Giorno: 15 Settembre 2012

Sisma: Ghizzoni “C’è luce in fondo al tunnel”

Alacre il lavoro fatto sui presidi sanitari di Carpi e Mirandola, grazie anche al concerto. Il lavoro di tanti sta consentendo la restituzione ai cittadini dei presidi sanitari di Carpi e Mirandola: a questo si aggiungono le risorse raccolte con il “Concerto per l’Emilia” che sono state consegnate proprio oggi. “Si vede la luce in fondo al tunnel”: commenta la parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura della Camera dei deputati. “Si vede la luce in fondo al tunnel, anche grazie alle risorse raccolte con il “concerto per l’Emilia”che ha coinvolto 16 artisti emiliani e tantissimi cittadini che generosamente hanno offerto il loro contributo – lo dichiara la deputata modenese del Pd Manuela Ghizzoni, Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, in occasione della consegna dell’incasso del “Concerto per l’Emilia” a favore della ricostruzione degli ospedali di Carpi e Mirandola. – Il terremoto ci ha lasciato una pesante eredità, che abbiamo l’obbligo morale di rendere fruttuosa, a parzialissimo risarcimento dei lutti e dei danni sofferti dalle popolazioni della Bassa Modenese. E’ …

Roversi: Ghizzoni, vuoto colmato da eredità del suo lavoro

“Oggi è una giornata di lutto per il mondo della cultura per la perdita di un poeta che è riuscito a interpretare pienamente ogni aspetto della scrittura artistica, di un uomo che è stato in grado di trasmettere l’impegno civile e culturale. – lo dichiara Maniela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati – Roversi è stato un esempio della capacità di sviluppare e divulgare l’arte letteraria non solo attraversandone i generi, ma rendendosi divulgatore, con la sua storica libreria bolognese. Con la scomparsa di Roversi resta un vuoto per la cultura italiana ed europea – conclude Ghizzoni – colmato solo dall’eredità del suo lavoro”

"I silenzi del Governo", di Gad Lerner

Invano abbiamo atteso che il presidente Monti o il ministro Passera convocassero nella giornata di ieri i responsabili della Fiat, in seguito alla disdetta unilaterale del piano di investimenti Fabbrica Italia. Sono intervenuti Diego Della Valle e Cesare Romiti per censurare l’addio annunciato di Marchionne, ma il governo no: forse aspetta, per darsi una mossa, che anche la disperazione degli operai di Mirafiori, Melfi, Cassino, Pomigliano degeneri nelle forme estreme ormai tristemente consuete? Non sono bastate le lezioni dell’Ilva e dell’Alcoa? Capisco che sia difficile per la classe politica riconoscere di essere stata presa in giro dalla multinazionale che nella primavera 2010, già in piena crisi di sovrapproduzione, vaneggiava di un raddoppio delle automobili da fabbricare in Italia, con investimenti (mai pianificati) per la stratosferica cifra di 20 miliardi. Una promessa, mai formulata per iscritto, in cambio della quale Marchionne ha preteso e ottenuto la deroga contrattuale dalle normative vigenti; imponendo sacrifici ai lavoratori dopo aver estromesso dagli stabilimenti il sindacato più rappresentativo. Se il precedente governo di destra assecondava per convenienza politica la prova …

"I silenzi del Governo", di Gad Lerner

Invano abbiamo atteso che il presidente Monti o il ministro Passera convocassero nella giornata di ieri i responsabili della Fiat, in seguito alla disdetta unilaterale del piano di investimenti Fabbrica Italia. Sono intervenuti Diego Della Valle e Cesare Romiti per censurare l’addio annunciato di Marchionne, ma il governo no: forse aspetta, per darsi una mossa, che anche la disperazione degli operai di Mirafiori, Melfi, Cassino, Pomigliano degeneri nelle forme estreme ormai tristemente consuete? Non sono bastate le lezioni dell’Ilva e dell’Alcoa? Capisco che sia difficile per la classe politica riconoscere di essere stata presa in giro dalla multinazionale che nella primavera 2010, già in piena crisi di sovrapproduzione, vaneggiava di un raddoppio delle automobili da fabbricare in Italia, con investimenti (mai pianificati) per la stratosferica cifra di 20 miliardi. Una promessa, mai formulata per iscritto, in cambio della quale Marchionne ha preteso e ottenuto la deroga contrattuale dalle normative vigenti; imponendo sacrifici ai lavoratori dopo aver estromesso dagli stabilimenti il sindacato più rappresentativo. Se il precedente governo di destra assecondava per convenienza politica la prova …

"Oligarchie inamovibili e movimenti di plastica", di Francesco Cundari

Anche se non bisognerebbe mai infierire su un avversario a terra, è difficile non commentare l’esultanza della stampa berlusconiana di più stretta osservanza per la spaccatura del Pd prodotta dalle primarie («Tutti contro tutti, e adesso il Pd è morto», titolava ieri, per esempio, il Giornale di Alessandro Sallusti). Un rischio che il Pdl ha deciso prudentemente di non correre, dove ovviamente Pdl sta – come al solito – per Silvio Berlusconi, unico titolato a decidere in materia. D’altra parte, qualora Berlusconi decidesse di non ricandidarsi, e scarseggiassero i delfini ansiosi di provare il trattamento sperimentato quest’estate su Angelino Alfano, non si può escludere che il centrodestra ci ripensi e affidi alle primarie la scelta del suo primo rappresentante (suo di Berlusconi, s’intende). In molti, tuttavia, sostengono che il centrosinistra non abbia scelto un buon momento per fare le primarie. Ci sono validi argomenti a favore di questa tesi, primo tra tutti il rischio di aprire un confronto nel proprio campo mentre il naturale confronto con l’avversario è di fatto sospeso: il rischio, cioè, che …

"Oligarchie inamovibili e movimenti di plastica", di Francesco Cundari

Anche se non bisognerebbe mai infierire su un avversario a terra, è difficile non commentare l’esultanza della stampa berlusconiana di più stretta osservanza per la spaccatura del Pd prodotta dalle primarie («Tutti contro tutti, e adesso il Pd è morto», titolava ieri, per esempio, il Giornale di Alessandro Sallusti). Un rischio che il Pdl ha deciso prudentemente di non correre, dove ovviamente Pdl sta – come al solito – per Silvio Berlusconi, unico titolato a decidere in materia. D’altra parte, qualora Berlusconi decidesse di non ricandidarsi, e scarseggiassero i delfini ansiosi di provare il trattamento sperimentato quest’estate su Angelino Alfano, non si può escludere che il centrodestra ci ripensi e affidi alle primarie la scelta del suo primo rappresentante (suo di Berlusconi, s’intende). In molti, tuttavia, sostengono che il centrosinistra non abbia scelto un buon momento per fare le primarie. Ci sono validi argomenti a favore di questa tesi, primo tra tutti il rischio di aprire un confronto nel proprio campo mentre il naturale confronto con l’avversario è di fatto sospeso: il rischio, cioè, che …

"Sardegna vittima di spot elettorali", di Marcello Fois*

Lo sprofondo che sta ingoiando la Sardegna non è nient’altro che l’orrendo risultato di una serie impressionante di calcoli sbagliati, di pregiudizi, di errori di valutazione. La piccola patria delle grandi promesse oggi si sgretola di fronte all’impossibilità di mantenerle. Era solo il 2009 quando, accompagnato dal candidato più anonimo a disposizione: il dottor Ugo Cappellacci, l’onorevole Silvio Berlusconi cominciò a battere palmo a palmo l’isola con l’intento di ribadire nell’ordine che, come Caligola, in Sardegna poteva candidare persino il suo cavallo; e che la stagione Soru, a suo dire funerea e luttuosa, andava immantinente archiviata a favore di una stagione di sorrisi e bengodi. Così iniziò la campagna elettorale più capillare che la Sardegna avesse mai visto. E ad ogni tappa si raccoglievano folle di sardi vessati dall’orrido Mister Tiscali che chiedevano pane e circensi. Le barzellette, come nella migliore delle tradizioni berlusconiane, si sprecarono, e tutti risero. Straordinaria la tappa in cui all’onorevole primo ministro fu consegnata dalle mani del segretario Trincas la bandiera quattro mori; straordinaria la competenza archeologica da lui dimostrata …