Giorno: 19 Marzo 2012

“Il suo obiettivo era favorire buona flessibilità”, di Tiziano Treu

A dieci anni dall’uccisione di Marco Biagi il suo ricordo è sempre vivo, specie per chi, come me, gli è stato vicino nel lavoro e negli ideali. In questi anni non tutti i ricordi hanno reso giustizia alla sua opera e alle sue intenzioni. Non gli ha reso giustizia chi ha usato il nome di Marco per avvalorare le proprie idee; ma neppure chi al contrario ha attribuito alle proposte di Biagi i mali della precarietà del lavoro. In realtà il progetto di Marco si ispirava all’idea della cosiddetta «flexicurity» e al metodo della partecipazione, che sono entrambi centrali nel modello sociale europeo. La partecipazione, se bene intesa, è essenziale per la coesione sociale e anche per la qualità del lavoro. La «flexicurity» migliora il mercato del lavoro se la flessibilità è regolata, oggi si direbbe se è buona, e se è bilanciata da una rete di ammortizzatori attivi, capaci di dare sicurezza ai lavoratori. Marco Biagi voleva questo. Il suo disegno era equilibrato; ma è stato attuato in modo parziale, perché la flessibilità non …

“Il suo obiettivo era favorire buona flessibilità”, di Tiziano Treu

A dieci anni dall’uccisione di Marco Biagi il suo ricordo è sempre vivo, specie per chi, come me, gli è stato vicino nel lavoro e negli ideali. In questi anni non tutti i ricordi hanno reso giustizia alla sua opera e alle sue intenzioni. Non gli ha reso giustizia chi ha usato il nome di Marco per avvalorare le proprie idee; ma neppure chi al contrario ha attribuito alle proposte di Biagi i mali della precarietà del lavoro. In realtà il progetto di Marco si ispirava all’idea della cosiddetta «flexicurity» e al metodo della partecipazione, che sono entrambi centrali nel modello sociale europeo. La partecipazione, se bene intesa, è essenziale per la coesione sociale e anche per la qualità del lavoro. La «flexicurity» migliora il mercato del lavoro se la flessibilità è regolata, oggi si direbbe se è buona, e se è bilanciata da una rete di ammortizzatori attivi, capaci di dare sicurezza ai lavoratori. Marco Biagi voleva questo. Il suo disegno era equilibrato; ma è stato attuato in modo parziale, perché la flessibilità non …

"Il suo obiettivo era favorire buona flessibilità", di Tiziano Treu

A dieci anni dall’uccisione di Marco Biagi il suo ricordo è sempre vivo, specie per chi, come me, gli è stato vicino nel lavoro e negli ideali. In questi anni non tutti i ricordi hanno reso giustizia alla sua opera e alle sue intenzioni. Non gli ha reso giustizia chi ha usato il nome di Marco per avvalorare le proprie idee; ma neppure chi al contrario ha attribuito alle proposte di Biagi i mali della precarietà del lavoro. In realtà il progetto di Marco si ispirava all’idea della cosiddetta «flexicurity» e al metodo della partecipazione, che sono entrambi centrali nel modello sociale europeo. La partecipazione, se bene intesa, è essenziale per la coesione sociale e anche per la qualità del lavoro. La «flexicurity» migliora il mercato del lavoro se la flessibilità è regolata, oggi si direbbe se è buona, e se è bilanciata da una rete di ammortizzatori attivi, capaci di dare sicurezza ai lavoratori. Marco Biagi voleva questo. Il suo disegno era equilibrato; ma è stato attuato in modo parziale, perché la flessibilità non …

“Un dominus tv che salvi il salvabile”, di Giovanni Valentini

Per quanto rilevante ed essenziale sia la questione della Rai, in questo momento non si può considerare tanto decisiva da compromettere il delicato equilibrio su cui si regge il governo Monti. E quindi tanto decisiva da compromettere l´impegno dell´esecutivo per il risanamento. L´economia nazionale viene prima anche della televisione pubblica. Viale Mazzini – rovesciando il motto attribuito a Enrico di Borbone, per giustificare la conversione dalla religione protestante a quella cattolica – non vale insomma una messa. È evidente tuttavia che, in vista ormai dell´imminente scadenza del Consiglio di amministrazione, una soluzione bisogna pur trovarla senza proroghe o rinvii, per rinnovare il vertice e soprattutto l´assetto dell´azienda. Cioè per affrancarla dalla subalternità politica e restituirla alla funzione istituzionale di servizio pubblico, come continua a sollecitare anche l´Usigrai, il sindacato dei giornalisti, con il suo segretario Carlo Verna. E verosimilmente non c´è governo più autorevole e forte di questo per avviare almeno una bonifica di tale portata. L´ipotesi del commissariamento di fatto, messa sul tavolo dal professor Monti nel recente vertice dei tre segretari di partito …

“Un dominus tv che salvi il salvabile”, di Giovanni Valentini

Per quanto rilevante ed essenziale sia la questione della Rai, in questo momento non si può considerare tanto decisiva da compromettere il delicato equilibrio su cui si regge il governo Monti. E quindi tanto decisiva da compromettere l´impegno dell´esecutivo per il risanamento. L´economia nazionale viene prima anche della televisione pubblica. Viale Mazzini – rovesciando il motto attribuito a Enrico di Borbone, per giustificare la conversione dalla religione protestante a quella cattolica – non vale insomma una messa. È evidente tuttavia che, in vista ormai dell´imminente scadenza del Consiglio di amministrazione, una soluzione bisogna pur trovarla senza proroghe o rinvii, per rinnovare il vertice e soprattutto l´assetto dell´azienda. Cioè per affrancarla dalla subalternità politica e restituirla alla funzione istituzionale di servizio pubblico, come continua a sollecitare anche l´Usigrai, il sindacato dei giornalisti, con il suo segretario Carlo Verna. E verosimilmente non c´è governo più autorevole e forte di questo per avviare almeno una bonifica di tale portata. L´ipotesi del commissariamento di fatto, messa sul tavolo dal professor Monti nel recente vertice dei tre segretari di partito …

"Un dominus tv che salvi il salvabile", di Giovanni Valentini

Per quanto rilevante ed essenziale sia la questione della Rai, in questo momento non si può considerare tanto decisiva da compromettere il delicato equilibrio su cui si regge il governo Monti. E quindi tanto decisiva da compromettere l´impegno dell´esecutivo per il risanamento. L´economia nazionale viene prima anche della televisione pubblica. Viale Mazzini – rovesciando il motto attribuito a Enrico di Borbone, per giustificare la conversione dalla religione protestante a quella cattolica – non vale insomma una messa. È evidente tuttavia che, in vista ormai dell´imminente scadenza del Consiglio di amministrazione, una soluzione bisogna pur trovarla senza proroghe o rinvii, per rinnovare il vertice e soprattutto l´assetto dell´azienda. Cioè per affrancarla dalla subalternità politica e restituirla alla funzione istituzionale di servizio pubblico, come continua a sollecitare anche l´Usigrai, il sindacato dei giornalisti, con il suo segretario Carlo Verna. E verosimilmente non c´è governo più autorevole e forte di questo per avviare almeno una bonifica di tale portata. L´ipotesi del commissariamento di fatto, messa sul tavolo dal professor Monti nel recente vertice dei tre segretari di partito …

“La via si fa più stretta”, di Guglielmo Epifani

La possibilità di un accordo sul tema del mercato del lavoro si è allontanata dopo che nei giorni scorsi si era aperto qualche spiraglio. Sono riapparsi problemi di merito tutt’altro che secondari, a partire dalle tutele in materia di licenziamenti senza giusta causa (ma non solo da queste).C’è però un’evidente questione di metodo che sta condizionando negativamente il confronto e rischia seriamente di farlo naufragare. Quando si avvia un negoziato tra governo e parti sociali c’è un punto che non può mai venir meno: la fiducia reciproca che quello che si sta facendo è una scelta impegnativa che riguarda tutti allo stesso modo. Anche quando, e può capitare, il confronto non porta a un accordo condiviso. Il governo questa scelta non l’ha mai fatta con chiarezza, di volta in volta aprendo sia a una compiuta logica negoziale sia al suo opposto: cioè procedere in modo unilaterale. Naturalmente ogni governo ha la piena libertà di questa scelta, ma non ne può fare due opposte contemporaneamente perché così, aldilà del merito, si assume la responsabilità del fallimento. …