Giorno: 11 Febbraio 2012

Scuola/ Previdenza, “i medici privilegiati rispetto ai docenti”, di Giuseppe Grasso

Lettera aperta alla ministra Fornero Egregia ministra, Lei ha avviato una politica previdenziale di grande durezza. Sappiamo che di ciò è pienamente consapevole come attestato, visibilmente, dalla conferenza stampa tenuta a Palazzo Chigi il 4 dicembre scorso. Prima ha avuto la fiducia dei tre maggiori partiti al Parlamento e subito dopo ha mostrato una inattesa quanto insensibile chiusura che si è concretizzata, per esempio, nel difficile rapporto con le organizzazioni sindacali. All’Italia non giova un altro alfiere prussiano che difenda come un fortino la riforma delle pensioni con il suo nome. La nostra nazione ha bisogno, semmai, di politici umili che ascoltino la voce della gente, degli esponenti politici, del mondo della cultura, che sappiano intercettare i disagi sociali e alleviarli con giuste soluzioni, che non attentino alla vita intesa come progettualità. Il suo procedere sordo e irremovibile non va certo in quella direzione. Il trattamento discriminatorio dei lavoratori della scuola ne è testimonianza. Così è accaduto, crediamo noi, con l’emendamento n. 6.51, accantonato per ora al Senato fino al 13 febbraio in attesa di …

Scuola/ Previdenza, "i medici privilegiati rispetto ai docenti", di Giuseppe Grasso

Lettera aperta alla ministra Fornero Egregia ministra, Lei ha avviato una politica previdenziale di grande durezza. Sappiamo che di ciò è pienamente consapevole come attestato, visibilmente, dalla conferenza stampa tenuta a Palazzo Chigi il 4 dicembre scorso. Prima ha avuto la fiducia dei tre maggiori partiti al Parlamento e subito dopo ha mostrato una inattesa quanto insensibile chiusura che si è concretizzata, per esempio, nel difficile rapporto con le organizzazioni sindacali. All’Italia non giova un altro alfiere prussiano che difenda come un fortino la riforma delle pensioni con il suo nome. La nostra nazione ha bisogno, semmai, di politici umili che ascoltino la voce della gente, degli esponenti politici, del mondo della cultura, che sappiano intercettare i disagi sociali e alleviarli con giuste soluzioni, che non attentino alla vita intesa come progettualità. Il suo procedere sordo e irremovibile non va certo in quella direzione. Il trattamento discriminatorio dei lavoratori della scuola ne è testimonianza. Così è accaduto, crediamo noi, con l’emendamento n. 6.51, accantonato per ora al Senato fino al 13 febbraio in attesa di …

"Lo sfoggio di entusiasmo dell’America", di Lucia Annunziata

Il viaggio di Mario Monti in Usa è andato bene. Forse troppo bene. C’è stato infatti un innegabile elemento di esagerazione nell’accoglienza americana al premier italiano, e se alcune reticenze nel discorso pubblico e una serie di sorrisi di imbarazzo valgono una dichiarazione, lo stesso premier sembra essersene accorto. Mario Monti guida il governo da soli tre mesi, ha fatto un forte intervento sulla strada verso il pareggio del bilancio accompagnato dalla riforma delle pensioni («e solo con tre ore di sciopero» ha raccontato di aver detto ai suoi interlocutori alla Casa Bianca, ascoltato «con grande meraviglia»). Per quanto riguarda le altre riforme, che sia quella del mercato del lavoro (tema molto comprensibile agli americani) o quella (molto più sottile per questo pubblico) della modifica dei rapporti fra Merkel e l’Italia, sono ancora tutte da provare. La domanda da porsi è dunque cosa stiano cercando di dirci gli americani con questo inedito sfoggio di entusiasmo. La più maliziosa interpretazione è che il nuovo clima ha a che fare con il passaggio di governo in Italia …

“Lo sfoggio di entusiasmo dell’America”, di Lucia Annunziata

Il viaggio di Mario Monti in Usa è andato bene. Forse troppo bene. C’è stato infatti un innegabile elemento di esagerazione nell’accoglienza americana al premier italiano, e se alcune reticenze nel discorso pubblico e una serie di sorrisi di imbarazzo valgono una dichiarazione, lo stesso premier sembra essersene accorto. Mario Monti guida il governo da soli tre mesi, ha fatto un forte intervento sulla strada verso il pareggio del bilancio accompagnato dalla riforma delle pensioni («e solo con tre ore di sciopero» ha raccontato di aver detto ai suoi interlocutori alla Casa Bianca, ascoltato «con grande meraviglia»). Per quanto riguarda le altre riforme, che sia quella del mercato del lavoro (tema molto comprensibile agli americani) o quella (molto più sottile per questo pubblico) della modifica dei rapporti fra Merkel e l’Italia, sono ancora tutte da provare. La domanda da porsi è dunque cosa stiano cercando di dirci gli americani con questo inedito sfoggio di entusiasmo. La più maliziosa interpretazione è che il nuovo clima ha a che fare con il passaggio di governo in Italia …

"Bersani: fare in fretta sul lavoro, ma il governo deve evitare i conflitti", di Simone Collini

Pier Luigi Bersani conclude il suo viaggio in Tunisia all’insegna del lavoro. Incontra il segretario dell’Ugtt, poi lancia un segnale al governo: «La riforma del mercato del lavoro si faccia in fretta senza conflitti». «I tunisini mi hanno detto che pre ferirebbero avere i nostri problemi, per quel che riguarda il lavoro, e ci credo». Sorride. «Ma anche da noi non è che la situazione sia tanto bella», sospira Bersani scuotendo ora serio la testa. «Bisogna chiudere rapidamente il tavolo sulla riforma del mercato del lavoro, arrivando a un accordo tra le parti perché guai se si aprisse ora una fase conflittuale. Ma soprattutto bisogna smetterla di discutere soltanto di regole, servono politiche che stimolino gli investimenti, misure che diano un po’ di sprint all’economia. Non è possibile che non si affronti mai la questione di come creare più occupazione». Il leader del Pd ha appena finito di parlare con il leader del principale (praticamente unico) sindacato della Tunisia, l’Union générale des travailleurs tunisiens. Si chiama Hassine Abbassi ed è stato eletto per dare un …

“Bersani: fare in fretta sul lavoro, ma il governo deve evitare i conflitti”, di Simone Collini

Pier Luigi Bersani conclude il suo viaggio in Tunisia all’insegna del lavoro. Incontra il segretario dell’Ugtt, poi lancia un segnale al governo: «La riforma del mercato del lavoro si faccia in fretta senza conflitti». «I tunisini mi hanno detto che pre ferirebbero avere i nostri problemi, per quel che riguarda il lavoro, e ci credo». Sorride. «Ma anche da noi non è che la situazione sia tanto bella», sospira Bersani scuotendo ora serio la testa. «Bisogna chiudere rapidamente il tavolo sulla riforma del mercato del lavoro, arrivando a un accordo tra le parti perché guai se si aprisse ora una fase conflittuale. Ma soprattutto bisogna smetterla di discutere soltanto di regole, servono politiche che stimolino gli investimenti, misure che diano un po’ di sprint all’economia. Non è possibile che non si affronti mai la questione di come creare più occupazione». Il leader del Pd ha appena finito di parlare con il leader del principale (praticamente unico) sindacato della Tunisia, l’Union générale des travailleurs tunisiens. Si chiama Hassine Abbassi ed è stato eletto per dare un …

"Inciucisti a chi?", di Giorgio Merlo

È davvero curiosa la reazione violenta e furibonda dei soliti noti contro l’ipotesi, che ormai sta diventando sempre più realtà, di riformare l’attuale legge elettorale collaborando con tutti i partiti. Da mesi, anzi da anni, assistiamo alla predica di cancellare il cosiddetto Porcellum e di scrivere un’ennesima legge elettorale. Richiesta che adesso sta decollando concretamente e che, guarda caso, registra la contestazione proprio di quei partiti che l’hanno rivendicato con forza e determinazione nel tempo passato. Partiti che, è sempre bene non dimenticarlo, da un lato urlavano in modo sguaiato la necessità della riforma e, dall’altro, con altrettanta puntualità, invocavano sino a ieri – e lo invocano ancora oggi – le elezioni anticipate che sarebbero disciplinate, guarda caso, proprio dal Porcellum. Del resto, non c’è affatto da stupirsi. I partiti padronali, cioè retti solo ed esclusivamente dal carisma del “capo” e dove non c’è traccia di democrazia interna se non nell’adulazione acritica e quotidiana verso il leader maximo, individuano nel porcellum proprio lo strumento più adeguato per selezionare la classe dirigente e spedire al parlamento …