attualità, politica italiana

L’ira di Bersani «Ma il premier si rende conto del danno che sta arrecando al Paese?», di Simone Collini

Prospettive Il segretario ai suoi: «Prepariamoci a tutto». Le telefonate con i leader Fli e Udc. «È indegno di governare l’Italia Salga al Quirinale e si dimetta». Per Veltroni la debolezza del Pd nei sondaggi «è un’anomalia, uno degli elementi che spiega il procrastinarsi dell’agonia di Berlusconi». Latorre: «Auspicabili elezioni anticipate per uscire dall’intollerabile pantano»

«È indegno di rappresentare l’Italia. Ma si rende conto del danno che sta arrecando al paese? Se avesse un minimo di senso dello Stato dovrebbe subito salire al Quirinale e rassegnare le dimissioni». Pier Luigi Bersani evita per tutta la giornata di commentare pubblicamente lo stillicidio di citazioni da atti giudiziari che gettano una luce sempre più inquietante sullo scandalo che coinvolge Berlusconi. Ma con i suoi il segretario del Pd è stato chiaro: «Prepariamoci a tutto». Voto compreso.
Dell’attuale situazione Bersani ne ha parlato anche in colloqui telefonici con Gianfranco Fini e con Pier Ferdinando Casini. La valutazione che ne è uscita è che se anche gli esponenti di Pdl e Lega dovessero giocare la carta del rinvio al tribunale dei ministri (nella giunta per le autorizzazioni il centrodestra è sopra di un voto) quanto uscito finora rende comunque complicato per il premier resistere a lungo: un po’ per la gravità del contenuto delle intercettazioni un po’, come dice la capogruppo del Pd nella Giunta per le autorizzazioni a procedere Donatella Ferranti, perché «ci sono tutti gli elementi per un rito immediato»: «Al di là delle eventuali responsabilità penali quello che ne emerge è un agghiacciante quadro di sfruttamento della prostituzione e un triOFFENSIVA AL COPASIR
Per Rosy Bindi il premier deve «togliere dall’imbarazzo il paese» e «liberare il campo». Se invece si dovesse aggrappare ancora alla poltrona, l’offensiva dell’opposizione passerà anche per il Copasir, visto che dalle intercettazioni emerge che è molto facile accedere all’abitazione del capo del governo («siamo entrate senza alcun tipo di controllo»). Dice il deputato del Pd Ettore Rosato, membro del Comitato parlamentare di controllo sui servizi: «Interessi del Paese sono messi in discussione dagli atteggiamenti ingiustificabili del premier». Giovedì Gianni Letta andrà in audizione, ma il Pd darà battaglia chiedendo che sia il premier a «riferire sulla sicurezza»: «È gravissimo che ragazze entrino nella residenza di Berlusconi, a prescindere da considerazioni etiche o morali, perché espone il premier al rischio di ricatti: tra quelle signorine potrebbe infatti esserci anche qualche spia inviata da servizi segreti di Paesi stranieri».
PANTANO ED ELEZIONI
Il punto però è anche cosa succederà dopo, ammesso che Berlusconi si dimetta. Il Pd valuta sempre un governo di «responsabilità istituzionale» il modo migliore per affrontare i problema del paese, ma si sta anche preparando alle urne anticipate. «Non pensino che abbiamo paura del voto», ha detto ai suoi Bersani quando gli hanno riferito che Fabrizio Cicchitto ha messo tra il novero delle possibilità le elezioni. Non a caso al capogruppo del Pdl alla Camera ha risposto David Sassoli («se volete andare alle elezioni noi siamo pronti, col voto sarà certificato il vostro fallimento») e anche il vicepresidente dei senatori Pd Nicola Latorre ha lanciato il guanto di sfida: «Sono auspicabili le elezioni anticipate per uscire da un pantano non più tollerabile».
Nel Pd c’è però anche chi, come Walter Veltroni, dice che la debolezza del partito nei sondaggi «è un’anomalia, uno degli elementi che spiega il procrastinarsi dell’agonia di Berlusconi». Per l’ex segretario dei Democratici c’è la «difficoltà di affermare l’alternativa» e ora è il momento di fare del Pd «un’alternativa capace di modernizzare: al Lingotto dice parlando dell’iniziativa di sabato prossimo ci proponiamo di dare un contributo in questa direzione».

L’Unità 18.01.11

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Berlusconi Ruby, come umiliare l’Italia
Il presidente del Consiglio attacca i giudici in tv. Alla Camera le carte con le intercettazioni hard. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi , il massimo rappresentante del nostro Paese nel mondo, indagato per concussione e induzione alla prostituzione minorile, ha completato la compilation di accuse possibili che un cittadino possa collezionare, spaziando da un campo all’altro dei codici civili e penali. Ma quest’ultima accusa ha veramente superato per gravità tutte le altre. Silvio Berlusconi è stato convocato per il prossimo fine settimana a presentarsi presso i pm del tribunale di Milano che indagano sul caso Ruby, con l’accusa di concussione e induzione alla prostituzione minorile.

Non si tratta più di gossip, non si tratta di squallidi rapporti con escort di lusso adulte e consapevoli del loro agire. In questo caso l’invitata d’onore di feste e festini svoltesi nelle residenze di un ultra settantenne era una ragazzina: Karima El Mahroug, detta Ruby. Una minorenne di 17 anni che per legge andrebbe tutelata dagli adulti e non sfruttata anche solo come immagine, come una bella scultura da esporre in mezzo ad altri vecchi tromboni durante le cene.

Ma al momento il Cavaliere non sembra intenzionato a presentarsi in tribunale e rispondere ad un interrogatorio davanti all’accusa. Nonostante i proclami iniziali, l’unica risposta del premier è stata quella di diffondere un videomessaggio, nel quale si è espresso sempre secondo il proprio classico ed ormai collaudato clichè: ha mosso pesanti accuse contro l’operato dei pm di Milano (quindi nulla di nuovo), ha cercato di distogliere l’attenzione del cittadino o meglio dell’utente televisivo dalla gravità del fatto in sè, (l’accusa di concussione e induzione alla prostituzione minorile), inserendo un nuovo e misterioso elemento. La notizia bomba è che Berlusconi è fidanzato in casa, indi per cui non può andare con altre donne: insinuazione che ha ovviamente scatenato del gossip puro a partire dalle testate giornalistiche nazionali fino ai giornaletti di quartiere, passando ovviamente dalle trasmissioni televisive che occupano i nostri pomeriggi.

Il maxi fascicolo di 300 pagine di verbali dettagliati su come si sarebbero effettivamente svolti i fatti è arrivato oggi alla Camera e Pierluigi Castagnetti il Presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere ha preannunciato che verrà esaminato dalla giunta mercoledì prossimo.

Dopo la diffusione del video di Berlusconi, nel quale il premier cerca di ripulire la propria immagine devastata dal suo stesso modus operandi, la reazione del mondo politico e culturale è stata immediata. Pier Luigi Bersani ha denunciato innanzitutto la vergognosa aggressione ai magistrati da parte del premier e poi ha definito l’ultima esternazione auto difensiva uno spettacolo desolante e imbarazzante. “Viene negata l’evidenza –ha detto Bersani –il cavaliere pensa che gli italiani siano stupidi”.

Due giorni fa quando è stato emesso il mandato di comparizione per Berlusconi, sulla vicenda Ruby il leader del Pd aveva rilasciato una dichiarazione alla stampa, di cui trasmettiamo il video. “Una minorenne, com’era Ruby al momento dei fatti su cui si indaga, dovrebbe andare a scuola e non a cena, per così dire, da dei vecchi ricconi -ha detto Bersani nell’intervista -. Non dovrebbe girare con migliaia di euro in tasca. Non dovrebbe essere buttata fuori dalla Questura per poi essere un’ora dopo, riconsegnata ad una prostituta. Perché una minorenne è una minorenne, a prescindere dal fisico che ha e da quello che ha in testa. Dunque, va tutelata”.

Rosy Bindi, Presidente dell’Assemblea nazionale del Partito Democratico ha evidenziato come il premier nel suo video – difesa abbia cercato ancora una volta di mistificare e capovolgere la realtà, in quanto nessuno può invocare la privacy per impedire alla magistratura di accertare reati inconfessabili.
“Anziché difendersi con spot televisivi -ha detto Bindi – se ha il senso della dignità del ruolo che ricopre, Berlusconi si presenti dai magistrati e usi le sedi proprie per dimostrare la propria correttezza e integrità morale. Se ha violato la legge si difenda con gli strumenti previsti dallo Stato di dritto. Solo così dimostrerà di essere un premier normale, come altri leader di grandi democrazie europee. Se c’è infatti qualcosa di anormale nella situazione italiana è il potente e continuo abuso di poteri e funzioni da parte del capo del governo e la sua pretesa di immunità politica e morale. Ma per fortuna la democrazia in Italia è ancora forte è questo grazie anche alla magistratura e alle altre istituzioni che correttamente esercitano i poteri affidati dalla Costituzione e dalle leggi. E’ ancora un Paese libero, malgrado e nonostante, i continui tentativi di Berlusconi di stravolgerne le fondamenta”.

A difesa della ruolo della magistratura si è espressa Anna Finocchiaro, Presidente del gruppo del Pd al Senato. “E’ davvero stucchevole vedere e sentire gli attacchi del Pdl alla magistratura, colpevole solo di svolgere il proprio dovere, rispetto a una vicenda squallida che non fa che danneggiare il nostro Paese. Mi auguro che ci sia sacrosanto rispetto per le indagini. Non possiamo permetterci di gingillarci di nuovo, e per mesi, con le questioni che riguardano Silvio Berlusconi e i suoi discutibili comportamenti. L’Italia ha bisogno di un governo che si occupi dei problemi concreti dei cittadini, cioè del lavoro, della crisi economica, del futuro dei giovani”. E su questo si è soffermato anche Andrea Orlando, Responsabile Giustizia del Pd che ha dichiarato: “A noi non interessa strumentalizzare la patetica vicenda che riguarda il presidente del Consiglio, sulla quale sarà necessario fare piena chiarezza. Vorremmo, anzi, che non fosse l’ennesimo pretesto di questo governo per aggredire la magistratura e non occuparsi dei veri problemi del Paese”.

Uno degli aspetti che emerge dall’inchiesta della Procura di Milano, sul caso Ruby – Berlusconi è che a prescindere dall’esito processuale, si conferma comunque la grande ricattabilità del Presidente di una delle più grandi potenze del mondo, rispetto al proprio modello di vita. “E questo, in un Paese normale, dovrebbe essere sentito come un pericolo per tutti”, ha notato Emanuele Fiano Presidente Forum Sicurezza del Pd.

Purtroppo, l’intera vicenda è raccontata poco e male anche dai mezzi di comunicazione televisivi, hanno denunciato gli esponenti del Pd. Vincenzo Vita, componente Pd in Commissione Vigilanza Rai ha evidenziato come ‘nel Tg1, alla vicenda Ruby non si sia dedicato altro che un pastone politico con botta e risposta tra esponenti dei vari Partiti, tralasciando ciò che forse al direttore Minzolini è sembrato trascurabile: il racconto dei fatti’.

Le notizie che emergono da quest’ultima inchiesta sono il segno finale della decadenza di questo modo di essere della destra italiana e di come gli anni del berlusconismo abbiano ridotto il nostro Paese. “E’ una vergogna avere un Presidente del Consiglio indagato anche per concussione e prostituzione minorile, un Premier che si è messo in una condizione di tale gravità da gettare discredito sul Paese e sulle cittadine e sui cittadini italiani –ha detto la senatrice del Pd Vittoria Franco -.E’ necessaria una reazione sempre più attiva dell’opinione pubblica a questa destra indecente”.

Alleghiamo un pezzo della lettera che quasi due anni fa la allora moglie di Berlusconi, Veronica Lario mandò ai giornali, probabilmente per discostarsi pubblicamente dalle squallide vicende che riguardavano il marito. Le frasi del suo scritto, suonano oggi come palesemente rivelatrici di una realtà che è emersa successivamente e che ben descrive Silvio Berlusconi.

Probabilmente avremmo dovuto dare maggiore credito a colei che maggiormente conosce il premier nella sua intimità: la moglie.

“…… Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell’imperatore. Condivido. Quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore. E tutto in nome del potere. Figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo e la notorietà. E per una strana alchimia, il Paese tutto concede e tutto giustifica al suo imperatore …..” (Veronica Lario – aprile 2009)

Anto. Pro.

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