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"Corruzione, giro di vite torna il falso in bilancio più poteri a Cantone", di Liana Milella

A Cantone veri poteri per Expo, ovviamente con un decreto legge. Senza sovrapposizioni con la magistratura. E svolta sulla riforma della giustizia, a partire dal falso in bilancio, dalla prescrizione, dall’auto- riciclaggio. Parola di Renzi per Cantone e di Orlando per la manovra anti-corruzione. Bisogna solo aspettare che si voti per le europee e poi il premier manterrà la promessa che ha fatto sulla giustizia sin dal suo arrivo a palazzo Chigi, cui si è aggiunta adesso l’emergenza di
Expo a Milano.
PRIM’ANCORA di rivelare quali saranno gli effettivi poteri per il commissario anti- corruzione, merita una finestra l’anticipazione sulla riforma della giustizia.
Raccontano in via Arenula che il Guardasigilli Andrea Orlando abbia deciso di bruciare i tempi. A fargli rompere gli indugi le notizie, sicuramente non buone, che arrivano dal Senato sul ddl anti- corruzione, che nasce come ddl Grasso, ma rischia di diventare tutt’altro, soprattutto perché l’Ncd di Alfano ha già manifestato perplessità sul falso in bilancio. Una riforma — riportare a 5 anni, come in passato, la punibilità massima del delitto azzerato da Berlusconi con la riforma del 2002 — di cui Orlando parla riservatamente sin dal primo giorno della sua nomina come di quella su cui, assieme alla prescrizione, vorrebbe legare il suo nome e la sua storia di ministro della Giustizia. Al punto da non ufficializzarla per evitare le inevitabili guerre di religione che il ripristino di quel reato ha sempre provocato. Ma ora non si può più aspettare, perché il rischio, ha ragionato Orlando, è quello di perdere quest’occasione importantissima. Il primo passo sarà quello di confrontarsi con l’Ncd, che a via Arenula conta sul vice ministro Enrico Costa, per inserire subito il nuovo falso in bilancio nel ddl, in lista di attesa a palazzo Chigi già da alcune settimane, sull’inasprimento delle misure antimafia e sull’auto-riciclaggio. C’è, poi, la riforma della prescrizione, tappa epocale per chi vuole davvero invertire la tendenza sui reati di corruzione. Orlando ha deciso di metterci la faccia, per usare un’espressione cara a Renzi, tant’è che lo ha già annunciato al Csm, nel suo primo incontro ufficiale di mercoledì scorso, ma senza entrare nei dettagli del futuro meccanismo.
Ma il ddl che riforma pezzi strategici della giustizia arriverà in seconda battuta, preceduto dal decreto per consentire a Raffaele Cantone di garantire effettivamente la trasparenza e la correttezza degli appalti di Expo. Il commissario e il premier Renzi si sono parlati e scambiati sms dopo le parole forti pronunciate venerdì a Napoli dall’ex pm («Non vado in gita a Milano, voglio i poteri») soprattutto per sgombrare il campo da fraintendimenti. Cantone non è in polemica con Renzi, tutt’altro, anche se questo farebbe piacere ai maligni, e magari a chi vuole che all’Expo continui un andazzo illegale. Ma i due sono nella stessa barca e la pensano allo stesso modo. Tant’è che sui poteri non ci sono dubbi, né esitazioni, è solo questione di qualche giorno.
Cantone avrà quattro atout. Eccoli, in rapida sintesi: supervisione su tutti gli appalti in corso; presenza del commissario nelle nuove gare; revoca degli appalti per chi è finito sotto inchiesta; trasparenza totale per Expo e Infrastrutture. Personale ad hoc (cioè esponenti delle forze di polizia) per studiare gli appalti. Sanzioni per chi ha già violato le regole.
Come si può vedere, non c’è nulla che riguardi la magistratura, perché Cantone non ha mai chiesto, né tantomeno intende chiedere, di “entrare” nelle inchieste degli ex colleghi. «Con loro ci parlo, non ho bisogno delle loro carte, il ruolo dell’Authority anti-corruzione è diverso » ha detto subito Cantone a Renzi, proprio per sgombrare il campo da pericolose e inopportune sovrapposizioni. Anche perché Cantone conosce fin troppo bene il grado di riservatezza che il materiale di un’inchiesta giudiziaria deve avere. Esso non ammette alcuna discovery, tantomeno per il commissario anti-corruzione, perché tra l’altro sarebbe solo un precedente pericoloso.
I poteri di Cantone, invece, punteranno tutto sulla prevenzione e sulla trasparenza. Senza conflitti o scavalchi né con la magistratura, né con la prefettura di Milano. Anzi, il commissario utilizzerà i gruppi ispettivi che già oggi, proprio in prefettura, lavorano sulle infiltrazioni mafiose e già conoscono gli appalti. In concreto, vediamo i futuri poteri di Cantone. Il principale è il controllo di tutti gli appalti, sia i vecchi già in corso, che i nuovi ancora da affidare. Il decreto di Renzi darà al commissario la possibilità di vedere tutti gli atti e le informazioni sulle stazioni appaltanti. Dati sensibili e diretti, quindi. L’Authority anti-corruzione parteciperà con un suo esponente alle commissioni di gara per le nuove aggiudicazioni, previo controllo sui bandi, che spesso possono contenere anomalie e distorsioni. Va da sé che sia Expo che la società Infrastrutture dovranno essere, d’ora in avanti, un libro aperto per Cantone. Tutto sul web, disponibile, in maniera chiara e comprensibile, anche per il controllo dei cittadini. Molto delicato il capitolo delle revoche degli appalti per le imprese che sono finite nelle indagini della magistratura. Una sorta di Daspo, a cominciare dalle aziende che, in queste ore, sono finite nell’inchiesta della procura di Milano su Expo. Com’è evidente dall’elenco dei nuovi poteri di Cantone, tra questi non c’è nulla che riguarda le inchieste dei magistrati. Quelle continueranno per la loro strada, del tutto autonoma, Cantone farà un altro e, a ben vedere, più invasivo lavoro, perché i pm possono agire solo su una notizia di reato, lui invece andrà a caccia di quelle irregolarità, di quei favoritismi, di quei bandi di gara su misura che sono l’anticamera della corruzione. Un lavoro che, in Italia, si fa adesso per la prima volta e che rappresenta una grande sfida al malaffare.

La Repubblica 18.05.14