scuola | formazione

«Direttiva 87/2010: continua l’erosione dei fondi per l’autonomia scolastica», di Gc

Sul fronte dell’autonomia scolastica (e delle risorse finanziarie ad essa collegate) continuano le docce fredde. È positivo che sia stata emanata la Direttiva annuale (la n. 87 dell’8-11-2010), che indica i criteri per l’assegnazione annuale dei finanziamenti che fin dal 1997 (Legge 440) rappresentano un introito aggiuntivo per i magri bilanci delle scuole. Tuttavia, vanno registrati: il ritardo con cui si procede all’assegnazione dei finanziamenti, la riduzione delle risorse disponibili, il processo di ri-centralizzazione della spesa che mortifica l’autonomia delle scuole. Le difficoltà si sono manifestate anche in Parlamento, ove le Commissioni di Camera e Senato hanno espresso pareri favorevoli (il 29-7-2010 e il 22-9-2010), ma con osservazioni e suggerimenti alternativi.

La riduzione delle risorse
Prosegue la riduzione delle risorse messe a disposizione del sistema scolastico per lo sviluppo dell’autonomia dalla legge 440/1997. Il decremento è posto prevalentemente a carico delle istituzioni scolastiche, che vedranno ulteriormente ridursi la dotazione finanziaria per sviluppare la progettazione prevista dal POF (si tratta ormai di meno di 3.000 euro per istituzione scolastica). E le prime ipotesi presentate dall’amministrazione erano ancora più riduttive per le scuole, tanto che il Parlamento ha dovuto chiedere di non far gravare sulle scuole la riduzione delle risorse (che sono comunque visibili).

Tab. 1 – Disponibilità finanziarie complessive (in milioni di euro)

I fondi gestiti direttamente dall’Amministrazione centrale restano comunque cospicui.

Il libro dei sogni
Leggendo le voci di spesa contenute nella Direttiva 87/2010 si ha però l’impressione che le ambizioni siano eccessive: praticamente tutta la vita della scuola dovrebbe trovare riparo sotto l’ombrello della legge 440/97: dall’educazione a corretti stili di vita all’impegno per la legalità, dalla formazione dei docenti sulle riforme (e relative campagne “informative”) al contrasto alla dispersione, dallo sviluppo delle tecnologie digitali fin’anche alle “iniziative contro la violenza negli stadi” (sic!). Insomma, un libro dei sogni che rischia di confondere la disponibilità di qualche risorsa non vincolata nel bilancio dell’istruzione con lo sviluppo “sincero” dell’autonomia, tanto da spingere il Parlamento (la maggioranza della commissione) a chiedere al Governo di “ridurre lo stanziamento a favore dell’Amministrazione centrale, per favorire un trasferimento di risorse finanziarie più adeguate alle esigenze delle scuole”.

Tab. 2 – Destinazione fondi all’Amministrazione Centrale

L’analisi delle voci che compongono la ripartizione delle spese segnalano un incremento notevole delle risorse destinate al potenziamento delle tecnologie (obiettivo condivisibile che però non dovrebbe andare a discapito dell’autonomia finanziaria delle scuole). Notevole l’incremento indiretto dei finanziamenti alle agenzie nazionali Invalsi ed Ansas, anche in questo caso avviene senza rendere espliciti gli obiettivi strategici delle due nostre agenzie nazionali, con qualche sovrapposizione delle iniziative (es: Progetto Qualità e Merito da un lato, Rilevazione degli apprendimenti dall’altro), mentre le scuole non sono messe nelle condizioni di sviluppare una propria autonoma capacità di trattare, rielaborare, utilizzare i dati messi a disposizione dai sistemi valutativi.
Si registra una forte riduzione dei finanziamenti per le cosiddette educazioni trasversali, che dovrebbe essere compensata da altri cespiti rinvenibili nelle politiche sociali, che però non vengono esplicitati.
Non è chiaro, poi, quali saranno le modalità di impiego delle cospicue risorse destinate centralmente alla formazione, si presume per far fronte alle esigenze di informazione e formazione dei docenti in relazione all’avvio del riordino del 2° ciclo. Al momento non è chiaro come saranno utilizzate tali risorse, alla luce della centralizzazione (verso MIUR e ANSAS) che la CM 76 del 30-8-2010 opera in materia di azioni di accompagnamento alla riforma.

I fondi per le scuole
L’analisi dei fondi destinati alle scuole evidenzia ancora di più le dinamiche della riduzione di risorse.

Tab. 3 – Destinazione fondi alle scuole

In sintesi, la complessiva riduzione dei fondi disponibili per rifinanziare la legge 440/97 si ripercuote negativamente sulle scuole e incide direttamente sui finanziamenti senza vincolo di destinazione al POF, mentre appaiono penalizzati anche i settori dell’istruzione per adulti e dell’istruzione tecnica superiore. Insomma, le difficoltà della finanza pubblica si fanno sentire anche su quel piccolo salvadanaio dell’autonomia (legge 440/97) che nel corso degli anni aveva assicurato un limitato ristoro finanziario alle scuole autonome.

da www.notiziedellascuola.it