Giorno: 13 Gennaio 2014

"Un Jobs Act per le donne", di Lucina Di Meco

Negli ultimi mesi di attivismo politico per il Partito Democratico a New York, ho capito tre cose. La prima: l’unico modo per non sbagliare e non essere criticati è non fare nulla, possibilmente non uscendo di casa e sconnettendosi dal computer. La seconda: la politica è una cosa meravigliosa perché ti permette di avvicinarti ai cuori delle persone, capire i loro sogni, ricaricarsi delle loro energie per tracciare la roadmap di come l’Italia potrebbe diventare non più solo il Paese più bello del mondo, ma anche il più vivibile. La terza: le donne hanno moltissimo da apportare, ma per farlo devono saper puntare i piedi, sedersi al tavolo delle negoziazioni e pretendere di essere ascoltate, non solo in quanto brave e capaci, ma anche in quanto rappresentanti di interessi, necessità e risorse che non possono essere intesi come di nicchia, perché riguardano metà della popolazione. Come donna e attivista politica di sinistra credo quindi che il Job Act di Matteo Renzi abbia un ottime potenzialità, perché punta su trasparenza, riduzione della burocrazia e rinnovamento e …

Relazione sulla proposta di legge per il riconoscimento delle professioni dei beni culturali

Signor Presidente, colleghi, migliaia di professionisti dei beni culturali attendono questo momento da anni. Questi professionisti, che svolgono un lavoro di rilevante interesse pubblico poiché presidiano fattivamente l’articolo 9 della nostra Costituzione, attendono che sia riconosciuto il loro ruolo lavorativo, economico e culturale, attualmente mortificato tanto da condizioni lavorative inaccettabili, in un mercato sregolato e privo di ogni garanzia, quanto da un arretramento delle istituzioni pubbliche rispetto agli investimenti sui beni culturali. Professionisti, voglio sottolinearlo, ai quali il Paese affida di fatto ogni giorno la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale, che è testimonianza unica dell’identità e della bellezza, strumento per la formazione e trasmissione della conoscenza, non solo per il nostro Paese, ma per l’intera umanità. Sono i professionisti che sabato scorso si sono dati appuntamento in piazza del Pantheon per rivendicare dignità per il loro lavoro e buona occupazione, mettendo al primo punto della piattaforma il “Riconoscimento pubblico dei profili, delle competenze e della dignità dei professionisti dei beni culturali”. Chiedono cioè che nel Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio …

"Noi, la ricerca e gli animali", di Pietro Greco

Organizzato dalla senatrice Elena Cattaneo, domani, si terrà a Palazzo Giustiniani il secondo incontro che il Senato della Repubblica dedica a «Scienza, Innovazione e Salute». Il tema sarà: «Sperimentazione animale e diritto alla conoscenza e alla salute». Se ne discute in tutto il mondo, anche se in Italia la discussione è venata da forme inaccettabili e inquietanti di violenza verbale e non solo. Di recente ne è stata vittima, tra gli altri, Caterina Simonsen, la giovane studentessa di veterinaria portatrice di alcune malattie di origine genetica. E come lei Silvio Garattini, il direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, più volte minacciato di morte; e, ultimo ma non ultimo un gruppo di ricercatori milanesi di cui sono stati pubblicati gli indirizzi con un’indicazione, appunto, inquietante: «Il boia abita qui». Il Senato dovrà approvare o emendare una proposta di legge sulla sperimentazione animale, già passata alla Camera, che è considerata più restrittiva di quella vigente in Europa. Si tratta di un argomento molto delicato e non semplice da risolvere, perché entrano in conflitto due dimensioni nobili: il …

"Senza fiducia nel prossimo", di Carlo Buttaroni

In Italia non cala solo la fiducia nel futuro, va giù (pesantemente) anche quella nel prossimo. Il giudizio negativo, attraverso il test annuale sul «portafoglio smarrito», investe tutte le categorie: le forze dell’ordine, i vicini di casa, gli sconosciuti. È un altro segno della crisi. Non tutti sentiamo il prossimo allo stesso modo. Alcuni di noi sono più empatici, si lasciano coinvolgere e sono più propensi a fidarsi. Altri sono più distanti, meno sensibili ai sentimenti a altrui e diffidenti nei confronti del prossimo. La fiducia è un sentire che risponde agli stimoli ambientali, all’esperienza e all’educazione di ciascuno. Il «test del portafoglio perso» non è soltanto una sceneggiatura da «candid camera». È un indicatore che riflette atteggiamenti e riflessi sociali profondi. Il grado di fiducia che poniamo nel fatto che qualcuno ci restituisca un oggetto che abbiamo perso, misura il nostro grado di apertura verso il prossimo e la capacità di attendersi buone pratiche sociali. Nell’ultimo anno, il sentimento di fiducia verso gli altri è diminuito sensibilmente, in particolare quando il prossimo è uno …

"La Costituzione indifesa", di Claudio Sardo

Anche la Lega in piazza contro una sentenza della magistratura, quella del Tar che ha annullato le elezioni in Piemonte. Berlusconi fa scuola. «Giudici comunisti», gridavano i manifestanti. Non che fossero in tanti, ma guai a sottovalutare il contagio populista. La divisione dei poteri non è rispettata perché neppure viene riconosciuta: così il populismo riduce la politica al primitivo conflitto amico-nemico. Chi non è con me, è contro di me. Le garanzie, le autonomie, i limiti, insomma tutto ciò che tiene in equilibrio un ordinamento democratico, è tollerato solo finché conviene. Come si può riformare allora il nostro sistema in crisi, se le istituzioni non vengono percepite come una casa comune e l’unico metro di misura è la convenienza per sé? La deriva populista della destra è un prezzo salato per il Paese. E il populismo si diffonde oltre Berlusconi e il suo imitatore Grillo. Quanti altri inveiscono, con toni di delegittimazione, contro la Corte costituzionale o contro il presidente della Repubblica quando non condividono una sentenza o una scelta? Peraltro, in tutti gli ordinamenti …

"La vera crisi dell’Europa tradita dalle culle", di Federico Fubini

Era forse l’unica grande “riforma strutturale”, per usare un cliché della troika, riuscita all’Italia e all’Europa nell’ultimo decennio. Per lo più, in silenzio. I rapporti della Commissione di Bruxelles, della Banca centrale europea o del Fondo monetario in proposito tacciono. I politici non l’hanno neanche vista arrivare. Eppure era una svolta più importante per la prosperità del parametro deficit-Pil o dello stesso dato sulla crescita. Semplicemente, facevamo qualche bambino in più. Il tasso di fertilità, il numero di figli per donna, era cresciuto nell’ultimo decennio un po’ ovunque in Europa. In Italia era passato da 1,2 a 1,4. Ancora insufficiente, ma stavamo pian piano diventando una nazione e un continente meno vecchi di come rischiamo di essere. Ci provavamo, almeno. Il problema è che Lehman, la Grecia, lo spread e la recessione più profonda della storia dell’Italia unita in tempo di pace, hanno riportato indietro le pagine del calendario. Lo spread ora sarà sì tornato dov’era due anni e mezzo fa, ma la natalità nel frattempo è arretrata di decenni. I nuovi nati in Italia …