Giorno: 24 Gennaio 2011

"Alle elementari arriva la pratica musicale", di Lorenzo Salvia

Un decreto del ministro dell’Istruzione prevede per la prima volta la sperimentazione della musica ma il problema è che l’iniziativa dovrà essere a costo zero. Terza elementare, ore 11, lezione di violino. In altri Paesi europei è da tempo una realtà, noi siamo ancora ai primi passi. Ma qualcosa si muove per introdurre a scuola lo studio di uno strumento musicale, con regolare voto a fine anno. Un decreto firmato pochi giorni fa dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini prevede, dal prossimo anno, la sperimentazione della «pratica musicale» nelle elementari dove al momento la musica semplicemente non esiste. I NUOVI CORSI – Alcune scuole offrono corsi di vario tipo ma sono volontari, fuori dall’orario normale e senza un voto che fa media. Lo studio del pianoforte, della chitarra — ma anche dello strumento più antico, la voce — diventerebbe invece una materia come tutte le altre a partire dalla terza elementare. Possibile in un’epoca di tagli agli organici? Proprio visto il momento, la sperimentazione dovrebbe essere a costo zero. «Le istituzioni scolastiche — si legge nel …

"L'Italia resta in coda su innovazione e accesso al credito", di Francesca Barbieri

Meglio della Germania sul terreno dell’imprenditorialità, più forti della Spagna per efficienza dell’amministrazione pubblica, a pari merito con la Gran Bretagna per livello di integrazione sul mercato unico europeo. Le buone notizie si fermano qui. L’Italia esce dal confronto europeo con poche luci e molte ombre: il nostro paese non è un terreno fertile per lo sviluppo delle piccole e medie imprese, almeno in base agli indicatori fissati dallo Small business act. Una partita che si gioca su dieci campi diversi: imprenditorialità, seconda possibilità, pensare in piccolo, amministrazione recettiva, aiuti di stato, finanza, mercato unico, innovazione, ambiente e internazionalizzazione. Ciascuno corrispondente a un mix di princìpi, giudicati essenziali dalla Ue per creare condizioni paritarie di concorrenza tra le Pmi e per migliorare il contesto giuridico e amministrativo europeo. L’Italia è sempre ben al di sotto della media Ue, con l’unica eccezione dell’imprenditorialità, per cui si registra un risultato di poco inferiore. Su questo fronte emerge che negli ultimi anni il tasso di natalità delle imprese è stato più basso rispetto alla media Ue, ma abbiamo …

"E se il Cavaliere uscisse di scena", di Ilvo Diamanti

E se domani Berlusconi uscisse di scena, travolto dagli scandali e dalle inchieste giudiziarie, più che dall´opposizione politica. Lasciato solo dagli alleati. Dalla Lega, che ha già annunciato l´intenzione di andare subito al voto, se il federalismo si arenasse in Parlamento. Da Umberto Bossi, sempre più infastidito dallo stile di vita del Premier (a cui consiglia di «darsi una calmata»). Criticato dagli industriali, che considerano l´azione economica del governo insufficiente contro la crisi. (Lo ha ribadito anche ieri Emma Marcegaglia.) Dalla stessa Chiesa vaticana, fino a ieri indulgente seppure imbarazzata. Danneggiato dall´immagine internazionale, a dir poco logora. Infine, elemento definitivo e determinante, sfiduciato dagli italiani, dai suoi stessi elettori. (Nonostante i sondaggi degli ultimi giorni non suggeriscano grandi spostamenti elettorali. Segno di un´assuefazione etica molto elevata). Anche in queste condizioni, Berlusconi, probabilmente, resisterebbe fino in fondo. («Non mi piego, non mi dimetto, reagirò», ha ripetuto due giorni fa.) D´altronde, ha sempre dato il meglio (o forse il peggio) di sé di fronte alle emergenze. Sull´orlo dell´abisso. Come il barone di Münchausen, che riesce a sollevare …

"CNR salvo a metà. La Gelmini non riesce a commissariarlo", di Pietro Greco

Il nuovo statuto del Consiglio votato dal CdA viene reso pubblico oggi. La sensazione è quella di scampato pericolo. Il nostro massimo Ente pubblico di ricerca, il Cnr, fondato da Vito Volterra nel 1923, non sarà commissariato e gestito da un burocrate scelto dal Ministro. Ma lo Statuto del Consiglio Nazionale delle Ricerche votato dal Consiglio di Amministrazione che sarà reso pubblico oggi è piuttosto deludente, non esalta l’autonomia dell’Ente e avrà difficoltà a rilanciare la ricerca. Tutto è iniziato con l’ennesimo decreto del Ministro, Mariastella Gelmini, di riordino degli Enti pubblici di ricerca. Nel corso di unaprassi piuttosto macchinosa, ha cercato di imporre per il Cnr uno Statuto in cui, tra l’altro, era prevista la presenza, accanto al Presidente scelto su indicazione della comunità dei ricercatori e di chiara fama scientifica (oggi è un fisico di assoluto valore, Luciano Maiani), di un Direttore Generale senza qualifiche scientifiche scelto dal Ministro. In pratica, un commissario politico. Inoltre lo Statuto ideale voluto da Mariastella Gelmini, in accordo con membri del CdA di nomina governativa, prevedeva un …

"La scienza riscopre poesie e tabelline", di Andrea Tarquini

Uno studio americano rivaluta un metodo didattico passato di moda e spiega perché è più efficace. Ricordare un testo, dei versi o una sequenza di numeri non è nozionismo ma aiuta a elaborare i concetti. Annotare a mano quel che si studia fa usare la logica molto più che la tastiera di un pc. “Nel mezzo del cammin di nostra vita…”, oppure “Sempre caro mi fu quest´ermo colle…”: chi ricorda ancora a memoria passi della Divina Commedia di Dante o L´Infinito di Leopardi? Negli ultimi decenni imparare a memoria, assimilare passivamente, ripetere e annotare, era andato fuori moda come metodo didattico: nozionismo sorpassato. Invece no: imparare a memoria, leggere e rileggere, ripetere, è spessissimo il metodo migliore per apprendere, fino ai massimi livelli accademici e non solo alle elementari o alle medie. A questa conclusione, rilanciata dai media tedeschi, sono arrivati Jeffrey Karpicke e Janell Blunt, psicologi alla Purdue University di West Lafayette, Indiana, Usa. Al loro studio la rivista “Science” ha dedicato un ampio resoconto. Il sogno degli studenti universitari, si dice qui scherzando, …

"Sul caso FIAT precari contro operai", di Bruno Ugolini

Nel grande dibattito aperto su giornali e Tv attorno al caso Fiat, c’è stato qualche precario che ha lamentato il troppo scalpore suscitato. Per denunciare la propria attesa di contratti ballerini, la mancanza di ferie, nessun diritto a stare malato ricevendo comunque un sostegno economico, nessun diritto a scioperare in caso di soprusi, nessuna possibilità di essere rappresentati da un sindacato. Noi, si aggiungeva, non possiamo nemmeno essere protagonisti di un referendum e votare per unSi o per un No. I nostri “contratti” sono indiscutibili e i nostri partner imprenditoriali sono tanti Marchionne che hanno già vinto senza troppi clamori. Un atteggiamento ben comprensibile. Qualche operaio delle Carrozzerie di Mirafiori potrebbe ribattere che nemmeno il suo futuro è assicurato e che comunque molto difficilmente i precari dei nostri giorni, presenti sì nel lavoro manifatturiero, ma soprattutto nei servizi pubblici e privati, o nel commercio e nei giornali, si adatterebbero a sostare anche dieci ore al giorno sulle future catene di montaggio di Mirafiori. Qualche intellettuale ha alimentato questa contrapposizione tra precari e operai di Mirafiori, …

Confindustria stringe i tempi. "Nuove regole entro aprile", di Roberto Mania

Confindustria, ora, è costretta ad accelerare i tempi. Il contratto aziendale alla Fiat-Chrysler di Pomigliano e Mirafiori, non più associata a Viale dell´Astronomia, ha trasformato lo scenario e, con uno strappo senza precedenti, anche le regole del gioco. «Bisogna saper cavalcare il cambiamento», ha detto ieri la presidente degli industriali, Emma Marcegaglia. E il cammino sembra in parte già segnato: nuove regole entro aprile. Per riportare la Fiat all´interno di Confindustria, per aggiornare il sistema di contrattazione, per fissare i nuovi criteri della rappresentanza, per modernizzare la stessa struttura confederale. Un percorso che non richiede l´azione del governo mentre impone un difficile dialogo con Cgil, Cisl e Uil, divise come non mai sulle strategie e sulle proposte. Il confronto già avviato sulle politiche per la crescita, che coinvolge anche le altre organizzazioni imprenditoriali, è in stand by. Senza un chiarimento tra la Cgil e gli altri sindacati e tra la Cgil e la Confindustria rischia di finire in un binario morto a meno che non si voglia trascinare in un accordo separato tutti gli altri, …