Giorno: 7 Settembre 2012

"Gli italiani riformisti immaginari", di Luigi La Spina

La premessa è doverosa, anche se può sembrare scontata, perché è giusto ricordare certi meriti, soprattutto in un momento in cui il nostro Paese è troppo facilmente messo sotto processo: il welfare sanitario assicurato dallo Stato in Italia è una conquista di civiltà di cui andare assolutamente fieri. Tanto è vero che i cittadini di tutto il mondo invidiano le nostre garanzie di assistenza pubblica. Garanzie che pur con grandi differenze regionali di qualità e con le inevitabile carenze episodiche, offrono cure adeguate e sostanzialmente gratuite a milioni di italiani. Il problema, perciò, è quello non solo di preservare i vantaggi di questo sistema, ma di adattarlo ai tempi, correggerne i difetti, uniformare su tutto il territorio nazionale gli standard di efficienza per permetterne la sostenibilità finanziaria nei prossimi decenni. In momenti di crisi della spesa pubblica come quelli attuali, infatti, il livello del nostro welfare sanitario può sembrare un lusso che non ci possiamo più permettere. E’, invece, miope considerarlo solo un costo, perché toglie al cittadino quella paura del futuro che costituisce uno …

"Gli italiani riformisti immaginari", di Luigi La Spina

La premessa è doverosa, anche se può sembrare scontata, perché è giusto ricordare certi meriti, soprattutto in un momento in cui il nostro Paese è troppo facilmente messo sotto processo: il welfare sanitario assicurato dallo Stato in Italia è una conquista di civiltà di cui andare assolutamente fieri. Tanto è vero che i cittadini di tutto il mondo invidiano le nostre garanzie di assistenza pubblica. Garanzie che pur con grandi differenze regionali di qualità e con le inevitabile carenze episodiche, offrono cure adeguate e sostanzialmente gratuite a milioni di italiani. Il problema, perciò, è quello non solo di preservare i vantaggi di questo sistema, ma di adattarlo ai tempi, correggerne i difetti, uniformare su tutto il territorio nazionale gli standard di efficienza per permetterne la sostenibilità finanziaria nei prossimi decenni. In momenti di crisi della spesa pubblica come quelli attuali, infatti, il livello del nostro welfare sanitario può sembrare un lusso che non ci possiamo più permettere. E’, invece, miope considerarlo solo un costo, perché toglie al cittadino quella paura del futuro che costituisce uno …

"Sono primarie o è una sfilata?", di Michele Prospero

Ce la farà la sinistra ad interpretare in maniera efficace e non autodistruttiva la tornata delle primarie di coalizione che, per la prima volta in Italia, assumono vesti altamente competitive? Le prove tecniche di primarie hanno già svelato una preoccupante inadeguatezza per via di un ardore polemico spericolato. Non è l’intensità dei fendenti che preoccupa. Che i gazebo non siano mai una cerimonia di gala è cosa scontata. E però andrebbe evitato che le primarie si traducano in una occasione afferrata al volo per assestare dei colpi agli organigrammi congressuali e per tendere delle imboscate al quartier generale. Senza la condivisione di un percorso politico, e sguarnite di un senso del limite, le primarie possono rivelarsi un incidente utile per un avversario a corto di chance. Quello che urta è perciò la mancata comprensione del carattere specifico delle primarie. Il destinatario vero della contesa non può essere l’elettore astratto, raggiunto ovunque esso si collochi nello spazio politico e stimolato con l’arte della provocazione e con le metafore della esagerazione. Per quanto le primarie siano aperte, …

"Sono primarie o è una sfilata?", di Michele Prospero

Ce la farà la sinistra ad interpretare in maniera efficace e non autodistruttiva la tornata delle primarie di coalizione che, per la prima volta in Italia, assumono vesti altamente competitive? Le prove tecniche di primarie hanno già svelato una preoccupante inadeguatezza per via di un ardore polemico spericolato. Non è l’intensità dei fendenti che preoccupa. Che i gazebo non siano mai una cerimonia di gala è cosa scontata. E però andrebbe evitato che le primarie si traducano in una occasione afferrata al volo per assestare dei colpi agli organigrammi congressuali e per tendere delle imboscate al quartier generale. Senza la condivisione di un percorso politico, e sguarnite di un senso del limite, le primarie possono rivelarsi un incidente utile per un avversario a corto di chance. Quello che urta è perciò la mancata comprensione del carattere specifico delle primarie. Il destinatario vero della contesa non può essere l’elettore astratto, raggiunto ovunque esso si collochi nello spazio politico e stimolato con l’arte della provocazione e con le metafore della esagerazione. Per quanto le primarie siano aperte, …

"La ricerca dei cervelli in fuga: in 100 potranno insegnare al sud", da Agenzia Dire

L’iniziativa lanciata dai ministri Barca e Profumo: bando a settembre. Saranno i “messaggeri” dell’eccellenza. Un bando per riportare in Italia (seppur per un periodo limitato) 100 cervelli in fuga, cento ricercatori italiani che lavorano oltre confine e che dovranno aiutare il Sud Italia a “mescolare il sangue”, a trovare punti di contatto con importanti centri esteri di ricerca. Lo hanno lanciato questa mattina i ministri Francesco Profumo (Istruzione) e Fabrizio Barca (Coesione Territoriale). “Messaggeri” e’ il titolo del progetto che puo’ contare su 5,3 milioni di euro per questo anno accademico e ha gia’ un hashtag, #messaggeri, per farsi largo su twitter e farsi conoscere fra i ragazzi. IL PROGETTO – A meta’ settembre sara’ pubblicato un bando che riguardera’ le quattro regioni della convergenza (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia). I fondi a disposizione (europei) serviranno per dare vita a tre step. Innazitutto saranno selezionati 100 ricercatori fra tutti quelli che presenteranno ai dipartimenti universitari le loro proposte didattiche. L’inizitiva e’ aperta anche agli stranieri, ma dovranno insegnare in italiano “per evitare- spiegano i tecnici- …

"La ricerca dei cervelli in fuga: in 100 potranno insegnare al sud", da Agenzia Dire

L’iniziativa lanciata dai ministri Barca e Profumo: bando a settembre. Saranno i “messaggeri” dell’eccellenza. Un bando per riportare in Italia (seppur per un periodo limitato) 100 cervelli in fuga, cento ricercatori italiani che lavorano oltre confine e che dovranno aiutare il Sud Italia a “mescolare il sangue”, a trovare punti di contatto con importanti centri esteri di ricerca. Lo hanno lanciato questa mattina i ministri Francesco Profumo (Istruzione) e Fabrizio Barca (Coesione Territoriale). “Messaggeri” e’ il titolo del progetto che puo’ contare su 5,3 milioni di euro per questo anno accademico e ha gia’ un hashtag, #messaggeri, per farsi largo su twitter e farsi conoscere fra i ragazzi. IL PROGETTO – A meta’ settembre sara’ pubblicato un bando che riguardera’ le quattro regioni della convergenza (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia). I fondi a disposizione (europei) serviranno per dare vita a tre step. Innazitutto saranno selezionati 100 ricercatori fra tutti quelli che presenteranno ai dipartimenti universitari le loro proposte didattiche. L’inizitiva e’ aperta anche agli stranieri, ma dovranno insegnare in italiano “per evitare- spiegano i tecnici- …

"Quella strana sinistra che dice cose di destra", di Luigi Manconi

Dichiaro in primo luogo le mie generalità: sono d’accordo con Pier Luigi Bersani sul fatto che nel discorso pubblico di Beppe Grillo (e non solo suo) si trovino tracce inequivocabili di “linguaggio fascista”. E questo già vuol dire che a utilizzare quel linguaggio fascistico, non è necessariamente “un fascista”: possono farlo individui e gruppi che, senza esserlo per biografia e ideologia, attingono a un vocabolario e a una retorica, a un sottofondo culturale e a una struttura semantica la cui origine, certo lontana ma non esaurita, è quella fascista. Qui vi si trova disprezzo dell’avversario e rancore plebeo, sfregio dell’identità altrui e concezione gerarchico-autoritaria delle relazioni sociali. Insomma si può ricorrere a “linguaggio fascista”, senza essere fascista. Quand’ero piccino e movimentista e scostumato, fui tra coloro che, in una contrapposizione assai aspra col Pci, ricevettero da quel partito l’onta di quell’epiteto: “fascista”. Fu un’esperienza bruciante all’interno di una polemica politica condotta fino alle estreme conseguenze, da una parte e dall’altra. Chi ne era bersaglio, cresciuto nel mito della Resistenza antifascista, pativa quell’insulto come sommamente ingiusto. …