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A Mirafiori vince il sì con il 54,1% dei voti. La lunga notte dello stabilimento Fiat»*

L’accordo tra Fiat e sindacati per il rilancio dello stabilimento di Mirafiori è stato approvato con il 54% dei sì. Lo rivela l’Ansa citando fonti sindacali. L’accordo era stato firmato da Fim, Uilm, Fismic e Ugl mentre non hanno firmato l’intesa la Fiom e i Cobas. I voti favorevoli all’accordo – riferiscono fonti sindacali – sono stati 2.736 (il 54,05%) mentre i voti contrari all’intesa sono stati 2.326 (il 45,95%).

Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi intervistato al Gr2 ha commentato: «L’esito del referendum apre un’evoluzione nelle relazioni industriali soprattutto nelle grandi fabbriche che dovrebbe consentire un migliore uso degli impianti e effettiva crescita dei salari».

Affluenza record alle urne delle carrozzerie di Mirafiori: ha votato il 96% degli aventi diritto. La percentuale è più alta di quella che fu registrata nel referendum per Pomigliano (95%). La Commissione elettorale ha precisato che il numero di votanti è stato di 5213 sui 5431. Lo spoglio è iniziato poco prima delle 21.30.

Il referendum è passato sul filo di lana. Dopo quasi 10 ore di scrutinio, nei 9 seggi, oltre a quello del turno di notte, è arrivato il risultato che assegna, di misura, la vittoria al sì. Per la prima metà dello scrutinio, riguardante i seggi dove hanno votato gli operai addetti al montaggio, si era avuta una predominanza del no, poi con lo scrutinio del quinto seggio, quello degli impiegati, il risultato si è ribaltato. In totale i voti validi sono stati 5.060, mentre le schede bianche o nulle sono state 59. I votanti, quindi, sono stati 5.119, su 5.431 aventi diritto.

Lo scrutinio si è protratto oltre le attese, ed è durato oltre nove ore. Poco dopo l’inizio dello spoglio, il primo intoppo si è verificato al seggio 8, il secondo ad essere scrutinato, dove all’appello sembrava mancassero una cinquantina di schede. Il successivo riconteggio da parte della commissione elettorale ha però verificato la regolarità del voto. Fino alla fine non è mancata suspance: durante lo scrutinio dell’ultimo seggio, si sono verificati momenti di tensione con il malore di un rappresentante della Fiom e la conseguente sospensione dello spoglio terminato oltre le 7 di questa mattina.

La prevalenza dei «no» si è avuta nei primi quattro seggi scrutinati relativi al montaggio con 1.576 voti contrari e 1.386 a favore e nel seggio 2, uno dei due relativi alla lastratura, con 218 no e 202 sì. In totale, i «sì» degli operai delle carrozzerie di Mirafiori, senza il seggio relativo al voto degli impiegati, superano i «no» di 9 voti.

La cronaca minuto per minuto delle ore più sofferte, nella notte:
1:44 – Risolto il giallo delle schede scomparse
Sarebbe stato risolto, secondo quanto riferisce la Fim Cisl, il giallo delle 58 schede mancanti durante lo spoglio dei voti del referendum allo stabilimento Fiat di Mirafiori. A questo punto «il voto è valido» spiega il sindacato. Perché dopo aver ricontato le firme di quanti hanno votato al seggio 8, che sarebbero 775, le schede che al momento mancano all’appello sarebbero «non più di 7 o 8», che potrebbero essere in una altra urna. E a questo punto per la commissione elettorale il voto viene considerato valido», spiega il sindacato dei metalmeccanici della Cisl. La commissione, sempre secondo quanto riferisce all’Ansa il sindacato, ha anche rivisto, modificandolo di un solo voto, il conto al seggio 8 dei sì e dei no: il dato finale sarebbe quindi di 360 si e 407 no.
1:21 – Su 2.180 voti prevale il “no” con 52,43%
Dopo lo scrutinio dei primi tre seggi allo stabilimento di Mirafiori e 2.180 schede esaminate il “no” prevale, secondo l’Ansa, con il 52,43% e 1.143 voti. I “sì” hanno raggiunto quota 1.011 voti con il 52,43%. Le schede bianche o nulle sono 26 par all’1,19%.
1:11 – I “no” vincono anche nel seggio numero sette
Anche nel seggio numero sette, sempre del reparto montaggio, dello stabilimento di Mirafiori i no hanno prevalso sui sì. Secondo fonti sindacali i no sono stati 374 a fronte di 349 sì.
00:48 – Forse le schede mancanti sono in altre urne
La possibile spiegazione del «giallo» delle decine di schede «scomparse» nel seggio 8 del referendum di Mirafiori potrebbe – secondo l’Ansa – consistere nel fatto che quattro grandi seggi (il numero 8 “congelat”, il 7, il 6 e il 5) sono stati allestiti in un’unica grande sala di un ex ristorante e quindi i votanti avrebbero potuto introdurre le schede non nelle urne non del seggio di appartenenza. Secondo ex lavoratori delle carrozzerie esperti della fabbrica, la commissione dovrà procedere allo scrutinio di tutti i seggi allestiti in questa sala per poter evidenziare se davvero manca un numero cospicuo di schede all’appello.
00:18 – Il riesame delle schede del seggio 8
Una parte della Commissione elettorale dello stabilimento Fiat di Mirafiori si «stacca» dal resto per dedicarsi al riesame delle schede del seggio numero 8 e all’esame degli elenchi elettorali per risolvere il “giallo” delle 58 schede mancanti. Il resto della Commissione va avanti con lo scrutinio del seggio numero sette (sempre nel reparto montaggio).
E chiaro che se non si risolve il giallo – secondo l’Ansa – le schede non si trovano negli altri seggi né si scopre l’errore negli elenchi il voto complessivo sull’accordo di Mirafiori rischia di essere invalidato.
23:57 – Giallo sulle schede mancanti
Nel secondo dei seggi scrutinati (numero 8, montaggio) mancano all’appello 58 schede ed è probabile si vada al «congelamento» del voto del seggio. Sulle schede che sono state scrutinate ci sono 407 no, 360 sì e 11 tra bianche e nulle. All’appello – riferiscono fonti sindacali – mancano 58 schede.
23:34 – Secondo seggio ai “no”
Il secondo seggio scrutinato, il numero 8, ha dato un risultato uguale al primo, ma con uno scarto maggiore. i “no” all’accordo sono 447, mentre i “sì” si fermano a quota 362. Secondo gli osservatori l’esito in questo seggio, sempre del reparto montaggio, doveva essere più equilibrato, almeno così era nelle previsioni. Procedono a rilento le operazioni di scrutinio, anche se i prossimi seggi dovrebbero essere più rapidi nello spoglio.
22:15 – Primo seggio ai “no”
Dai cancelli iniziano ad arrivare le prime indiscrezioni , ma sono assolutamente parziali. Secondo fonti ufficiose di più sigle sindacali nel primo seggio scrutinato su 9 hanno votato 362 no e 300 sì. Si tratta del reparto “montaggio”, dove era attesa un’alta percentuale di “no”. I dati ufficiali arriveranno nella notte.

* da www.ilsole24ore.com

I COMMENTI DELLA VIGILIA (di Stefano Natoli)
Secondo Bruno Vitali , segretario nazionale della Fim «l’alta affluenza fa ben sperare per il si. Rispetteremo l’esito qualunque sia». Eros Panicali, segretario nazionale della Uilm sottolinea che «non si è mai verificata una percentuale così alta, segno che i lavoratori sono consapevoli che é in discussione il loro destino».

Il comitato per il no: se vince il si come Charlot in Tempi moderni
«Al montaggio ci aspettiamo che prevalga il no», sostiene Rocco Moscato , portavoce del comitato spontaneo per il no nato in questi giorni tra i lavoratori delle carrozzerie. Moscato, che assisterà alle operazioni di scrutinio in qualità di osservatore, ha spiegato che il no potrebbe vincere «perché la nuova tempistica lavorativa, definita dalla Fiat per la catena di montaggio, costringerà i lavoratori come Charlot in Tempi Moderni»

Berlusconi, «a vincere sarà il buonsenso »
Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, si è invece detto convinto che con la vittoria del no la situazione sarebbe «sostanzialmente irreversibile il giorno dopo» con il rischio di perdere un investimento «decisivo per l’intera filiera dell’auto italiana». Sul risultato del voto regna l’incertezza anche se prevale la fiducia su un risultato positivo. «Penso che vinceranno i sì con percentuale piuttosto elevata e che quindi vincerà il buonsenso» – ha detto questa mattina il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi mentre in quella parte del sindacato che ha firmato l’accordo (Fim,Uilm, Fismic e Ugl mentre Fiom e Cobas hanno detto no) c’è ottimismo sulla vittoria del sì ma non ci si sbilancia sulle percentuali.

«I lavoratori che voteranno sì, che sono fiducioso saranno la maggioranza, non solo voteranno con la schiena dritta al pari degli altri ma daranno prova di buonsenso e di avere sale nella zucca» ha detto il numero uno della Fim, Giuseppe Farina rispondendo alle dichiarazioni di Luigi de Magistris (Idv) di «autocertificazione di schiavitù». «È un referendum importante – ha detto il leader della Uilm Rocco Palombella – ma dal risultato incerto. Sono comunque fiducioso che la maggioranza dei lavoratori voterà si. Non credo la percentuale sia molto ampia».

«Sul risultato – dice il numero uno della Fismic, Roberto di Maulo – sono fiducioso che i lavoratori di Mirafiori anche questa volta avranno la lucidità e la maturità di difendere il proprio posto di lavoro. L’alta partecipazione al referendum secondo il segretario nazionale Ugl Antonio d’Anolfo – è il »segnale del fatto che i dipendenti di Mirafiori hanno capito l’importanza di esprimersi su un accordo che garantirà loro stabilità e occupazione«.
«L’unico dato che abbiamo è una affluenza significativa, assolutamente prevedibile – dice il segretario Fiom di Torino Federico Bellono – c’e una pressione fortissima sulle persone. Non avremmo dubbi sulla vittoria del no all’accordo se si trattasse di un referendum libero. Pensiamo che in tutti i casi, sia di vittoria di sì che del no non sarà un plebiscito».

Cgil, dietro l’accordo non c’è nessuna modernità
Comunque andrà il referendum la Cgil si augura che le modalità che propone la Fiat non si diffondano: »Le ipotesi e le modalità che propone la Fiat – ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso – non fanno parte della cultura di questo Paese e non devono diffondersi. Se l’accordo Fiat è moderno – ha detto ancora – ben venga la conservazione perchè‚ dentro quell’accordo non c’è nessuna modernità, c’è l’idea antica del comando autoritario e del rapporto puramente gerarchico tra il lavoratore e l’impresa«.

Fra bandiere e striscioni, anche slogan contro “Marchion-no”
Sul piazzale davanti alla Porta 2 anche oggi tante bandiere, gli striscioni della Rsu Fiom della Ferrari, dell’Alfa Romeo di Arese, della ex carrozzeria Bertone. E anche oggi è proseguito il volantinaggio, soprattutto da parte del fronte del no, e non sono mancati alcuni momenti «caldi» tra i rappresentanti dei due schieramenti, spesso a beneficio delle telecamere delle numerose televisioni italiane ed estere.
Fra i molti carteli esposti figurano: “Marchion-no” (in cui il cognome dell’a.d. é storpiato per dare più risalto al no all’accordo) e «Le nostre vite valgono più dei loro profitti». Lo slogan più gettonato: « Marchionne in Canadà la fabbrica resta qua».

da www.ilsole24ore.com