Giorno: 23 Giugno 2009

Il disegno di legge PD sull’università

Replica all’Associazione Nazionale Docenti Universitari di Luciano Modica, Responsabile Nazionale Università del Partito Democratico (in calce la lettera dell’ANDU). Ringrazio l’ANDU di aver espresso i suoi commenti e le sue critiche al disegno di legge PD sull’università. Avremo modo di discuterne direttamente nell’incontro con il PD fissato per il 25 giugno ma provo comunque a replicare qui per tenere il dibattito il più vivo e ampio possibile. Premessa Vorrei innanzitutto notare che c’è un punto nodale e strategico su cui la differenza tra PD e ANDU risulta evidente e apparentemente irriducibile (ma spero di no): l’autonomia delle università. L’ANDU non esita a definirla “famigerata” e da tempo, con coerenza, la ritiene causa di tutti i mali del sistema universitario italiano. Il PD – in linea con la storia dell’università, con un dibattito nazionale cinquantennale e con tutte le scelte degli organi democratici dell’Unione Europea – la ritiene invece lo strumento essenziale per migliorare continuamente la qualità delle attività universitarie e per assicurare ai cittadini un sistema pubblico efficiente di formazione superiore e di ricerca libera. …

“Il Cavaliere in frenata”, di Massimo Giannini

L’Italia monocolore può attendere. L’Italia azzurra dalle Alpi alla Sicilia per ora esiste solo nei sogni del presidente del Consiglio. Le elezioni amministrative ci consegnano un Paese palesemente spostato a destra, ma non irrimediabilmente votato al berlusconismo. Da questo voto esce, ancora una volta, un’Italia divisa, frammentata e spaccata in due metà. Il Pdl cresce sul territorio ma non sfonda. Il sogno plebiscitario di Berlusconi svanisce nelle trame oscure della sua personale “Velinopoli”. L’onda alta e lunga del berlusconismo si infrange sugli scogli di Casoria e sulle spiagge di Bari. Il Cavaliere ha dichiarato vittoria, ma subito dopo è tornato a parlare della sua vera ossessione – che gli ha fatto perdere voti – ripetendo le accuse di “attacchi eversivi” a Repubblica. C’è un dato quantitativo, che conferma il mancato sfondamento. E qui il giudizio non può prescindere dai dati di partenza, che erano già di per sé eccezionali. Il centrosinistra si presentava a queste amministrative forte del risultato clamoroso e irripetibile del 2004: aveva vinto 51 province e 26 comuni capoluogo, contro le 9 …

“La politica dell’intimità”, di Barbara Spinelli

Non son pochi, in Italia, gli esasperati di quel che sta avvenendo nel Paese: fuori casa l’attenzione delle democrazie si concentra sulla crisi economica, sui meno protetti che ne patiranno, su governi che per decenni hanno omesso di vigilare, sui rapporti di forza che mutano nel mondo, mentre da noi i giornali si riempiono di storie laide che hanno il premier come protagonista e i suoi patemi, i suoi impulsi, le sue libertine sregolatezze come trama. Si vorrebbe parlare d’altro, ma quest’altro è introvabile. L’altro è il bene pubblico, è lo spazio dove il cittadino scopre il mondo esterno e vi si adatta, ma precisamente questo spazio si è liquefatto. Il casalingo soverchia ogni cosa, il privato inghiotte il pubblico, perfino il tempo è deformato. Si vorrebbe avere un’idea del nostro oggi, si vorrebbe pensare il domani, ma un solo presente e un solo futuro occupano la scena: il presente e il futuro del leader, il destino della sua personalità, della sua dimora privata, delle sue donne, del suo corpo, delle sue emozioni. È come …

“In Italia il record delle tasse sul lavoro”, di Luigi Offeddu

Confermato, ma c’è poca da brindare: l’Ita­lia non ha solo il primato eu­ropeo del debito pubblico (113% rispetto al Pil, 29.166 euro teoricamente sul groppo­ne di ogni italiano) ma anche quello del carico fiscale sul reddito da lavoro. Fra impo­ste e contributi sociali, secon­do i dati diffusi ieri da Euro­stat, per il cosiddetto “tasso implicito” siamo infatti al 44%: cioè ben al di sopra della media europea, che non supe­ra il 34,4%; e pure al di sopra dei paesi più «rigidi» come la Svezia o il Belgio (42,3%). Ma­no più leggera, anche se non di molto, per le imposte sui redditi delle imprese: qui, l’Italia ha compiuto una para­bola «positiva», almeno per chi paga – calando di circa 10 punti dal 41,3% del 2000 al 31,4% di oggi – ma per il peso delle sue imposte rimane al quarto posto in Europa atte­standosi alle spalle del Belgio (34%), della Francia (34,4%), e di Malta (35%). Il nostro pae­se è comunque al di sopra del­la media dei 27 paesi Ue (23,5%) e dei 16 dell’Eurozo­na (25,9%): …

“Precari per sempre. «Violati due articoli della Costituzione»”, di Massimo Franchi

Questa volta il ministro Brunetta non c’entra. A tagliare le gambe ai diritti (anche a quelli già acquisiti) dei precari è una norma della Finanziaria, la cui paternità non è stata riconosciuta da alcuno. La formulazione è complessa, ma la traduzione molto semplice: anche chi ha vinto una causa di lavoro che prevede il reintegro a tempo indeterminato può essere mandato a casa senza tanti problemi e con un esborso neanche tanto alto: da da due mensilità e mezzo a sei. Oggi la Corte costituzionale comincia a esaminare la norma. Ben sedici autorità giudiziarie, infatti, hanno sollevato il dubbio dell’incostituzionalità. Domenico Armati, uno tra i massimi esperti italiani di Diritto del lavoro, non ha dubbi: «È una scandalosa barbarie. Si procura un danno enorme a lavoratori che hanno avuto il loro diritto riconosciuto da un giudice e si violano almeno due articoli della Costituzione. Prima di tutto l’articolo 3, cioè il principio di uguaglianza davanti alla legge: la norma riguarda solo i giudizi in corso. Poi l’articolo 104, quello che sancisce l’indipendenza della magistratura, perché, …