Giorno: 3 Maggio 2010

"In ogni prima due studenti in più", di Francesca Barbieri e Chiara Bussi

Meno classi, ma più affollate. Ma anche meno tempo da passare sui banchi. Sono queste le uniche certezze dei presidi alle prese con il rompicapo della riforma delle scuole superiori che parte a settembre. Archiviata la partita delle iscrizioni per le famiglie dei circa 550mila ragazzi di terza media, ora la palla passa nel campo dei dirigenti: solo cinque mesi di tempo per incastrare tutti i tasselli mancanti del puzzle della riforma approvata a metà marzo e non ancora pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale (almeno fino a giovedi scorso). L`agenda è fitta: bisogna definire i nuovi programmi sulla base della riduzione dell`orario, scegliere i libri di testo e distribuire le cattedre, garantendo la qualità dell`insegnamento. Non nasconde la sua preoccupazione Roberto Tripodi, preside dell`Iti Volta di Palermo, che riassume i nodi ancora da sciogliere: «Il primo problema è l`aumento del numero minimo di alunni, poi bisogna pensare all`orario, che per quanto ci riguarda passerà da 36 a 32 ore, e rischia di penalizzare le ore di laboratorio: un vero e proprio terremoto, insomma, non ci sono …

"Malinconie tedesche", di Barbara Spinelli

Con il passare delle settimane, si è diffusa un’opinione malevola sulla Germania di Angela Merkel e sul suo modo di affrontare la crisi greca. Se ci sono state tante esitanti lentezze nel decidere, se l’aiuto di cui Atene ha bisogno è passato in due settimane da 45 miliardi di euro a oltre 100, se altri Paesi barcollano (Portogallo, Spagna) è perché il governo tedesco non sarebbe capace né di sguardo lungo, né di mosse rapide. Perché dipenderebbe dai sondaggi d’opinione, e si sentirebbe molto più minacciato dall’imminente voto in Renania-Westphalia che dal crollo di Atene e perfino d’Europa. Angela Merkel non avrebbe la stoffa di un grande leader che trascina, convince i connazionali, pensa in grande come seppero farlo Adenauer, Brandt, Kohl. Impaurita dalla crisi, e dalla prospettiva di finire nel gorgo assieme ai più deboli dell’Unione, il Cancelliere ha infine preso la decisione di soccorrere Atene e di prendere in mano il destino dell’euro. Ma lo ha fatto con fatica, quasi a malincuore, pensando e dicendo che in fondo fu sbagliato imbarcare nell’euro Paesi …

"Contro il decreto Bondi l’orchestra di Santa Cecilia suona gratis per protesta", di L.D.F.

«È una bellissima idea informarci così di quello che succede», esclama un’abbonata nel foyer dell’auditorium di Roma mentre ascolta l’orchestra di Santa Cecilia che. gratuitamente, esegue la Settima di Beethoven. E conclude: «Siamo con la nostra orchestra, con la nostra storia». È il modo per rispondere al ministro Bondi che ha definito irresponsabili i musicisti che hanno indetto lo sciopero contro il suo decreto, che commissaria di fatto le più grandi istituzioni musicali come Scala, Maggio o San Carlo. Il pubblico è numeroso. «Accogliere e informare correttamente la gente: facciamo l’opposto di quanto dice il ministro», spiega il violoncellista Francesco Storino. E anche oggi e domani l’orchestra suonerà gratuitamente dalle 16 in poi. «Eravamo venuti per uno spettacolo per bambini, è bello che abbiano fatto questo», dice un padre di famiglia. Applausi e urla di approvazione per ogni pezzo: «Da vecchio orchestrale spiega Gregorio Mazzarese dico che quando scioperavamo in passato la gente si lamentava, stavolta sono tutti con noi». La protesta ha già un simbolo, un fiocchetto giallo: vuol dire portatore sano di cultura. …

"Il patrimonio tagliato a fette. I rischi del federalismo demaniale", di Gian Antonio Stella

Pareva tutto facile, sulla carta. Chi mai poteva opporsi all’idea di usare meglio tanti beni statali a volte abbandonati passandoli a Regioni, Province e Comuni? È vero o no, come spiegò Giulio Tremonti, che «c’è un enorme patrimonio ed è una pazzia che sia gestito da un ufficio a Roma dove non sanno quanto vale» e dunque «è giusto che lo Stato abbia beni nazionali e simbolici ma non che faccia la mano morta al contrario su beni che hanno senso se gestiti localmente»? Macché: il «federalismo demaniale» sta incontrando obiezioni maggiori del previsto. E non solo delle opposizioni, degli ambientalisti o dei guardiani di quello che Croce chiamava «il volto della patria». Alcuni si chiedono fino a che punto lo Stato possa trasferire agli enti locali spiagge, caserme, stazioni, terreni o edifici vari senza intaccare quel patrimonio che è la vera garanzia di «ultima istanza» per l’immenso debito pubblico. Altri, come uno studio del Servizio bilancio della Camera, confermando il rischio di «affievolire gli strumenti di garanzia dello Stato», segnalano che il passaggio «a …

"Lavoro, diritti e democrazia", di Nadia Urbinati

Gli antichi consideravano la democrazia il governo dei poveri. Esiste democrazia, si legge nella Politica di Aristotele, quando il potere supremo dello stato è nelle mani della moltitudine che è fatta di poveri, sempre più numerosi dei ricchi, i quali vogliono governi oligarchici. Ma per noi moderni la democrazia è governo di tutti perché governo di una società di individui che si prendono cura direttamente di se stessi, non vivendo né sulle spalle di famiglie aristocratiche né su quelle degli schiavi. I moderni hanno adattato la democrazia alla società di mercato, la quale ha bisogno di una moltitudine non di poveri ma di consumatori, di gente cioè né troppo ricca né troppo povera; essi hanno promosso una trasformazione fondamentale dalla quale si deve far cominciare la storia della cittadinanza democratica: la fine del lavoro servo e schiavo. Per questa ragione, tutte le democrazie moderne sono fondate sul lavoro, anche quelle che non lo scrivono nella loro costituzione. Lavoro, eguaglianza politica e di rispetto, libertà individuale sono intimamente connessi. E alla loro base vi è l´idea …

"L'inquietudine che non finisce", di Mario Calabresi

Lo spettacolo pomeridiano del Minskoff Theatre è cominciato regolarmente alle tre del pomeriggio. Le famiglie di turisti che avevano pagato 214 dollari a testa per vedere il Re Leone dalle prime file sotto il palco hanno solo fatto più fatica per entrare. Una folla di curiosi si faceva fotografare all’incrocio tra la 45ª Strada e Broadway. Da sabato sera sulle guide dei tour organizzati per Manhattan c’è un altro luogo dove bisogna essere stati, vi è già spuntata una bancarella con magliette «I love NY» e bandierine a stelle e strisce. Ora è il momento di farsi immortalare nel punto esatto dove New York avrebbe potuto trasformarsi in Baghdad. Sono gli stessi turisti che con la linea 1 della metropolitana si spostano da Sud, da quel che resta di Ground Zero – che finalmente non è più un buco ma vede crescere l’erede delle Torri Gemelle – a Nord, all’ingresso dell’elegante Dakota, il condominio di fronte a Central Park, dove trent’anni fa venne assassinato John Lennon. Due portieri in livrea ancora ieri mattina si affannavano …

Gelmini: “A casa dopo il parto? Un privilegio”. E fioccano le proteste

Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, è stato di parola: a poco più di una settimana dal parto, la neo-mamma è tornata a rivestire in pieno la sua veste di responsabile del Miur. E anche a consigliare di fare altrettanto a tutte le donne: in un’intervista al settimanale “Io Donna”, in edicola il primo maggio, ha detto che la “la gravidanza è una cosa unica, è proprio come dicono. Uno stato di beatitudine che dà una forza incredibile, che non conoscevo. Ti senti più forte di prima. Anch’io, come la D’Amico, ho più facilità di altre donne a tornare subito a lavorare senza trascurare mia figlia. Ma non vuol dire non essere una buona mamma, dovrebbero farlo tutte”. Alla domanda “Però le donne normali che lavorano dopo il parto sono costrette a stare a casa” ha poi riposto: “Lo giudico un privilegio”. Per poi specificare: “so che è complicato conciliare il lavoro con la maternità, ma penso che siano poche quelle che possono davvero permettersi di stare a casa per mesi. Bisogna accettare di fare sacrifici”. …