Giorno: 12 Gennaio 2014

«Governo avanti ma non così. Sono leale, quindici giorni decisivi» di Aldo Cazzullo

Osteria d’Oltrarno, il sindaco arriva in bicicletta, è il suo compleanno, i passanti fiorentini gli fanno gli auguri. Renzi, il quadro emerso dal suo incontro con Letta è univoco: accordo fatto, nel 2014 si lavora insieme, rimpasto e codice di comportamento. È davvero così? O si rischia ancora una rottura? «Non si rischia nessuna rottura. Ma guardiamo la realtà: la popolarità del governo è ai minimi, non ci sono più le larghe intese, né l’emergenza finanziaria. Se uno mi chiede cosa ho fatto da sindaco in questi undici mesi, so cosa rispondere: piazze, asili, pedonalizzazioni. Se mi chiedono cos’ha fatto il governo in questi undici mesi faccio più fatica a rispondere. Per questo motivo bisogna cambiare passo». Lei stesso riconosce che l’emergenza finanziaria è passata. «Ma la disoccupazione è aumentata. Su twitter ho visto un vecchio manifesto del Pd. Dicevamo allora: “La disoccupazione giovanile è al 29%; Berlusconi dimettiti!”. Oggi siamo al 42 e governiamo noi. Quindi bisogna avere il coraggio di dire che qualcosa non funziona. Il mondo sta correndo. Nell’ultimo trimestre del 2013 …

"Il piacere dal barbiere", di Francesco Guccini

Erano aperti anche la domenica mattina, i barbieri, per quelli che si azzimavano in vista delle imprese pomeridiane, andare a ballare, portare la morosa al cine, fare bella figura al bar con gli amici aspettando l’ora delle partite. Stavano poi chiusi il lunedì, come oggi, ma non aprono più la domenica mattina. Non ci sono più clienti domenicali? Oggi molti barbieri si sono trasformati in parrucchieri, per uomo e per donna; il salone è unisex, si dice. Tu entri e, se non sei cliente abituale, uno di casa, ti muovi imbarazzato fra signore che, mentre rifanno la tintura (accompagnate dalle frasi da piccolo chimico delle inservienti), si fanno acconciare, applicare le “extension” o altre diavolerie, ti guardano con sospetto come se tu fossi capitato, volgare intruso, in un proibito gineceo. Tu stesso, una volta preso posto, devi stare molto attento, perché in quei locali il parrucchiere non si accontenterà di un normale shampoo o di un banale taglio («Mi raccomando, solo una spuntatina!»), ma vorrà farti provare il “peeling” col nuovo magico prodotto («Rivitalizza il …

"Bobbio, non c'è politica senza cultura", di Mario Ricciardi

Norberto Bobbio se ne è andato in silenzio, con discrezione, come era nel suo stile, il 9 gennaio del 2004. Che fosse anziano e di salute cagionevole era noto. Forse meno conosciuta, se non alle persone intime, era la stanchezza che da alcuni anni lo aveva assalito, evoluzione di un’indole incline alla malinconia. Lo stesso Bobbio ne aveva parlato con la consueta lucidità a un corrispondente alcuni anni prima: «la mia vita ormai è vissuta al rallentatore. Lente nei movimenti le gambe e le mani. Lenti tutti i movimenti del corpo. Deboli gli occhi e quindi lenta la lettura. Faticoso anche il solo alzarmi per prendere un libro. Sempre più rapido invece questo processo di indebolimento. Da qualche tempo provo in maniera sempre più penosa la fatica di vivere, che, del resto, conosco, in forma leggera, naturalmente, sin dall’infanzia. Non viaggio più». Non che viaggiare fosse una passione per Bobbio. Scherzando, si descriveva come un provinciale. Bogianen, come si dice nella sua Torino. Uno che sta nel suo buco, che non si muove. Certo un …

"Gli xenofobi del Palazzo", di Michele Serra

Perchè l’assessore per l’immigrazione della Lombardia non vuole partecipare a un incontro sull’immigrazione con il ministro per l’immigrazione? La risposta è dello stesso assessore, la leghista Simona Bordonali: “Ritengo le tematiche non prioritarie”. Può essere anche divertente domandarsi quali tematiche, se non l’immigrazione, siano “prioritarie” per un assessore all’immigrazione. Ma è più interessante notare come la poco partecipata ma molto dura contestazione di ieri, a Brescia, contro il ministro Kyenge, forse per la prima volta abbia compattato i rappresentanti politici e in qualche caso istituzionali di tutta la destra nazionale, da Forza Nuova alle camicie verdi ai neomissini di Fratelli d’Italia a militanti della rinata Forza Italia (che, a prenderli in parola, sarebbero i veri eredi dei “moderati”). La ministra “congolese”, si sa, è il bersaglio prediletto, oltre che il più ovvio, degli umori xenofobi del nostro Paese. In quanto italiana figlia dell’immigrazione e in quanto nera è ritenuta, piuttosto che una persona a conoscenza dei fatti, una provocazione vivente, un insulto a un’idea di “italianità” puramente virtuale, al pari di ogni astrazione razzista, ma …

"L’alleanza dei distruttori", di Michele Prospero

La battaglia in vista delle elezioni europee si rivela ogni giorno più dura. La drammatizzazione dello scontro non è una novità. Sono ormai vent’anni che la politica italiana è gettata in un infinito processo costituente. Senza un approdo stabile, una cronica eccitazione febbrile rende ogni cammino compiuto provvisorio, destinato all’oblio. E ogni volta compaiono un scena nuovi attori, ad affiancare i vecchi arnesi che non demordono, in una radicalizzazione della contesa che non trova mai una misura. Il populismo non è un semplice stile eccentrico della protesta. È diventato un dato di sistema. Non solo la novella formazione grillina, ma anche le forze che più a lungo hanno occupato le stanze del governo nel corso della seconda repubblica, e cioè la Lega e Forza Italia, adottano un profilo dichiaratamente antisistema. Il populismo si propone cioè come la blasfema grammatica comune di una politica che ha smarrito solidi confini. In una tale situazione fluida, Matteo Salvini cerca di contenere l’estinzione del Carroccio. E lo fa attraverso la maschera di un radicale soggetto antagonista. Va in piazza …

"In gioco la credibilità dello Stato", di Vladimiro Zagrebelsky

Le «cure compassionevoli» sono quelle che possono intervenire quando ci ò che è normalmente autorizzato e praticato, è ormai inutile. Si chiamano cure compassionevoli. Compassionevoli, ma pur sempre cure. E cure, che si vogliono somministrate in strutture del Servizio sanitario nazionale. Il caso Stamina ha aspetti che giustificano gravi sospetti. Esistono però problemi che sono presenti nell’attività ordinaria di medici e di strutture ospedaliere, che non emergono nei media e che tuttavia mettono a dura prova le regole routinarie, il senso di responsabilità dei medici, il dolore dei malati e di chi sta loro vicino. La patologia di una vicenda, intendo dire, non deve mettere in ombra l’esistenza di una normalità di casi difficili. Una normalità in cui l’integrità dei protagonisti è fuori discussione e le decisioni da prendere sono ardue e rischiose. Le deviazioni deontologiche, ipotizzabili in questa o quella vicenda particolare, consentono analisi semplici e chiedono rimedi noti. Sono più difficili i problemi di cui non ci si può liberare identificando colpevoli. La domanda di «cure compassionevoli» è uno di questi. Le regole …