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Serracchiani: "Con noi i fatti da loro solo insulti e rabbia", di Corrado Castiglione

Presidente, oggi Renzi torna a Napoli, nella stessa piazza in cui qualche giorno fa ha parlato Grillo: sarà un test anche per il Pd. Il partito come si presenta ad una settimana dal voto?
«Il Pd – risponde Debora Serracchiani, vice-segretario dei Democratici e governatore della Regione Friuli – si fa forte del lavoro fin qui portato avanti dal governo. Abbiamo dalla nostra la forza dei fatti. Il governo ha dimostrato di poter cambiare molte delle cose che non piacciono agli italiani. Al di là delle riforme, c`è la concretezza del bonus mensile di 80 euro che sarà riconosciuto per sempre a 10 milioni di italiani, c`è il taglio Irap per le imprese, c`è il decreto lavoro con il quale si mette ordine con una norma di buon senso per i contratti a termine. Sono le premesse per garantire un`Europa diversa».

Il confronto elettorale si sta riducendo ad un duello Renzi-Grillo: vi galvanizza o vi toglie qualcosa?

«Guardi, noi pensiamo soltanto a portare avanti la nostra proposta. Per il resto io non credo ci sia partita fra il Pd e loro: noi offriamo agli elettori una prospettiva e una speranza, loro solo insulti e rabbia».

Renzi ha ricordato che se Grillo arriva primo non sarà un sorpasso perché già alle Politiche è stato il primo partito. Questo vuol dire che il Pd mette le mani avanti e teme una nuova debacle?

«Niente affatto. È solo una precisazione: a fare il sorpasso possiamo essere solo noi, visto che loro alle Politiche sono stati il primo partito. E io sono ottimista. Non solo: il Pd è pronto a conseguire un risultato importante anche al Sud, laddove sappiamo che si gioca una partita fondamentale per i fondi strutturali, affinché siano sempre di più volano di sviluppo».

Non sempre i fondi strutturali sono stati spesi al meglio. Lei che ne pensa?

«Effettivamente ci sono state delle difficoltà a far progetto, al Sud ma anche nel resto d`Italia. C`è bisogno invece di prediligere iniziative di lungo respiro. Soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture. Bisogna fare in modo che sui territori cresca la competitività. Si punti su ricerca e innovazione. Ed è necessario anche che si sappia fare sistema: la vicenda Electrolux dimostra che si possono creare le condizioni perché le multinazionali investano ancora in Italia».

Fondi Ue e progetti: ritiene che le difficoltà delle Regioni possano essere superate dall`Agenzia prevista per la coesione territoriale?

«Ci sono molti aspetti che vanno rivisti. Uno di essi riguarda i co-finanziamenti: sarebbe importante che la quota destinata ad accompagnare l`erogazione dei fondi europei stia fuori dal patto di stabilità. Quanto all`Agenzia, l`obiettivo è sempre quello di uno snellimento delle pratiche dal punto di vista burocratico».

A proposito di Sud, l`indicazione della Picierno capolista con la conseguente rinuncia di Emiliano può penalizzare il Pd?

«Picierno ed Emiliano hanno fatto scelte diverse. Il Pd ha cercato di comporre delle liste molto competitive. Non solo: la scelta delle donne capolista è una sfida culturale. D`altronde penso che Emiliano, in prospettiva, abbia messo nel mirino la presidenza della Regione Puglia il prossimo anno».

La sensazione è che nel Pd stia prevalendo una tregua: fino a quando?

«C`è la consapevolezza tra di noi della grande responsabilità cui siamo chiamati in questo momento storico. D`altro canto è anche vero che il modo puntuale, veloce, efficace con il quale abbiamo lavorato stia facendo superare molte fibrillazioni».

Se il Pd perde si va a elezioni anticipate?

«Questo problema non si pone: il governo sta lavorando a riforme di lungo respiro, per cui l`obiettivo è la scadenza del 2018. Certo, conseguire un buon risultato può contribuire a superare qualche fibrillazione eccessiva».

E se va male?

«Non penso che andrà male».

Il Mattino 19.05.14