attualità, politica italiana

"La crociata anti-omosessuale dal Cavaliere ad Angelino", di Filippo Ceccarelli

Eccoli di nuovo, come se in un baleno la misura e la sobrietà avessero tolto il disturbo e in 24 ore appena tutto fosse ritornato come prima. Berlusconi super-macho attempato con Putin e Medvedev giubbonatissimi, Dell´Utri soddisfatto dell´ennesimo verdetto. La Santanché che nella consueta e ripristinata tele-rissa punta il dito e s´è “rotta le balle”, la Carfagna ancora una volta costretta spiegare che il suo “non era un calendario”, ma un´altra cosa che non si capisce, ma che lei non rinnega.
Ed ecco di nuovo anche i nemici dei matrimoni fra uomini, gli alfieri della famiglia, i difensori del cuoricino che batte durante l´ecografia, gli eroici paladini di Eluana Englaro, che nelle sue povere condizioni a detta del Capo poteva anche “generare”, eccoli dunque ritornati in servizio.
Nel seminario di Orvieto l´onorevole Alfano, leader a costante e conclamato rischio di offuscamento, pure con un certo piglio ha offerto alla platea di un partito piuttosto diviso e rintronato la fresca risorsa dei valori, anzi dei soliti e maiuscoli Valori, che negli ultimi tre-quattro mesi per la verità s´erano un po´ persi, o almeno sembravano usciti dall´agenda della politica, sovrastati da altre questioncine di qualche rilievo, tipo quella di un possibile default dell´Italia, donde le tasse, le pensioni, la disoccupazione, in pratica quel compiuto disastro economico che il governo di Berlusconi & Bossi ha prima allegramente sottovalutato e poi disperatamente lasciato in eredità a Monti. Il quale Monti, nell´odierna temperie, alle nozze gay e ad altre consimili iniziative è obbligato ad annettere un´importanza molto relativa.
Del relativismo etico invece è apparso ieri impetuosamente preoccupato l´ex ministro Alfano, nelle forme di un eventuale zapaterismo da insediarsi da parte di una sinistra anch´essa tuttavia parecchio divisa su queste faccende, oltre che ridotta in condizioni che ognuno può giudicare abbastanza pietose. Ciò non di meno, strappando un applauso ai maggiorenti – tra i quali nel video si notavano però un tiepido Scajola e un dubbioso Lupi – il giovane leader ha rivendicato il coraggio di dire no alle unioni gay e alla distruzione della famiglia in nome di questi benedetti Valori di cui il Pdl si era per primo dimenticato come facilmente si dimenticano le retoriche fasulle, o le cose dette per dire, non di rado ad alto tasso d´ipocrisia.
E del resto i gay per Berlusconi sono da sempre mera risorsa d´intrattenimento, per giunta autopromozionale. Allusioni, barzellette anche feroci (una sulle sabbiature dei malati di Aids suscitò nel 2000 una pubblica reprimenda dell´allora moglie Veronica), battutine e amenità varie del genere maschiloide, tipo “più ce ne sono e meno concorrenza c´è”.
L´ultima volta in cui Berlusconi affrontò seriamente, per così dire, la questione dei cosiddetti matrimoni era circa un anno fa, al congresso di certi “Cristiano-riformatori” di cui da un po´ si sono smarrite le tracce, ma che allora accolsero il Cavaliere all´Ergife sotto un enorme scritta che diceva: “Nel cuore della Cristianità si incontrano i Valori”, sempre loro.
Per dire il clima, erano i giorni delle sexy infermiere, don Verzé solidarizzava, “ah, peccato che ti facciano perdere così tempo!”, e la Minetti invece aveva a che ridire con il sedere flaccido del suo patrono; il quale al compleanno dell´onorevole Biancofiore, aveva appena lanciato “Forza gnocca”, e intanto prendeva il via la gara per il marchio del bunga bunga (calze, cosmetici, profumi, discoteche, ricami, pure fruste e articoli di selleria). A giorni avrebbe fatto la sua comparsa Sara Tommasi, dal cui telefonino era comunque già partito, diretto a quello del premier, il grazioso sms: “Spero ke krepi kon le tue troie”.
E quasi dispiace rinverdire una stagione su cui lo stile tecnocratico ha disteso da tre mesi una fitta e sospetta coltre di oblio. Ma quel giorno Berlusconi disse, come ieri il suo pseudo-delfino, che di nozze gay non si parlava, “finché governeremo questo paese”. E magari qualcuno in platea tirò anche un sospiro di sollievo, mentre oggi è difficile anche solo immaginare l´effetto che procurano l´irreale, vano proclama di Alfano e di tutti quegli altri poveri e molesti revenant.

La Repubblica 11.03.12

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Alfano: se la sinistra vince nozze gay e coppie di fatto

L´Italia con la sinistra al governo avrebbe nozze gay e coppie di fatto. Il segretario del Pdl Angelino Alfano a due mesi dalle amministrative, attacca sui temi della famiglia. Immediata la reazione del Pd. «Sentendo i toni di Alfano chiedo – scrive il leader Pierluigi Bersani su Twitter – se siamo già in campagna elettorale. Nel caso ci tenga informati, vorremmo partecipare». Rincara la dose la presidente dei senatori democratici, Anna Finocchiaro: «Con queste basse polemiche si rischia solo di creare inutili problemi al governo». «Se il Pd andrà al governo, farà come la sinistra spagnola: nozze gay e coppie di fatto». Da Orvieto il segretario pdl Angelino Alfano attacca il partito democratico. E lancia la sfida all´Udc sul terreno dei valori etici e bioetici, tentando di spezzare l´asse Bersani-Casini. Secondo l´ex ministro della Giustizia, «le prossime settimane dimostreranno chi vuole unire e chi vuole separare i moderati italiani. Separarli, è un modo subdolo per far vincere la sinistra. Noi vogliamo riunirli, ma non lanciamo appelli a nessuno, chi ci sta ci sta». Se il leader centrista non raccoglie («Con Monti si cambia senza nostalgie», si limita a chiosare su Twitter), Bersani, invece, passa al contrattacco alzando la tensione tra Pdl e Pd, fatto, questo, che non è certo piaciuto al premier Monti il cui invito ai partiti a «non allargare lo spread» sembra, dunque, tutt´altro che essere stato recepito.
«Sentendo i toni di Alfano – “twitta” il segretario democratico – chiedo se siamo già in campagna elettorale. Nel caso, ci tenga informati, vorremmo partecipare». Sulla stessa linea il capogruppo dei senatori pd, Finocchiaro: «Se nel Pdl qualcuno sta pensando di mollare il governo Monti e di cominciare la campagna elettorale, ce lo dica chiaramente e si assuma le proprie responsabilità. Certo, se questo è il “quid” che mancava ad Alfano, stiamo freschi». In campagna elettorale, in realtà, ci sono tutti. Le amministrative sono dietro l´angolo. Ed è ancora Alfano a tentare di riannodare i fili del rapporto con la Lega, utilizzando argomenti sensibili per il Carroccio: «Non consegniamo il Nord alla sinistra. Alle prossime elezioni amministrative – annuncia – si deve fare come Pd e Idv, separati a livello nazionale, ma uniti a livello locale».
Una proposta ancora una volta stroncata da Maroni: «Alfano chiede di allearsi con noi per non far vincere la sinistra? – replica l´ex ministro dell´Interno – ma non sono quelli del Pdl alleati con la sinistra a Roma?». «Togliete il sostegno al governo Monti-Dracula – ha aggiunto – e poi (forse) ne riparleremo». Dopo l´offensiva contro il Pd, parte, sempre da Orvieto, quella contro le banche: «Al presidente Abi – tuona Alfano – dirò che il Pdl è al fianco alle banche se saranno al fianco del popolo. Ma saremo contro di loro se gli istituti saranno contro il popolo».
Le affermazioni del segretario Pdl su famiglia e temi etici hanno suscitato le reazioni del mondo gay e della sinistra radicale. «Più che un segretario di partito – commenta Franco Grillini, leader storico di Arcigay – sembra un mullah che spara la sua Jihad contro i matrimoni gay e il testamento biologico sposando le posizioni più fanatiche del clericalismo bigotto. Ci fa ridere che il presunto segretario del partito delle notti brave faccia lezioni di morale». «È incoerente – ha concluso il leader di Sel, Vendola – usare lo spauracchio dei matrimoni gay per un partito che ha prodotto il più esteso impoverimento anche delle famiglie tradizionali, con tagli ai servizi di assistenza ai disabili, agli asili nido e alla salute, tutti risultati della “premiata ditta Berlusconi-Tremonti”».

La Repubblica 11.03.12