Giorno: 15 Febbraio 2012

"Il precario tra Monti e Camusso", di Bruno Ugolini

Giovanni, uno dei tanti precari che conosco, mi ha inviato un’Email per dirmi di non essere molto preso dalla curiosità di sapere se c’è stato un incontro segreto tra la Camusso e Monti. Non è questo che lo preoccupa. Così come non lo preoccupa il pranzo, sempre da Monti, con la Camusso, ma stavolta anche con Bonanni, Angeletti e addirittura il presidente della Repubblica tedesca Wulf. Quello che a lui, invece, sta molto a cuore è il suo futuro. Anche perché la ridda delle ipotesi che legge riguardano soprattutto una cosa: l’articolo 18. Lui quasi non sa nemmeno che cosa sia. Giovanni, infatti, da alcuni anni insegue il lavoro del precario, ovverosia vive contratti spesso di breve durata, magari lunghi tre mesi. E ogni tanto viene licenziato, senza bisogno di alcuna motivazione, di natura economica o tesa alla pura e semplice discriminazione. Il padrone (o, pardon, datore di lavoro sia pure intermittente) gli dice “contratto scaduto” e lui va a casa. E non può andare certo dal giudice per chiedere di essere reintegrato oppure di …

"Noi donne profetiche sulla svolta nel paese" intervista a Cristina Comencini di Mariagrazia Gerina

Le piazze d’Italia piene, quel ritrovarsi, in tante, una accanto all’altra, l’indignazione, la voglia di farsi sentire, la forza ritrovata, l’urlo. «Se non ora quando?», un anno fa. Un milione di donne scendeva in piazza a riprendersi la scena pubblica, occupata dal circo Barnum del berlusconismo al tramonto. Sembra trascorso un secolo. Mutata la scena, caduto Berlusconi, che fine hanno fatto quella piazza e quelle donne? «L’interlocutore è cambiato, per fortuna, ma noi siamo ancora qui», assicura Cristina Comencini, regista e madrina di quell’evento: «E la strada da fare è ancora lunga». Le donne però non scontano una generale crisi della piazza? «Non credo, quella che abbiamo convocato l’11 dicembre, all’indomani della nascita del governo tecnico, è stata comunque una grande manifestazione. La caduta di Berlusconi non ha posto fine allo scopo vero per cui è nato Se non ora quando, c’è ancora molto lavoro da fare per incidere sulla politica e sulla cultura del nostro paese. Andare avanti, rimboccarci le maniche è il modo migliore per festeggiare il “nostro” compleanno. Non a caso ci …

“Noi donne profetiche sulla svolta nel paese” intervista a Cristina Comencini di Mariagrazia Gerina

Le piazze d’Italia piene, quel ritrovarsi, in tante, una accanto all’altra, l’indignazione, la voglia di farsi sentire, la forza ritrovata, l’urlo. «Se non ora quando?», un anno fa. Un milione di donne scendeva in piazza a riprendersi la scena pubblica, occupata dal circo Barnum del berlusconismo al tramonto. Sembra trascorso un secolo. Mutata la scena, caduto Berlusconi, che fine hanno fatto quella piazza e quelle donne? «L’interlocutore è cambiato, per fortuna, ma noi siamo ancora qui», assicura Cristina Comencini, regista e madrina di quell’evento: «E la strada da fare è ancora lunga». Le donne però non scontano una generale crisi della piazza? «Non credo, quella che abbiamo convocato l’11 dicembre, all’indomani della nascita del governo tecnico, è stata comunque una grande manifestazione. La caduta di Berlusconi non ha posto fine allo scopo vero per cui è nato Se non ora quando, c’è ancora molto lavoro da fare per incidere sulla politica e sulla cultura del nostro paese. Andare avanti, rimboccarci le maniche è il modo migliore per festeggiare il “nostro” compleanno. Non a caso ci …