Giorno: 16 Marzo 2012

“Il Fisco può aiutare il Pil dell’arte”, di Lorenzo Bini Smaghi

L’Italia ha il più importante patrimonio culturale al mondo, ma la cultura contribuisce per poco più del 2% al Pil, meno della metà di Francia e Germania. Il potenziale di crescita è enorme, ma mancano capacità e fondi. Il dibattito italiano si è a lungo focalizzato su quest’ultimo aspetto, lamentando la scarsità di fondi pubblici e il trattamento fiscale poco favorevole ai contributi privati. D’altra parte, l’Italia non primeggia solo per l’entità del suo patrimonio ma anche, purtroppo, per il suo ingente debito pubblico. Non sorprende dunque che le proposte di agevolazione fiscale per il settore della cultura che sono state finora avanzate siano state sistematicamente bocciate da chi ha come compito di tenere sotto controllo la finanza pubblica del Paese. Bisogna dunque rovesciare il ragionamento e avanzare proposte che inneschino un nuovo processo di sviluppo nel settore della cultura in Italia senza pesare sul bilancio pubblico. L’esperienza dimostra che il settore privato è disposto ed è interessato a finanziare la cultura, ma è scoraggiato dalla complessità delle procedure. Anche l’erario avrebbe un beneficio se …

"Il Fisco può aiutare il Pil dell'arte", di Lorenzo Bini Smaghi

L’Italia ha il più importante patrimonio culturale al mondo, ma la cultura contribuisce per poco più del 2% al Pil, meno della metà di Francia e Germania. Il potenziale di crescita è enorme, ma mancano capacità e fondi. Il dibattito italiano si è a lungo focalizzato su quest’ultimo aspetto, lamentando la scarsità di fondi pubblici e il trattamento fiscale poco favorevole ai contributi privati. D’altra parte, l’Italia non primeggia solo per l’entità del suo patrimonio ma anche, purtroppo, per il suo ingente debito pubblico. Non sorprende dunque che le proposte di agevolazione fiscale per il settore della cultura che sono state finora avanzate siano state sistematicamente bocciate da chi ha come compito di tenere sotto controllo la finanza pubblica del Paese. Bisogna dunque rovesciare il ragionamento e avanzare proposte che inneschino un nuovo processo di sviluppo nel settore della cultura in Italia senza pesare sul bilancio pubblico. L’esperienza dimostra che il settore privato è disposto ed è interessato a finanziare la cultura, ma è scoraggiato dalla complessità delle procedure. Anche l’erario avrebbe un beneficio se …

“Il Fisco può aiutare il Pil dell’arte”, di Lorenzo Bini Smaghi

L’Italia ha il più importante patrimonio culturale al mondo, ma la cultura contribuisce per poco più del 2% al Pil, meno della metà di Francia e Germania. Il potenziale di crescita è enorme, ma mancano capacità e fondi. Il dibattito italiano si è a lungo focalizzato su quest’ultimo aspetto, lamentando la scarsità di fondi pubblici e il trattamento fiscale poco favorevole ai contributi privati. D’altra parte, l’Italia non primeggia solo per l’entità del suo patrimonio ma anche, purtroppo, per il suo ingente debito pubblico. Non sorprende dunque che le proposte di agevolazione fiscale per il settore della cultura che sono state finora avanzate siano state sistematicamente bocciate da chi ha come compito di tenere sotto controllo la finanza pubblica del Paese. Bisogna dunque rovesciare il ragionamento e avanzare proposte che inneschino un nuovo processo di sviluppo nel settore della cultura in Italia senza pesare sul bilancio pubblico. L’esperienza dimostra che il settore privato è disposto ed è interessato a finanziare la cultura, ma è scoraggiato dalla complessità delle procedure. Anche l’erario avrebbe un beneficio se …

"Laurea, un colpo a poveri e Sud", di Franco Frabboni

Abolire il valore legale sarebbe un grave danno per il Mezzogiorno e per i ceti meno abbienti. Si penalizzerebbe fortemente l’emanicipazione culturale e professionale delle ragazze meridionali. Con molto vigore, gli studenti e i docenti si sono opposti alle leggi della Gelmini che hanno infestato, per un quadriennio, il mondo universitario di un «neoliberismo » incolto e senza futuro. Fortunatamente, sono ben altri i volti – per pulizia morale e sguardo democratico – del premier Mario Monti e del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. Entrambi hanno ben altra cultura unita a competenza, moralità, buone maniere. Tuttavia, vorrei esprimere alcune riserve sul tema del valore legale del titolo di studio universitario di cui si discute in queste settimane. È positiva la decisione di promuovere una consultazione sulla sua abolizione osul come, viceversa, mantenerlo e qualificarlo. Non condivido però le argomentazioni con le quali si è aperto il dibattito, perché possono accendere una microconflittualità tra sedi universitarie: tra Nord e Sud , tra mega e mini atenei, tra le discipline vicine alla ricerca applicata e quelle umanistiche. Le …

“Laurea, un colpo a poveri e Sud”, di Franco Frabboni

Abolire il valore legale sarebbe un grave danno per il Mezzogiorno e per i ceti meno abbienti. Si penalizzerebbe fortemente l’emanicipazione culturale e professionale delle ragazze meridionali. Con molto vigore, gli studenti e i docenti si sono opposti alle leggi della Gelmini che hanno infestato, per un quadriennio, il mondo universitario di un «neoliberismo » incolto e senza futuro. Fortunatamente, sono ben altri i volti – per pulizia morale e sguardo democratico – del premier Mario Monti e del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. Entrambi hanno ben altra cultura unita a competenza, moralità, buone maniere. Tuttavia, vorrei esprimere alcune riserve sul tema del valore legale del titolo di studio universitario di cui si discute in queste settimane. È positiva la decisione di promuovere una consultazione sulla sua abolizione osul come, viceversa, mantenerlo e qualificarlo. Non condivido però le argomentazioni con le quali si è aperto il dibattito, perché possono accendere una microconflittualità tra sedi universitarie: tra Nord e Sud , tra mega e mini atenei, tra le discipline vicine alla ricerca applicata e quelle umanistiche. Le …

“Laurea, un colpo a poveri e Sud”, di Franco Frabboni

Abolire il valore legale sarebbe un grave danno per il Mezzogiorno e per i ceti meno abbienti. Si penalizzerebbe fortemente l’emanicipazione culturale e professionale delle ragazze meridionali. Con molto vigore, gli studenti e i docenti si sono opposti alle leggi della Gelmini che hanno infestato, per un quadriennio, il mondo universitario di un «neoliberismo » incolto e senza futuro. Fortunatamente, sono ben altri i volti – per pulizia morale e sguardo democratico – del premier Mario Monti e del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. Entrambi hanno ben altra cultura unita a competenza, moralità, buone maniere. Tuttavia, vorrei esprimere alcune riserve sul tema del valore legale del titolo di studio universitario di cui si discute in queste settimane. È positiva la decisione di promuovere una consultazione sulla sua abolizione osul come, viceversa, mantenerlo e qualificarlo. Non condivido però le argomentazioni con le quali si è aperto il dibattito, perché possono accendere una microconflittualità tra sedi universitarie: tra Nord e Sud , tra mega e mini atenei, tra le discipline vicine alla ricerca applicata e quelle umanistiche. Le …

“L’architetto della democrazia”, di Pierluigi Castagnetti

Ne sono passati trentaquattro, eppure ogni anno, il 16 marzo (uccisione dei cinque agenti della scorta e cattura dell’onorevole Moro) e il 9 maggio (ritrovamento del cadavere dello statista democristiano) sono occasione per riflettere non soltanto su una delle pagine più drammatiche della vita della repubblica, ma anche sullo straordinario magistero di uno dei suoi protagonisti più importanti. Moro non è stato infatti soltanto un dirigente di partito e uomo di governo a livelli di massima responsabilità, ma è stato “l’architetto” dell’allargamento e del compimento della democrazia e, come tale, uno dei maggiori pensatori e ideatori di processi politici nuovi. È stato l’uomo che ha respirato con i polmoni della storia, cogliendo anche i sintomi più flebili dei cambiamenti che spesso sovrastavano la “sovranità” della politica, cercando di rintracciare in ognuno di essi ragioni di speranza e fiducia. È stato uomo che ha sempre abitato serenamente il suo tempo, amato come dono della Provvidenza. Rileggendo la sua immensa produzione culturale, spirituale e politica si trovano pagine che, pur scritte in un tempo assai diverso, possono …