attualità, politica italiana

Il solito attacco ai giudici

Un Berlusconi senza argomenti non abbandona la scelta di attaccare le istituzioni. Si sente perseguitato e nasconde la vera vittima: il Paese abbandonato a sé stesso. Fiano: “E’ la favola del lupo che incolpa l’agnello di aver inquinato l’acqua. La Procura di Milano sappia che finché agirà nel solco della Costituzione, come noi siamo convinti che abbia fatto, ci troverà a difenderne l’operato”
pubblicato il 20 gennaio 2011 , 157 letture
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Il copione è lo stesso. Una replica di uno spettacolo brutto con il finale sempre scontato e noioso. Berlusconi in difficoltà per i vizi privati che inorridiscono il Paese risponde gettando fango sulle istituzioni e i giudici. Lui viene indagato e, unico in Italia, si rifiuta di presentarsi davanti ai Pm perché si reputa la vittima di complotti politici ai suoi danni.

Berlusconi lancia nell’etere messaggi ai “promotori delle libertà”; da qui viene traghettato sui media azzerbinati; infine dal video rimbalza la notizia che il povero Silvio non può presentarsi davanti a “giudici che non hanno competenza né funzionale né territoriale e che vogliono utilizzare questa vicenda come strumento di lotta politica”. Se andiamo indietro nel tempo lo stesso video-messaggio è valido in altre svariate occasioni, ovvero tutte le volte che Berlusconi è stato indagato in indagini giudiziarie. Sempre le stesse parole, sempre la stessa litania. E il messaggio è stato fatto proprio anche dalla maggioranza che, sebbene sia a pezzi ha fatto quadrato davanti al premier per mantenere salda la poltrona.

Per paradosso, l’unico ad essere andato fuori dal coro è stato Umberto Bossi che impaurito dalle concrete possibilità che la riforma federale possa subire il contraccolpo delle scorribande sessuali di Berlusconi, ha invitato il cavaliere a essere più prudente. “Berlusconi deve essere più cauto. Tutti insieme devono abbassare i toni. Anche i magistrati”, ha dichiarato il leader della Lega.

L’attacco ai giudici è stato fatto proprio anche da ministri come Mara Carfagna che dovrebbero, almeno in conformità al ruolo che ricoprono, avere un occhio di riguardo per la condizione e la dignità delle donne. Forse sarà bastata una telefonata da Silvio per farle cambiare idea e abbracciare la linea dei giudici persecutori.

Ma anche questa volta Berlusconi è riuscito nel suo intento di creare disorientamento tra le persone. La fiducia nei suoi confronti è ai minimi termini ma i colpi di coda del premier comunicatore potrebbero avere ancora appeal per chi continua a sostenere che “almeno è simpatico”.

Alla Camera, poco più di 20 deputati sta organizzando il nuovo gruppo parlamentare dei “responsabili”. Fuori usciti da Pdl, Udc, Fli, Api più Massimo Calearo vogliono creare una terza gamba di sostegno al governo. I numeri sono ancora relativi, perché se entra qualcuno dalle fila del Pdl qualcun altro esce dalla finestra.

Durissimo il giudizio di Anna Finocchiaro , presidente dei senatori del Pd: “Non entro sulle affermazioni che riguardano i suoi rapporti con giovani donne. Ma trovo inaccettabili, pericolose e fuori da qualsiasi limite le parole di Berlusconi su giustizia, magistratura e giudici. Se c’è qualcuno che calpesta le leggi e la nostra Costituzione e che si mette sotto le scarpe la dignità delle istituzioni italiane, e è proprio lui, non i magistrati italiani. Quello di Berlusconi è un ulteriore attacco gravissimo ad un potere dello Stato che non possiamo tollerare. Sono le parole di un uomo fuori da ogni controllo che ha perso la testa di fronte a quanto sta avvenendo. Altro che divertirsi! Questo uomo deve dimettersi al più presto e, a proposito di “responsabilità ” di cui tanto si parla in questi giorni in Parlamento, mi rivolgo a chi nella maggioranza ha ancora un minimo di senno: Berlusconi è pericoloso per il nostro Paese e per le nostre istituzioni democratiche ed è necessario che anche nel centrodestra se ne rendano conto. E’ davvero grottesco che invece di preoccuparsi per come umilia con i suoi comportamenti l’Italia, Berlusconi non trovi di meglio che attaccare in maniera eversiva, minacciando ritorsioni e dicendo ennesime bugie, le istituzioni del nostro Paese. Dovrebbe vergognarsi”.

Dello stesso parere anche Luigi Zanda , Vice Presidente del Gruppo Pd al Senato. “Nel suo ultimo video messaggio Berlusconi ha detto: ‘Io vorrei andare subito dai giudici’. E’ una dichiarazione di straordinaria impudenza. Da vent’anni Berlusconi non fa altro che trovare ogni stratagemma per non presentarsi mai ai giudici e per non rispondere alle numerosissime e gravi imputazioni che gli sono state sempre contestate sempre sulla base di consistenti elementi di fatto”. “Sentire adesso Berlusconi – ha continuato Zanda – dire di voler andare subito dai giudici, la dice lunga sulla credibilità degli argomenti che porta per difendersi dalla valanga di fatti riportati nella documentazione inviata dalla Procura di Milano al Parlamento. L’unica verità di quel video è la minaccia finale di Berlusconi di ritorsioni alla magistratura”.

Per Emanuele Fiano , presidente forum Sicurezza del Partito Democratico, “il Cavaliere, che sotto gli occhi di tutto il mondo, è al centro di racconti, testimonianze dirette e indirette, che fanno vergognare tutti gli italiani perché fotografano una realtà di degrado e offesa alla dignità della donna e della persona, il Cavaliere, che non può difendersi da tali testimonianze oggettive, non trova di meglio che provare a dimostrare che il male sia nell’indagine e non nel modello di vita che emerge o nelle ipotesi di reato. E’ la favola che già tutti conosciamo del lupo che incolpa l’agnello di aver inquinato l’acqua. La Procura della Repubblica di Milano sappia che sin tanto che agirà nel solco della Costituzione, come noi siamo convinti che abbia fatto, ci troverà a difenderla nell’operato. Così come Berlusconi sappia che noi continueremo a essere garantisti con chiunque e che chiunque, sino a prova contraria, è innocente. I poliziotti e tutti i tutori dell’ordine che ogni giorno vegliano sulla vita del premier sappiano che condividiamo il disagio di chi, come loro, è impiegato a tutela di residenze dove, secondo le testimonianze, si può entrare senza nessun controllo e all’interno delle quali, probabilmente, qualcuno in una notte guadagna quanto un poliziotto in un anno”.

A.Dra

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