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Renzi: "Il PD ha un luogo dove vincere le elezioni, la piazza"

“Mancano 20 giorni al passaggio elettorale e il PD deve avere la forza e la voglia di scegliere il luogo nel quale andare a vincere le elezioni, e questo luogo è la piazza”. Lo ha detto il premier e segretario del PD, Matteo Renzi aprendo i lavori della Direzione nazionale del Partito democratico a Roma.

Per Renzi “il passaggio del 25 maggio, sia per i Comuni che per le Europee, vede nel PD il punto di riferimento più forte, noi vogliamo essere dove ci sono i problemi – ha detto – senza ribattere colpo su colpo, ma raccontando le nostre idee per i comuni e per l’Europa. Non dobbiamo essere timidi – ha ribadito – il nostro posto è in piazza senza nessuna timidezza”.

Comuni al voto. “I 4.106 comuni che vanno al voto, sono 4.106 occasioni per stare in piazza, la sfida della politica la prendiamo tutta in pieno. Di questi Comuni, 27 sono capoluogo – ha ricordato Renzi – per questo abbiamo bisogno di uno sforzo straordinario in queste realtà, in quanto proprio dai capoluoghi riparte il senso di ricostruzione di una comunità. Dobbiamo puntare a fare il risultato più significativo fin dal primo turno, il risultato migliore fin dall’inizio”.

Mobilitazione il 17 e 18 maggio. Il segretario del PD ha annunciato che “il 17 e il 18 maggio ci sarà una straordinaria mobilitazione del PD in tutta Italia, con 10mila banchetti, sia nei comuni dove si vota, sia dove si vota solo alle Europee. Chiuderò la campagna elettorale nell’ultima settimana tra Firenze e Bari, e in tutti e due le città metropolitane andiamo in piazza”.

Il PD nel Pse per cambiare l’Europa. “Il PD ha scelto di entrare nel Pse non come omaggio alla tradizione, ma come tentativo di stare in uno schieramento per cambiare l’Europa. Il PD vuole essere il partito più forte all’interno del Partito socialista europeo. La campagna elettorale sta diventando un derby tra la rabbia e la speranza, su chi scommette sul fallimento dell’Italia e chi pensa di potercela fare. Prima c’erano falchi e colombe, ora i gufi e gli sciacalli. Nessuno dubita che l’Ue così com’è non corrisponde ai sogni dei cittadini. La differenza è tra chi urla e chi prova a cambiare davvero”.

Elezioni Europee. “Dobbiamo chiedere un voto non perchè il governo abbia un consenso migliore: non è un sondaggio sui ministri, ma è il tentativo per dire che per cambiare l’Europa dobbiamo stare concretamente in campo noi. Chi propone di uscire dall’euro – ha aggiunto – propone le file ai bancomat, l’impossibilità di pagare i mutui. Noi non vogliamo uscire, vogliamo entrare in Europa con maggiore convinzione e determinazione”.

L’Europa parte dalla scuole e non dal fondo salva Stati. “Gli 80 euro sono una misura elettorale? No, gli 80 euro sono un antipasto. Sono la prima misura del cambiamento. Sono il tentativo di restituire ai cittadini qualcosa che spetta loro di diritto e gli è stato portato via in questi anni. C’è una netta contraddizione tra chi vive in una realtà diversa, parallela, e considera gli 80 euro una mancia; e gli altri. Col decreto degli 80 euro riusciamo a sbloccare il patto di stabilità per le scuole – ha concluso Renzi – lo annuncerò in Veneto. Con questa operazione, diciamo che l’Italia riparte dalla scommessa educativa: ripartiamo dalle scuole e non dal fondo salva Stati”.

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