Giorno: 10 Maggio 2010

"I golpisti del mercato", di Rinaldo Gianola

Il problema, dunque, non è solo la Grecia. La crisi non è riconducibile esclusivamente ai conti fuori controllo dei greci ai quali i giornali tedeschi suggeriscono di vendere l’Acropoli per rispettare i sacri parametri di Maastricht. Nel giro di tre giorni l’Europa è passata dalle difficoltà «circoscritte» di un singolo paese, il più debole sotto il profilo finanziario, a una «crisi sistemica», parole del presidente della Bce Trichet, che mette in discussione non solo gli eredi della dracma ma l’intera costruzione dell’Unione e della moneta unica. In poche ore le fiamme e le tragiche violenze di Atene sono passate quasi in secondo piano rispetto alla destabilizzazione che dai mercati è salita fino alle cancellerie che, solo dopo l’intervento preoccupato del presidente Obama su Angela Merkel, hanno deciso di ritrovarsi per il week end a Bruxelles per decidere un piano straordinario di interventi. Non sappiamo se le misure decise stroncheranno l’attacco della speculazione dei mercati ai governi, all’Unione e all’Euro. È certo, tuttavia, che anche questo maxi piano dell’Europa non risolverà i problemi di fondo, non …

"Il Colosseo cade a pezzi, archeologi in allarme", di Carlo Alberto Bucci

Il silenzio che all´alba circonda il Colosseo è stato rotto ieri alle sei dal tonfo di un pezzo di intonaco caduto dalla volta di un corridoio al pian terreno e franato sulla rete di protezione, così violentemente da romperla prima di polverizzarsi a terra. Nessun pericolo per i turisti visto che il monumento – 3 milioni e 200mila ingressi l´anno – in quell´ora era chiuso (ha aperto regolarmente alle 8.30 dopo che l´area critica è stata transennata). E nessun confronto con il boato che, proprio lì di fronte, sul Colle Oppio, il 30 marzo ha accompagnato il collasso devastante di un´intera volta delle gallerie traianee annesse alla Domus Aurea. Infatti, la porzione di malta risalente ai tempi dei Flavi, staccatasi ieri dal Colosseo, misura solo mezzo metro quadrato. «Eppure si è sfiorata la tragedia – denuncia la Confederazione italiana archeologi, attraverso la presidente Giorgia Leoni – perché se il crollo fosse avvenuto a monumento aperto, avrebbe potuto colpire i visitatori». L´intonaco sbriciolato è un campanello di allarme per la tenuta del monumento simbolo di Roma, …

"Precari nascosti nei centri commerciali", di Bruno Ugolini

Basta parlare con quei ragazzi che corrono magari con i pattini a rotelle lungo infiniti corridoi, per toccare con mano la precarietà. Siamo nella pancia dei centri commerciali. L’ottanta per cento sono donne. Fanno quattro mestieri: mamma, moglie, figlia e lavoratrice. Spesso devono lavorare anche la domenica. Senza però adeguati servizi sociali. C’è l’area di parcheggio per i figli dei clienti ma non l’asilo nido per i figli di chi lavora. La loro testimonianza l’ha portata al congresso della Cgil appena concluso Franco Martini, un tunisino di famiglia livornese, segretario della Filcams (il sindacato che si occupa di coloro che operano nel commercio e nel turismo). È il «terziario» (per differenziarlo da industria e agricoltura), il settore che doveva, secondo alcuni, compensare il calo occupazionale dell’industria manifatturiera e agricola. È uno dei principali luoghi, spiega Martini, «dell’incertezza esistenziale, dell’assenza di futuro ». Spesso con lavoratori di serie B, figli di nessuno. Capita poi che si chiudano importanti catene distributive e si aprano enormi cattedrali a poche centinaia di metri da quelli appena chiusi. E nei …

"Italiani a metà un popolo diviso", di Ilvo Diamanti

Fieri di appartenere alla comunità nazionale anche se spesso pronti a considerare il Sud un peso. L’Italia si presenta ai 150 anni dell’Unità con molte contraddizioni ma con un’identità. Costruita soprattutto intorno all’attaccamento ai familiari e all’arte di arrangiarsi. Ecco perché, nonostante le tensioni, continuiamo a sentirci cittadini dellostesso Paese. E perché rischiamo di scoppiare. Ci si avvia al 150esimo anniversario dell’unità nazionale fra molte divisioni. Tanto che alcuni fra i più autorevoli componenti del Comitato dei Garanti per le celebrazioni si sono dimessi. Per primo: Carlo Azeglio Ciampi, il Presidente della Repubblica che, nel corso del suo mandato, ha investito sulla riaffermazione delle feste e dei simboli nazionali. Un atteggiamento che non pare condiviso dalla maggioranza di governo. Nella Lega, soprattutto. I cui leader, a partire da Bossi, fanno a gara nel sottolineare che c’è poco da celebrare. Che, per i padani veri, l’unità d’Italia anzi: l’Italia stessa non merita di essere celebrata. Così, ci si avvia a questo 150enario in modo dimesso e reticente. Un po’ come l’atteggiamento degli italiani verso l’Italia, descritto …