Giorno: 31 Gennaio 2014

"Sulla pelle dell’Italia", di Massimo Adinolfi

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. I duri e i grillini. Solo che il gioco si chiama democrazia parlamentare e troppa durezza rischia di ammaccarlo seriamente. Le cronache di queste giornate raccontano di insulti, risse, occupazioni: del deputato che insulta in maniera greve le colleghe e si becca una sfilza di denunce; di quell’altro che insulta invece il Presidente della Repubblica senza preoccuparsi di sconfinare nel vilipendio. Raccontano di molti deputati pentastellati che tentano l’assalto a questa o a quell’aula, con l’obiettivo di bloccare i lavori e di oscurare i passi compiuti nel lavoro parlamentare, sull’Imu e sulla legge elettorale, approdata finalmente alla Camera. Poi ci scappa lo spintone, lo scappellotto, la manata: uno chiede scusa, un altro nega l’intenzione, un altro, invece, se la ride. Ma non è lo scompiglio, creato ad arte in queste ore, a destare preoccupazione. Prima dei grillini, a inizio secolo erano stati i socialisti a praticare l’arte dell’ostruzionismo. Nel dopoguerra sono stati i comunisti, contro la legge truffa e l’adesione alla Nato, e ancora …

"La strategia del caos", di Claudio Tito

Tanto peggio, tanto meglio. È ormai evidente che il vero obiettivo del Movimento 5Stelle non è altro che questo. Far sprofondare il sistema istituzionale e il Paese stesso nella confusione assoluta. Il proliferare del “grillismo” è direttamente proporzionale all’incapacità della politica di fornire risposte ai cittadini- elettori. Grillo e il cofondatore pentastellato, Casaleggio, hanno bisogno del caos, della paralisi per dimostrare la loro ragione di esistere. Ma il paradosso, adesso, è proprio questo. La loro essenza si nutre esclusivamente della inattività. Hanno anzi bisogno di provocarla. Anche a costo di essere la causa stessa — e non l’esito — dell’inerzia. È come un organismo che aumenta la sua forza in modo parassitario con gli insuccessi altrui. L’escalation di questi giorni, del resto, non trova altre spiegazioni. La violenza dei toni, l’aggressività dimostrata ieri e mercoledì alla Camera, l’impeachment del capo dello Stato, tutto trova origine esclusivamente in questa esigenza primaria. Il nucleo dell’azione studiata dalla coppia Grillo-Casaleggio è orientato a provocare una sorta di shutdown della politica. Una specie di arresto cardiaco del sistema in …

"Noi, insultate a Montecitorio", di Michela Marzano

Doveva essere una sera come tante. Una seduta notturna in Commissione Giustizia per lavorare al decreto sui diritti dei detenuti e il sovraffollamento carcerario. Due volumi pieni di emendamenti ostruzionistici presentati dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, cui però ormai si è fatta l’abitudine. E invece è andato tutto per traverso. Gli emendamenti, la seduta, i voti, il dibattito. Perché invece di discutere, si è finito con il litigare. Invece di votare, si è occupata l’aula della commissione. Invece di licenziare il provvedimento, si sono licenziati l’educazione e il rispetto. Le cose hanno cominciato a mettersi male fin dall’inizio. Quando la Presidente Ferranti ha aperto la seduta e i deputati del M5S hanno cominciato ad accalcarsi davanti la porta. A differenza di quanto accade di solito, anche chi non fa parte della commissione pretende di assistere ai lavori, e non accetta che per ragioni di sicurezza non sia possibile entrare in un’aula già stracolma. Mentre la Presidente cerca una soluzione, il malcontento aumenta. C’è chi sbuffa esasperato dalla giornata interminabile. C’è chi provoca. C’è …