Giorno: 8 Novembre 2008

«Gli studenti riscoprono Mirafiori “Non si vedevano da trent’anni”», di Curzio Maltese

Gli universitari davanti ai cancelli della fabbrica torinese. Incontro con gli operai Solo i più anziani si fermano a parlare, i giovani scivolano muti sotto la pioggia. TORINO – «Guarda, gli studenti! Trent´anni che non ne vedevo uno ai cancelli di Mirafiori. Dove siete stati, ragazzi?». Patrizia, operaia al reparto cambi, esce dal turno del mattino e va incontro al drappello di studenti col megafono come andasse incontro ai suoi vent´anni. È passata tanta storia davanti al cancello 20 di Mirafiori ed è trascorsa la sua vita. «Cinquantaquattro anni, trentaquattro in Fiat. Questo, se Dio vuole, è l´ultimo». Sono tanti gli operai a fermarsi, con sorpresa, al volantinaggio degli universitari torinesi. Ma sono soltanto gli anziani. I giovani, un centinaio, si stringono nei giubbotti e scivolano muti sotto la pioggia, verso il tram, casa, letto. Da lontano sembrava una scena d´altri tempi. Il fiorire di ombrelli all´uscita del turno, gli studenti col megafono, il solito cielo livido, l´eterno odore di ferrovia, le facce stanche e quelle incazzate. Da vicino si capisce che sono passati trent´anni …

Immigrati, schiaffo della Ue all’Italia: “Contrari al principio di uguaglianza”, di Paolo Soldini

La Commissione di Bruxelles chiede chiarimenti al governo Berlusconi. Nel mirino il ministro dell’Economia per la Finanziaria che si dimostra contraria alle norme europee sull’integrazione. Nuovo sganassone dell’Unione europea al governo italiano. Dopo la fitta corrispondenza che ha portato il ministro Maroni a una clamorosa marcia indietro sul “pacchetto sicurezza”, a Palazzo Chigi e al Viminale, dove debbono aver creato speciali uffici postali per smaltire le lettere con “richieste di chiarimenti” inviate dalla Commissione, è arrivata un’altra pioggia di letterine pepate. Stavolta non è solo il ministro dell’Interno al centro dell’attenzione: ci sono anche il suo collega all’economia Tremonti, il consiglio dei ministri nella sua interezza e il garrulo titolare del dicastero dei rapporti con l’Unione europea, che non si capisce perché prenda ancora lo stipendio visto che praticamente ormai da Roma non arriva a Bruxelles provvedimento che non sia contrario alle norme dell’Unione. Nel mirino del commissario alla Giustizia Barrot, che pure in passato ha fatto di tutto (forse anche troppo) per non litigare con il governo italiano è finita la legge 133 del …