Giorno: 14 Marzo 2012

“Desperados del Pdl e il nodo della giustizia”, di Franco Cordero

Stride d´impulsi rivoltosi la lettera 8 marzo, dove 46 senatori Pdl chiedono una mozione di sfiducia nel ministro colpevole d´avere detto, conversando privatamente, che una certa politica gl´ispira schifo (alludeva al vertice dei partiti, impedito dal segretario berlusconiano perché l´ex premier considera: tabù giustizia e Rai): piccola guerra intestina; i miracolati d´una lunga campagna piratesca rimpiangono la baldoria, sapendosi esclusi dal quadro politico appena normale, perciò insorgono contro l´establishment interno, compromesso nel sostegno al governo cosiddetto tecnico; e spiegano al vento bandiera nera, disgustati del padrone abulico. In chiave d´opera buffa ricordano desperados fascisti nell´incipiente primavera 1945, quando i cautelosi cercavano vie d´uscita, con qualche importante differenza: Alessandro Pavolini, devoto alla «bella morte», aveva titoli intellettuali, inclusa un´opera narrativa quasi sperimentale, Scomparsa d´Angela, lodata dalla critica (inverno 1940). L´incidente è meno futile di quanto lascino intendere i gerarchi sicuri della sopravvivenza, male che vada. I due punti in questione toccano nervi scoperti: l´asta delle frequenze televisive non è materia ignorabile dal governo, impegnato a rompere i privilegi parassitari; e il Senato voterà sul canagliesco ddl …

“Desperados del Pdl e il nodo della giustizia”, di Franco Cordero

Stride d´impulsi rivoltosi la lettera 8 marzo, dove 46 senatori Pdl chiedono una mozione di sfiducia nel ministro colpevole d´avere detto, conversando privatamente, che una certa politica gl´ispira schifo (alludeva al vertice dei partiti, impedito dal segretario berlusconiano perché l´ex premier considera: tabù giustizia e Rai): piccola guerra intestina; i miracolati d´una lunga campagna piratesca rimpiangono la baldoria, sapendosi esclusi dal quadro politico appena normale, perciò insorgono contro l´establishment interno, compromesso nel sostegno al governo cosiddetto tecnico; e spiegano al vento bandiera nera, disgustati del padrone abulico. In chiave d´opera buffa ricordano desperados fascisti nell´incipiente primavera 1945, quando i cautelosi cercavano vie d´uscita, con qualche importante differenza: Alessandro Pavolini, devoto alla «bella morte», aveva titoli intellettuali, inclusa un´opera narrativa quasi sperimentale, Scomparsa d´Angela, lodata dalla critica (inverno 1940). L´incidente è meno futile di quanto lascino intendere i gerarchi sicuri della sopravvivenza, male che vada. I due punti in questione toccano nervi scoperti: l´asta delle frequenze televisive non è materia ignorabile dal governo, impegnato a rompere i privilegi parassitari; e il Senato voterà sul canagliesco ddl …

"Perchè bisogna difendere il modello del welfare", di Massimo Giannini

La voglia di dimostrare con la forza della ragione e il rigore dei numeri che ci si può sempre opporre a tutti i conformismi Un saggio di Luciano Gallino illustra le conseguenze economiche di un sistema creato dai più ricchi e che ha elevato la diseguaglianza a ideale di sviluppo. L´unico antidoto è il cuore dell´Europa: lo stato sociale. Nel 1974, quando uscì la prima edizione del Saggio sulle classi sociali, avevo dodici anni. Un ragazzino, in effetti. Ma sei anni dopo, già sufficientemente affamato di politica, trasformai quel libro straordinario di Paolo Sylos Labini nella mia Bibbia. Me lo consigliò il professore di storia e filosofia che mi preparava all´esame di maturità: «Lo devi leggere assolutamente, se vuoi capire qualcosa della società italiana». Aveva ragione. Sono passati quasi trent´anni. Ho perso le tracce di quel professore. E quel grande economista di Sylos Labini purtroppo non c´è più. Ma appena ho finito di leggere l´ultimo libro-intervista di Luciano Gallino (La lotta di classe-Dopo la lotta di classe, scritto insieme a Paola Borgna per Laterza) mi …

“Perchè bisogna difendere il modello del welfare”, di Massimo Giannini

La voglia di dimostrare con la forza della ragione e il rigore dei numeri che ci si può sempre opporre a tutti i conformismi Un saggio di Luciano Gallino illustra le conseguenze economiche di un sistema creato dai più ricchi e che ha elevato la diseguaglianza a ideale di sviluppo. L´unico antidoto è il cuore dell´Europa: lo stato sociale. Nel 1974, quando uscì la prima edizione del Saggio sulle classi sociali, avevo dodici anni. Un ragazzino, in effetti. Ma sei anni dopo, già sufficientemente affamato di politica, trasformai quel libro straordinario di Paolo Sylos Labini nella mia Bibbia. Me lo consigliò il professore di storia e filosofia che mi preparava all´esame di maturità: «Lo devi leggere assolutamente, se vuoi capire qualcosa della società italiana». Aveva ragione. Sono passati quasi trent´anni. Ho perso le tracce di quel professore. E quel grande economista di Sylos Labini purtroppo non c´è più. Ma appena ho finito di leggere l´ultimo libro-intervista di Luciano Gallino (La lotta di classe-Dopo la lotta di classe, scritto insieme a Paola Borgna per Laterza) mi …

“Dirigente Scolastico: cinque tratti per un profilo da ripensare”, di Antonio Valentino

Tra nuove emergenze e complessità più elevate. Le disposizione della L. 111 del luglio scorso, che generalizza il modello degli istituti comprensivi, fissa, com’è noto, nuovi parametri per il dimensionamento degli stessi, portando lo standard a 1000 allievi. D’altra parte, le esperienze delle reggenze degli ultimi anni (che hanno interessato gran parte delle nostre scuole, con aggregazioni di istituti diversi e per un numero complessivo di studenti parecchio superiore ai 500-900 previsti dalle disposizioni per l’autonomia), prefigurano situazioni generalizzate di un modello scolastico con numeri molto oltre la soglia massima indicata. Queste sono, al riguardo, le disposizioni e le linee di tendenza con le quali dobbiamo fare i conti. Tra l’altro, gli interrogativi, come si sa, non riguardano tanto il numero degli allievi, quanto il livello di complessità collegato, nella scuola di base, alle verticalizzazioni e al numero dei plessi coinvolti, e, negli istituti del secondo ciclo, alla presenza di indirizzi afferenti a settori diversi e al numero di scuole aggregate. In ogni caso, i problemi si moltiplicheranno e richiederanno di fare i conti con …

“Dirigente Scolastico: cinque tratti per un profilo da ripensare”, di Antonio Valentino

Tra nuove emergenze e complessità più elevate. Le disposizione della L. 111 del luglio scorso, che generalizza il modello degli istituti comprensivi, fissa, com’è noto, nuovi parametri per il dimensionamento degli stessi, portando lo standard a 1000 allievi. D’altra parte, le esperienze delle reggenze degli ultimi anni (che hanno interessato gran parte delle nostre scuole, con aggregazioni di istituti diversi e per un numero complessivo di studenti parecchio superiore ai 500-900 previsti dalle disposizioni per l’autonomia), prefigurano situazioni generalizzate di un modello scolastico con numeri molto oltre la soglia massima indicata. Queste sono, al riguardo, le disposizioni e le linee di tendenza con le quali dobbiamo fare i conti. Tra l’altro, gli interrogativi, come si sa, non riguardano tanto il numero degli allievi, quanto il livello di complessità collegato, nella scuola di base, alle verticalizzazioni e al numero dei plessi coinvolti, e, negli istituti del secondo ciclo, alla presenza di indirizzi afferenti a settori diversi e al numero di scuole aggregate. In ogni caso, i problemi si moltiplicheranno e richiederanno di fare i conti con …

"Dirigente Scolastico: cinque tratti per un profilo da ripensare", di Antonio Valentino

Tra nuove emergenze e complessità più elevate. Le disposizione della L. 111 del luglio scorso, che generalizza il modello degli istituti comprensivi, fissa, com’è noto, nuovi parametri per il dimensionamento degli stessi, portando lo standard a 1000 allievi. D’altra parte, le esperienze delle reggenze degli ultimi anni (che hanno interessato gran parte delle nostre scuole, con aggregazioni di istituti diversi e per un numero complessivo di studenti parecchio superiore ai 500-900 previsti dalle disposizioni per l’autonomia), prefigurano situazioni generalizzate di un modello scolastico con numeri molto oltre la soglia massima indicata. Queste sono, al riguardo, le disposizioni e le linee di tendenza con le quali dobbiamo fare i conti. Tra l’altro, gli interrogativi, come si sa, non riguardano tanto il numero degli allievi, quanto il livello di complessità collegato, nella scuola di base, alle verticalizzazioni e al numero dei plessi coinvolti, e, negli istituti del secondo ciclo, alla presenza di indirizzi afferenti a settori diversi e al numero di scuole aggregate. In ogni caso, i problemi si moltiplicheranno e richiederanno di fare i conti con …