Giorno: 26 Settembre 2012

"Abilitazione, mediane «flessibili»", di Gianni Trovati

Il Governo deve intervenire con un decreto o una circolare per chiarire che il superamento delle mediane sugli indicatori di “produttività scientifica” dei candidati «non è condizione necessaria» per ottenere l’abilitazione nazionale, ma rappresenta solo «uno dei fattori di cui le commissioni giudicatrici dovranno tenere conto». A chiederlo è una mozione tri-partisan presentata ieri alla Camera, che insieme a quelle di Eugenio Mazzarella (Pd) e Paola Binetti (Udc) porta anche la firma dell’ex ministro dell’Università, Mariastella Gelmini (Pdl). La mozione interviene su uno dei nodi più critici nel varo dell’abilitazione nazionale, la nuova via di accesso alle cattedre universitarie introdotta proprio dalla riforma Gelmini per dare una “patente unica” agli aspiranti professori associati e ordinari che parteciperanno ai concorsi locali. Le mediane, già elaborate dall’agenzia nazionale di Valutazione (Anvur) per la selezione dei quasi 7.500 ordinari che si sono candidati a commissario, sono al centro di una polemica serrata nel mondo accademico, sulla base di argomenti ripresi puntualmente dalla mozione. Si citano prima di tutto i rischi di «disparità di trattamento» fra le aree scientifiche …

"Abilitazione, mediane «flessibili»", di Gianni Trovati

Il Governo deve intervenire con un decreto o una circolare per chiarire che il superamento delle mediane sugli indicatori di “produttività scientifica” dei candidati «non è condizione necessaria» per ottenere l’abilitazione nazionale, ma rappresenta solo «uno dei fattori di cui le commissioni giudicatrici dovranno tenere conto». A chiederlo è una mozione tri-partisan presentata ieri alla Camera, che insieme a quelle di Eugenio Mazzarella (Pd) e Paola Binetti (Udc) porta anche la firma dell’ex ministro dell’Università, Mariastella Gelmini (Pdl). La mozione interviene su uno dei nodi più critici nel varo dell’abilitazione nazionale, la nuova via di accesso alle cattedre universitarie introdotta proprio dalla riforma Gelmini per dare una “patente unica” agli aspiranti professori associati e ordinari che parteciperanno ai concorsi locali. Le mediane, già elaborate dall’agenzia nazionale di Valutazione (Anvur) per la selezione dei quasi 7.500 ordinari che si sono candidati a commissario, sono al centro di una polemica serrata nel mondo accademico, sulla base di argomenti ripresi puntualmente dalla mozione. Si citano prima di tutto i rischi di «disparità di trattamento» fra le aree scientifiche …

"Quella crisi del libro senza sconti", di Maria Galluzzo

Il mondo editoriale fa il punto sulla legge Levi: è servita davvero? «Io non vendo sconti, vendo libri». Alla fine dell’Ottocento Ulrico Hoepli, fondatore dell’omonima casa editrice, replicava così a chi gli chiedeva un occhio di riguardo sul prezzo di un volume. L’editore, che era anche libraio, conosceva in profondità il lavoro che stava dietro la nascita di un libro e il valore speciale che lo caratterizzava. Una merce non qualunque e quindi non svendibile. Un episodio rievocato ieri dall’attuale presidente della casa editrice, Giovanni Ulrico Hoepli, in occasione di un convegno organizzato alla camera dalla commissione cultura per fare un bilancio sulla legge Levi, che appunto regolamenta i prezzi dei libri, a un anno dalla sua entrata in vigore (1 settembre 2011). A discuterne sono state convocate tutte le voci degli addetti al settore – editori grandi, medi e piccoli, distributori, librai indipendenti, di catena e online – insieme ai più alti riferimenti istituzionali della materia: Lorenzo Ornaghi, ministro per i beni e le attività culturali, Paolo Peluffo, sottosegretario alla presidenza del consiglio con …

"Quella crisi del libro senza sconti", di Maria Galluzzo

Il mondo editoriale fa il punto sulla legge Levi: è servita davvero? «Io non vendo sconti, vendo libri». Alla fine dell’Ottocento Ulrico Hoepli, fondatore dell’omonima casa editrice, replicava così a chi gli chiedeva un occhio di riguardo sul prezzo di un volume. L’editore, che era anche libraio, conosceva in profondità il lavoro che stava dietro la nascita di un libro e il valore speciale che lo caratterizzava. Una merce non qualunque e quindi non svendibile. Un episodio rievocato ieri dall’attuale presidente della casa editrice, Giovanni Ulrico Hoepli, in occasione di un convegno organizzato alla camera dalla commissione cultura per fare un bilancio sulla legge Levi, che appunto regolamenta i prezzi dei libri, a un anno dalla sua entrata in vigore (1 settembre 2011). A discuterne sono state convocate tutte le voci degli addetti al settore – editori grandi, medi e piccoli, distributori, librai indipendenti, di catena e online – insieme ai più alti riferimenti istituzionali della materia: Lorenzo Ornaghi, ministro per i beni e le attività culturali, Paolo Peluffo, sottosegretario alla presidenza del consiglio con …

"Più candidati, un solo programma", di Cesare Damiano e Giorgio Merlo

Il Pd è un partito di governo. È il più grande partito riformista del paese e, attraverso la sua concreta esperienza, ha cambiato in profondità la geografia politica. Un’esperienza e un ruolo che possono essere determinanti con l’avvio della prossima legislatura. Lo snodo delle primarie non sarà indifferente per il futuro del partito e molto dipenderà da come esse verranno gestite, con quale profilo di governo. È noto, infatti, che il dopo Monti si giocherà prevalentemente sul versante programmatico. Ora, al di là delle ipotesi regolamentari e delle prassi procedurali, pur importanti (noi chiediamo che venga istituito l’albo degli elettori almeno una settimana prima del voto delle primarie), dovrebbe essere chiaro che il Pd non può presentarsi alle elezioni con una pluralità di progetti di governo. Un conto sono le diverse sensibilità culturali che hanno contribuito a fondare il partito e che competono legittimamente alla leadership quando si celebra il congresso nazionale. Altra cosa, radicalmente diversa, è la competizione per la guida politica del paese. In questo caso la ricetta di governo non può che …

"Più candidati, un solo programma", di Cesare Damiano e Giorgio Merlo

Il Pd è un partito di governo. È il più grande partito riformista del paese e, attraverso la sua concreta esperienza, ha cambiato in profondità la geografia politica. Un’esperienza e un ruolo che possono essere determinanti con l’avvio della prossima legislatura. Lo snodo delle primarie non sarà indifferente per il futuro del partito e molto dipenderà da come esse verranno gestite, con quale profilo di governo. È noto, infatti, che il dopo Monti si giocherà prevalentemente sul versante programmatico. Ora, al di là delle ipotesi regolamentari e delle prassi procedurali, pur importanti (noi chiediamo che venga istituito l’albo degli elettori almeno una settimana prima del voto delle primarie), dovrebbe essere chiaro che il Pd non può presentarsi alle elezioni con una pluralità di progetti di governo. Un conto sono le diverse sensibilità culturali che hanno contribuito a fondare il partito e che competono legittimamente alla leadership quando si celebra il congresso nazionale. Altra cosa, radicalmente diversa, è la competizione per la guida politica del paese. In questo caso la ricetta di governo non può che …

"“Cambiamo l’ora di religione” Profumo fa infuriare i cattolici", di Corrado Zunino

«Volevo includere, non escludere». È stupito il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, per le reazioni a effetto ritardato alla sua frase «bisogna rivedere i programmi di religione». L’ha pronunciata sabato scorso a Torino, con il solito stile colloquiale, all’inaugurazione del nuovo campus universitario Luigi Einaudi, l’ha ripetuta ieri mattina all’apertura della biblioteca del Miur, e adesso ne è pentito. L’ex rettore, il tecnico, ancora una volta non ha compreso l’ampiezza della giacca che adesso porta. Profumo ha osservato come «nelle scuole ci sono studenti che vengono da culture, religioni e Paesi diversi. Credo che debba cambiare il modo di fare scuola, che debba essere più aperto. Ci vuole una revisione dei nostri programmi in questa direzione». E insieme alla religione, che il ministro preferirebbe sostituire con una più moderna scuola delle religioni o scuola dell’etica, Profumo ha immaginato la rottamazione della geografia classica: «La scuola è più aperta e multietnica e deve sapersi correlare al mondo di oggi». D’altro canto, in molte classi italiane «metà degli studenti è straniero». In tutto il Paese la media è …