Giorno: 3 Giugno 2009

Prodi: «È allarme democrazia, rafforziamo il Pd. Non è tempo di astensioni»

«Non è tempo né di astensioni né di sofisticate distinzioni. È il momento di dimostrare che l’Italia può essere diversa, che ha profonde radici etiche e che è ancora capace di contribuire alla crescita democratica di una nuova Europa». Lo afferma l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi in un messaggio in vista delle prossime elezioni europee, parlando anche di un «allarme» per la qualità democratica del paese. Per Prodi, rispetto all’intensificarsi di «segnali di allarme» il Partito democratico, pur nel suo non facile cammino, è l’unica concreta risposta». Nel messaggio, pubblicato sul suo sito, Prodi scrive: «nel momento in cui ribadisco la mia già provata volontà di rimanere al di fuori della politica del nostro Paese, sento il dovere, come semplice cittadino, di sottolineare l’importanza del voto a cui noi italiani siamo chiamati». «Anzitutto – spiega – un voto per l’Europa. In questa linea richiamo la necessità di rafforzare il Partito democratico ricordando come esso abbia sempre con convinzione sostenuto le grandi scelte europee quali l’euro e l’allargamento che , come si è dimostrato in …

Università, Pd: Brunetta trucca le carte su precariato

Ghizzoni, Damiano, Madia: risoluzione Pd per chiedere impegni concreti per giovani ricercatori “Il monitoraggio sul lavoro precario nelle pubbliche amministrazioni promosso dal Ministro Brunetta ha tanti difetti. Per quanto riguarda l’università, il ministro ha veramente truccato le carte. Soltanto il 60% delle università ha risposto al questionario. Il fatto che manchi quasi la metà degli atenei italiani servirebbe a qualificarlo quanto meno come inattendibile. Inoltre, le università hanno adottato criteri difformi per conteggiare il lavoro flessibile da esse impiegato. Molte non hanno incluso i titolari di assegni di ricerca. Mentre gli assegnisti sono dei veri e propri precari della ricerca, impegnati in una attività professionale di produzione della ricerca e sono decine di migliaia. Nessuno chiede regolarizzazioni di massa, ma il Governo deve approntare un piano per dare ai ricercatori più giovani e motivati la possibilità di potersi confrontare ed essere selezionati. Il partito democratico chiede che il monitoraggio vada ripensato e il governo si muova per l’ampio problema del precariato nelle università pubbliche. Finora poco è stato fatto e il monitoraggio confonde le acque”. …

“Noemi, le inchieste, l’Abruzzo: Berlusconi ora ha paura”

Il torcicollo, certo. Silvio Berlusconi era sofferente al ricevimento per la Repubblica. Un forte dolore costante lo tormenta e si sa che dei farmaci è bene non abusare. Anche ieri, alla parata del 2 giugno, i fotografi lo hanno colto ad occhi chiusi e con le mani sul volto. Ma non è solo il dolore fisico a dargli pena, dicevano nei saloni del Quirinale i capannelli di magistrati e banchieri, politici di lunghissimo corso e giovani sottosegretari, amici e avversari. A preoccuparlo piuttosto sono i tre ostacoli sul suo cammino, le tre mine ancora inesplose che potrebbero deflagrare all’indomani del voto: tre inchieste già avviate oltre ad una serie di atti che potrebbero presto tradursi in indagine. Le feste di villa La Certosa sono per così dire il folklore. La sostanza è altrove: i rifiuti (Napoli prima, Palermo adesso), la gestione del terremoto in Abruzzo. E se – come i sondaggi che corrono di bocca in bocca dicono – il gradimento berlusconiano è davvero al 38%, molto al di sotto delle aspettative e certo inferiore …

“L’abuso di Stato”, di Francesco Merlo

Questa volta è solo cafonaggine perché non ci può essere una giustificazione politica. Se è stata una concessione a Bossi, è stato comunque un gratuito sberleffo all´Italia istituzionale, fuori dai partiti e dalla politica, l´Italia vera. Si può infatti irridere all´avversario politico o magari anche all´alleato, ma Berlusconi durante la parata ha fatto le boccacce alla Repubblica che è la forma del paese, forma nel senso di Gestalt, dell´anima: la forma-sostanza di tutto. Davvero non c´entrano il torcicollo e la stanchezza. Guardate le foto (nessuno stavolta le sequestrerà), guardate la mimica facciale, guardatelo mentre parodizza il saluto militare, con le labbra a pernacchia, il finto sorriso di dileggio. Sembra davvero il clown descritto dal Times. La sola spiegazione, prima di addentrarci nella psicanalisi o nella geriatria, è che davvero abbia voluto strizzare l´occhio a Bossi che era assente perché lui, che è ministro delle Riforme, non vuole la res pubblica ma la res privata: ognuno con il suo territorio e uno sberleffo al due giugno che significa il referendum e i morti ammazzati, la guerra …

“Proteste sulla scuola, Gelmini contestata al raduno elettorale”, di Annachiara Sacchi

Dirlo, l’ha detto. «Sono solo quattro pirla che mi contestano e non sanno cos’è la democrazia». Non lo nega affatto, Mariastella Gelmini. Ieri pomeriggio era sul palco di Besana Brianza per sostenere il candidato sindaco del Pdl e, davanti a una trentina di contestatori e oltre trecento sostenitori, ha pronunciato questa frase. Ma vuole precisarne il senso: «Appena arrivata al comizio, sono stata pesantemente insultata dal solito gruppetto di sinistra. I ragazzi del Pdl si sono innervositi. A quel punto, per sdrammatizzare e smorzare i toni, ho fatto questa battuta. A microfono spento». La versione del ministro. Cui segue quella di insegnanti e genitori brianzoli che ieri erano lì, con i loro striscioni, a protestare. «Era una contestazione pacifica, non c’era nulla di violento. Avevamo un manifesto». Lo slogan: «Se la scuola è costosa oggi, chissà quanto ci costerà l’ignoranza domani». Anna, educatrice, continua il racconto: «I militanti della Lega e del Pdl ci fischiavano contro, sventolavano i loro bandieroni coprendo i nostri cartelli. Poi è arrivato quell’insulto, che è ancora più grave perché arriva …

“Disoccupati in Europa: mai così tanti da dieci anni”, di Giuseppe Vespo

Il lavoro nel giorno della Repubblica fondata sul lavoro. Principio fondamentale e precario. Non solo in Italia: ieri dall’Europa è arrivata la conferma che la disoccupazione continua a crescere in tutto il continente euromunito: ad aprile 9,2 per cento, cioè 14,579 milioni di disoccupati. Mai così dal 1999. Bruxelles ha dato l’ok alle misure prese dall’Italia per le imprese che si trovano in difficoltà finanziarie a causa della stretta creditizia. Così da consentire a governo, regioni e comuni di concedere aiuti sotto forma di tassi agevolati su prestiti contratti entro il 31 dicembre 2010. IL PEGGIO NON È PASSATO Praticamente tutti i settori sono toccati più o meno dalle congiuntura negativa. Vediamone alcuni, consigliati da un fonte istituzionale che tiene il polso della situazione e che esordisce dicendo che «per le piccole imprese il peggio non è passato, anzi». Partiamo dal made in Italy di qualità, dalla moda. Dietro le difficoltà del gruppo It Holding, che riunisce sotto di sè firme come Ferrè, Versace e Cavalli, c’è la crisi di migliaia di famiglie. A febbraio …

“I rischi della normalità”, di Luciano Gallino

Da qualche tempo si vanno moltiplicando le dichiarazioni di autorità, operatori economici ed esperti secondo le quali il peggio della crisi sarebbe passato. Se non la luce, in fondo al tunnel si scorge un fioco chiarore. Imprenditori e consumatori appaiono un po’ meno pessimisti riguardo al futuro. Il commercio mondiale pare stia risalendo. Da tutto ciò i dichiaranti deducono che si sta avvicinando la ripresa, il ritorno alla normalità della crescita per il nostro paese e per il mondo. Il rischio che i neo-ottimisti non vedono, o hanno deciso di non vedere, è che il peggior lascito della crisi sarebbe precisamente un ritorno alla normalità. La crisi esplosa nel 2008 nonè stato un incidente di percorso dell’economia mondiale. È stata piuttosto un’espressione di quello che per una trentina d’anniè stato giudicatoe lodato come il suo normale funzionamento. Era normale per il sistema bancario mettere in circolazione quasi 700 trilioni di dollari di derivati al di fuori delle borse, sì da renderli non rintracciabili dalle autorità di sorveglianza. Le quali, da parte loro, trovavano affatto normale …