciato a vedersela intorno nel 2009: la fanciulla ha …

"Forza Terzo polo, magari su Bondi…", di Mario Lavia

Aria strana, ieri, in Transatlantico. Molto nervosismo, dietro la scorza granitica del “non mollare”, a destra. Clima di attesa, e di speranza, a sinistra. Eppure è stata una giornata importante, molto importante. Dopo la giornata dei “400 colpi” (le 400 pagine) sparati dalla procura di Milano che hanno costretto Berlusconi all’arrocco televisivo e i suoi alleati a stringerglisi intorno, malgrado tutto, ieri la scena è mutata. Con il Quirinale (e i vescovi) in campo. Un’uscita, quella di Napolitano, che ha preoccupato non poco il premier che nel pomeriggio è salito al Colle, con Gianni Letta, per un incontro fissato da tempo sulle prossime iniziative nell’ambito delle celebrazioni del 150esimo dell’unità d’Italia. Berlusconi ha ripetuto i concetti del suo videomessaggio, il presidente della repubblica ha ascoltato e ha ribadito che è necessario che il capo del governo chiarisca: ne va della credibilità dell’esecutivo e dell’efficacia della sua azione. A Berlusconi peraltro non era sfuggito quel riferimento nella nota quirinalizia della mattina all’urgenza di un chiarimento «nelle sedi previste»: senza frapporre ostacoli, dunque. Napolitano è ovviamente molto …