Giorno: 4 Gennaio 2014

"Mafia, il flop delle white list", di Jolanda Buffalini

A un anno dalla legge solo 38 prefetture su 105 hanno gli elenchi delle imprese per gli appalti puliti.̀ . E’ sconcertante il sito della prefettura di Reggio Calabria, lì per lì si apre il cuore: il sito reggino è l’unico, sulle cinque province calabresi dove la ‘ndrangheta è un virus endemico, in cui è presente la White list delle imprese che possono dichiarare di non avere subito infiltrazioni mafiose. Imprese fornitrici a cui i vincitori di a palti pubblici possono rivolgersi senza timore di brutte sorprese. Però, quando apri il file lo trovi vuoto. A un anno dalla approvazione della legge «per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione», a sei mesi dalla pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del decreto attuativo, a cinque dall’entrata in vigore dell’obbligo di istituire gli elenchi, l’operazione «White list» sembra essere un vero e proprio flop. L’osservatorio sulla legalità della Fillea Cgil ha realizzato un monitoraggio dal quale risulta che «su 105 prefetture, solo 38 hanno pubblicato gli elenchi, in 3 prefetture le White list …

«Lavoro? Marchionne dovrebbe triplicare la produzione», di Massimo Franchi

«Solo per riportare al lavoro tutti gli operai ora in cassa integrazione Marchionne dovrebbe triplicare la produzione di vetture in Italia. Se lo farà sarò il primo a lodarlo, ma faccio molta fatica ad immaginare come: rilanciare Alfa Romeo non basterà». Il sociologo Luciano Gallino non minimizza «l’importanza» dell’acquisizione della Chrysler da parte di Fiat, ma avverte: «In questo modo si è portata a termine la ritirata produttiva cominciata dalla famiglia Agnelli 20 anni fa». Professor Gallino, è Fiat ad aver comprato tutta Chrysler o è vero esattamente il contrario? «La proprietà è indubbiamente del Lingotto. Però cervello e muscoli sono negli Stati Uniti, il baricentro è spostato tutto al di là dell’oceano. Basta osservare la sproporzione nei livelli di produzione: il gruppo nel 2013 ha prodotto 5 milioni di auto, di cui 3,5 milioni Chrysler e solo 1,5 milioni Fiat. Di queste solo 370mila in Italia. E cioé meno che in Paesi come la Slovacchia o il piccolo Belgio. Se pensiamo che nel 1993 nel nostro Paese si produce- vano due milioni di auto …

"L’Italia, i diritti e una destra troppo antica", di Gianni Riotta

Il leader della diaspora berlusconiana, Angelino Alfano, ha il difficile compito di dare ai propri parlamentari identità e cultura politica nella stagione che ci separa dalle elezioni. Impresa che si è rivelata dura per un veterano come Pierferdinando Casini e, al centro, impossibile per il senatore a vita Mario Monti. Sbaglia per ò Alfano a pensare – o ad ascoltare chi in tal senso lo indirizza – che schierando il suo movimento su posizioni «dure», demagogiche, «di destra», guadagnerà voti, consensi, attenzione. Al contrario, perder à stime, considerazione, spazio. Chi vuol menare gli immigranti, sbattere tutti in galera, usare la famiglia non come nido ma come spaventapasseri, ha già i suoi riferimenti a destra, e spesso tra i 5 Stelle. Sperare che il no del Nuovo centro destra alle unioni civili tra omosessuali, proposte dal Partito democratico del neo segretario Matteo Renzi, ringalluzzisca la base cui guardano Alfano, Lupi, Mauro, è illusorio. L’Italia si è rivelata dai tempi dei referendum sul divorzio e l’aborto, mezzo secolo or sono, allergica alla politica dei valori, confermando che …

"Napolitano batte Grillo o la Tv batte Internet?", di Giovanni Valentini

La progressiva demolizione del bipolarismo a opera di Napolitano si corona oggi con tutti i partiti della maggioranza spaccati a metà tra filogovernativi e antigovernativi. (da “Viva il Re!” di Marco Travaglio – Chiarelettere, 2013 – pag. 15) È un dato di fatto, preciso, incontrovertibile. Il “messaggio del tavolino” di Giorgio Napolitano, trasmesso in tv a reti unificate la sera del 31 dicembre, è stato visto da 9 milioni 991 mila spettatori contro i 9 milioni 702 mila del 2012: 279 mila in più, con un aumento del 2,8%, come hanno già riferito tutti i giornali. Nonostante l’appello al boicottaggio lanciato dal Movimento 5 Stelle e da Forza Italia, il discorso del presidente della Repubblica ha registrato quindi un significativo successo di pubblico. Tanto più che solo sulle reti Rai è stato seguito da 7 milioni 149 mila spettatori, con un incremento di audience del 12,2% rispetto all’anno precedente che ha compensato largamente il calo sulla rete ammiraglia del partito-azienda(-460 mila su Canale 5). Eppure, all’indomani di Capodanno, il Minculpop grillino ha contestato polemicamente la …

"Il segretario: sui diritti non cedo di un centimetro", di Tommaso Ciriaco

Ha acceso la miccia, Matteo Renzi. E non sembra pentito: «Sia chiaro, non ho mai parlato di unioni gay, ma di civil partnership. Ma su questo io non mi muovo. Neanche di un centimetro ». Non arretra, il segretario. Manca un mese alla stesura del nuovo patto di governo e la maggioranza sembra gi à intrappolata nella gabbia dei veti incrociati. CHI più soffre, di fronte a questa escalation, è Angelino Alfano: «È vero, il Pd è il partito principale della coalizione. Ma l’esecutivo non può essere un monocolore democratico… «. Non tutto poteva filare liscio. Non l’accelerazione del leader del Pd sulle unioni civili, né l’annuncio di un reset della Bossi-Fini o il rilancio sullo ius soli. E infatti la reazione scomposta del Nuovo centrodestra ha dato il via alle ostilità. Eppure, il brusco stop del vicepremier non sembra turbare Renzi: «Mi attaccano — ricorda ai suoi — ma in questi anni che hanno fatto loro sulla famiglia?». La risposta è ruvida, netta: «Nulla». Il segretario sente alle spalle il vento delle primarie dell’otto …