Giorno: 24 Maggio 2010

"Ora di religione, non di catechismo", di Sergio Luzzatto

Le cronache di questi giorni hanno veicolato due notizie significative provenienti da Trastevere, cioè dal ministero della Pubblica istruzione. Entrambe sono state riprese dalla stampa, ma ciascuna per suo conto: come se non avessero nulla a che fare l’una con l’altra. Vale invece la pena di tenerle unite, e di abbozzare una riflessione sul loro significato congiunto. La prima notizia riguarda il pronunciamento del Consiglio di stato sul fatto che l’ora di religione “fa media” nelle pagelle degli alunni. Smentendo una precedente sentenza del Tar, il Consiglio di stato ha stabilito come, nel momento in cui uno studente sceglie di “avvalersi” (secondo il fatidico gergo concordatario) dell’ora di religione cattolica, tale materia diventa a tutti gli effetti obbligatoria e dunque concorre all’attribuzione del credito scolastico. Per parte sua, il ministro Mariastella Gelmini ha dichiarato di accogliere “con soddisfazione” tale pronunciamento. La seconda notizia riguarda la prima riunione di un comitato paritetico composto da funzionari del ministero della Pubblica istruzione e da rappresentanti di un’associazione chiamata Biblia, avente per mandato di promuovere la lettura della Bibbia …

"Difesa di casta", di Mario Calabresi

Molti lettori nell’ultimo anno hanno espresso il loro disagio di fronte alle centinaia di pagine di colloqui privati, telefonate e messaggi intercettati dalla magistratura e finiti in tempo quasi reale sui giornali. Penso alle liste piene di nomi, pubblicate senza distinzioni di ruoli e responsabilità, o ai dialoghi privati riprodotti senza chiarire i necessari contesti di riferimento. Penso, per esempio, alle intercettazioni riguardanti le inclinazioni sessuali dell’inquisito Angelo Balducci, che nulla hanno a che fare con l’inchiesta che ha smascherato gli affari della «cricca» dei lavori pubblici, ma che sono state passate ai quotidiani e sono finite direttamente nelle case degli italiani. Un’anomalia, di cui parla in modo esaustivo Luca Ricolfi nell’articolo che trovate qui sotto. Un’anomalia che avremmo dovuto affrontare da tempo. L’idea che l’Italia si sia trasformata in una società di guardoni, incollati allo spioncino delle procure in attesa di una nuova rivelazione, mi inquieta. Da mesi ne discutiamo in questa redazione, cercando di darci dei limiti quando la sera, nella fretta della chiusura, ci troviamo di fronte a centinaia di pagine di …