Giorno: 14 Settembre 2012

"Ostriche e festini, er Batman del Pdl", di Francesco Merlo

È lo scandalo della casta ciociara, l’antigeografia d’Italia direbbe il politologo americano Robert Kaplan se conoscesse er Batman, come chiamano il ciociaro Francone Fiorito dal giorno in cui cadde da una moto ferma. MA LA guerra civile del Pdl laziale per il malloppo è anche l’evidenza della dissoluzione, proprio nella Roma della Marcia e dell’Impero, della destra italiana sopravvissuta alla storia e definitivamente corrotta dal danaro pubblico. Infine, i 100 milioni di spese annuali del consiglio regionale del Lazio contro gli 86 della Campania, i 38 dell’Emilia Romagna e i 32 della Toscana sono l’ultima prova, nel super laboratorio romano, che il finanziamento dei partiti è in realtà un crimine da Banda Bassotti, una vera aggressione all’erario e, a Roma come a Napoli e come nella Varese di Bossi, l’evoluzione moderna dell’accattonaggio come professione. Gessato e gilè sul collo aperto, 180 chili di peso e 1,91 di altezza, l’ex capogruppo ed ex tesoriere Pdl nella regione Lazio, Francone Fiorito, ha dunque maneggiato senza controllo più di otto milioni di euro di danaro pubblico in due …

"Ostriche e festini, er Batman del Pdl", di Francesco Merlo

È lo scandalo della casta ciociara, l’antigeografia d’Italia direbbe il politologo americano Robert Kaplan se conoscesse er Batman, come chiamano il ciociaro Francone Fiorito dal giorno in cui cadde da una moto ferma. MA LA guerra civile del Pdl laziale per il malloppo è anche l’evidenza della dissoluzione, proprio nella Roma della Marcia e dell’Impero, della destra italiana sopravvissuta alla storia e definitivamente corrotta dal danaro pubblico. Infine, i 100 milioni di spese annuali del consiglio regionale del Lazio contro gli 86 della Campania, i 38 dell’Emilia Romagna e i 32 della Toscana sono l’ultima prova, nel super laboratorio romano, che il finanziamento dei partiti è in realtà un crimine da Banda Bassotti, una vera aggressione all’erario e, a Roma come a Napoli e come nella Varese di Bossi, l’evoluzione moderna dell’accattonaggio come professione. Gessato e gilè sul collo aperto, 180 chili di peso e 1,91 di altezza, l’ex capogruppo ed ex tesoriere Pdl nella regione Lazio, Francone Fiorito, ha dunque maneggiato senza controllo più di otto milioni di euro di danaro pubblico in due …

«Niente più insegnanti nei piccoli comuni», di Luciana Cimino

«Nelle situazioni di particolare isolamento, limitatamente alle piccole isole e ai comuni montani, ove è presente un ristretto numero di alunni del primo ciclo di istruzione che non consente l’istituzione di classi (…) sono istituiti, a decorrere dall’anno scolastico 2012/2013, centri collegati funzionalmente attraverso l’utilizzo delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic)». È l’articolo 21 di una bozza del Decreto Innovazione che sarà messo in calendario per le prossime riunioni del Consiglio dei Ministri. Prevede didattica svolta con l’e-learning «sotto la vigilanza di un tutor nominato dall’istituzione scolastica di riferimento, in locali messi a disposizione dal Comune». LA POLEMICA Un cambiamento radicale, se venisse approvato così com’è, che fa sobbalzare la Flc–Cgil. Ieri mattina il segretario Mimmo Pantaleo ha scritto una lettera aperta al ministro Profumo contro l’ipotesi di «sostituire agli insegnanti i pc». «A noi pare che si vogliano fare tre operazioni: un ulteriore taglio di organico del personale, ammantato dall’alone della modernità e dell’innovazione; lo stravolgimento dell’idea stessa di scuola pubblica, costituzionalmente garantita, che verrebbe privata della essenziale funzione di mediazione culturale e …

"Meglio se uniti", di Cesare Damiano e Giorgio Merlo

Il dibattito sempre più infuocato, attorno e dentro al Pd, rischia di avere effetti imprevedibili. Il linciaggio verbale, singolare e curioso, contro il gruppo dirigente, non aiuta a far emergere con chiarezza il nostro progetto per il paese. Il bombardamento mediatico in atto da parte di molti settori dell’informazione, che ha l’obiettivo di mettere in discussione il nostro profilo di governo, confonde il ruolo e il messaggio politico del partito. Per questo motivo si tratta di chiarire alcuni aspetti essenziali che caratterizzano la nostra proposta e la nostra stessa mission. Innanzitutto il sistema elettorale. Il Pd, quasi tutto, su questo versante ha mantenuto, da sempre, una posizione chiara ed univoca. Certo, i compromessi vanno fatti anche perché non abbiamo la maggioranza alla camera e al senato e la ricerca di un punto di equilibrio è indispensabile. Ma la definizione delle alleanze, il premio di maggioranza alla coalizione (che impedisca che dal voto emerga una posizione di stallo che porterebbe alla riedizione di una improponibile “larga coalizione”) ed il ripristino del rapporto tra gli eletti e …

"Meglio se uniti", di Cesare Damiano e Giorgio Merlo

Il dibattito sempre più infuocato, attorno e dentro al Pd, rischia di avere effetti imprevedibili. Il linciaggio verbale, singolare e curioso, contro il gruppo dirigente, non aiuta a far emergere con chiarezza il nostro progetto per il paese. Il bombardamento mediatico in atto da parte di molti settori dell’informazione, che ha l’obiettivo di mettere in discussione il nostro profilo di governo, confonde il ruolo e il messaggio politico del partito. Per questo motivo si tratta di chiarire alcuni aspetti essenziali che caratterizzano la nostra proposta e la nostra stessa mission. Innanzitutto il sistema elettorale. Il Pd, quasi tutto, su questo versante ha mantenuto, da sempre, una posizione chiara ed univoca. Certo, i compromessi vanno fatti anche perché non abbiamo la maggioranza alla camera e al senato e la ricerca di un punto di equilibrio è indispensabile. Ma la definizione delle alleanze, il premio di maggioranza alla coalizione (che impedisca che dal voto emerga una posizione di stallo che porterebbe alla riedizione di una improponibile “larga coalizione”) ed il ripristino del rapporto tra gli eletti e …

"Che cosa blocca il Paese", di Luca Ricolfi

Ultimamente, non posso nasconderlo, mi è capitato più volte di provare un moto di solidarietà, o quantomento di comprensione, per le cosiddette «parti sociali», Cgil e Confindustria innanzitutto. Che cosa sta succedendo, infatti? Da alcune settimane sta succedendo che il nostro governo, resosi conto di aver usato la mano troppo pesante sull’economia e di non avere alcuna risorsa, tesoretto o altro da mettere sul piatto, sta caricando sulle parti sociali – sindacati e organizzazioni degli imprenditori – una responsabilità molto maggiore di quella che sindacati e industriali possano assumersi. L’invito a mettersi d’accordo per aumentare la competitività dell’Italia («dobbiamo abbattere lo spread della produttività») è solo il punto di approdo di una strategia comunicativa che va avanti da tempo. Prima c’era stata l’imperiosa esortazione del ministro Fornero agli imprenditori a investire («noi abbiamo fatto la nostra parte, ora tocca a voi»). Poi, alla Fiera del Levante, l’invito del premier a «cambiare mentalità». E infine, giusto ieri, l’attacco di Monti allo Statuto dei lavoratori, che avrebbe danneggiato la creazione di posti di lavoro. Anche se Monti …

"Che cosa blocca il Paese", di Luca Ricolfi

Ultimamente, non posso nasconderlo, mi è capitato più volte di provare un moto di solidarietà, o quantomento di comprensione, per le cosiddette «parti sociali», Cgil e Confindustria innanzitutto. Che cosa sta succedendo, infatti? Da alcune settimane sta succedendo che il nostro governo, resosi conto di aver usato la mano troppo pesante sull’economia e di non avere alcuna risorsa, tesoretto o altro da mettere sul piatto, sta caricando sulle parti sociali – sindacati e organizzazioni degli imprenditori – una responsabilità molto maggiore di quella che sindacati e industriali possano assumersi. L’invito a mettersi d’accordo per aumentare la competitività dell’Italia («dobbiamo abbattere lo spread della produttività») è solo il punto di approdo di una strategia comunicativa che va avanti da tempo. Prima c’era stata l’imperiosa esortazione del ministro Fornero agli imprenditori a investire («noi abbiamo fatto la nostra parte, ora tocca a voi»). Poi, alla Fiera del Levante, l’invito del premier a «cambiare mentalità». E infine, giusto ieri, l’attacco di Monti allo Statuto dei lavoratori, che avrebbe danneggiato la creazione di posti di lavoro. Anche se Monti …