Giorno: 9 Settembre 2012

Bersani: "La sfida per il Paese"

Bersani chiude la Festa Democratica nazionale a Reggio Emilia Care Democratiche e cari Democratici, eccoci qui. Siamo tanti qui e siamo stati tanti, tantissimi, nelle oltre duemila feste che abbiamo organizzato ovunque. Siamo un partito capace di rimboccarci le maniche. Siamo un partito popolare. Siamo un partito libero, senza padroni. Abbiamo radici in ogni luogo del paese e vogliamo bene alle nostre comunità, ciascuno di noi alla sua. Ma tutti assieme vogliamo bene all’Italia. Le vogliamo bene e tuttavia non ci piace ancora abbastanza. Ci piacerà davvero solo quando sarà garantito il diritto di ognuno di studiare, di lavorare, di aver soccorso nel bisogno, senza discriminazioni e senza mai dover mendicare un diritto con il cappello in mano. E neppure il mondo così come è, ci piace abbastanza. Per la violenza che lo agita, per le guerre e il sangue sparso fino alle porte di casa nostra. La pace può venire solo dalla libertà. Noi siamo amici di ogni donna e di ogni uomo che nel mondo ha la forza di alzarsi in piedi e …

Bersani: "La sfida per il Paese"

Bersani chiude la Festa Democratica nazionale a Reggio Emilia Care Democratiche e cari Democratici, eccoci qui. Siamo tanti qui e siamo stati tanti, tantissimi, nelle oltre duemila feste che abbiamo organizzato ovunque. Siamo un partito capace di rimboccarci le maniche. Siamo un partito popolare. Siamo un partito libero, senza padroni. Abbiamo radici in ogni luogo del paese e vogliamo bene alle nostre comunità, ciascuno di noi alla sua. Ma tutti assieme vogliamo bene all’Italia. Le vogliamo bene e tuttavia non ci piace ancora abbastanza. Ci piacerà davvero solo quando sarà garantito il diritto di ognuno di studiare, di lavorare, di aver soccorso nel bisogno, senza discriminazioni e senza mai dover mendicare un diritto con il cappello in mano. E neppure il mondo così come è, ci piace abbastanza. Per la violenza che lo agita, per le guerre e il sangue sparso fino alle porte di casa nostra. La pace può venire solo dalla libertà. Noi siamo amici di ogni donna e di ogni uomo che nel mondo ha la forza di alzarsi in piedi e …

"Un nuovo umanesimo ci salverà", di Mauro Ceruti e Edgar Morin

Per i dotti dell’Umanesimo e del Rinascimento la civiltà europea poggiava su quattro colonne. Alle tre colonne delle tre grandi tradizioni monoteistiche (cristiana, ebraica, islamica) si aggiungeva la quarta colonna della sapienza degli antichi, della civiltà latina e greca riscoperta dagli umanisti nel Quattordicesimo e nel Quindicesimo secolo, attraverso le mediazioni più diverse, quali il monachesimo celtico e la cultura araba. Era un’immagine di unità nella diversità e di diversità nell’unità. Attraverso la loro integrazione e interazione, le quattro tradizioni producevano l’equilibrio e la solidità dell’intera costruzione. Lo specifico del l’identità europea, e dell’identità italiana all’interno dell’identità europea, è proprio questa diversità, che è ancora e molto di più della diversità delle quattro colonne: è diversità di culture materiali, di lingue, di paesaggi naturali e umani, di climi, di tradizioni, di Nazioni, di Regioni e di città… Il vero nucleo dell’Umanesimo sta dunque non in una replica formale dei modelli classici, ma in un nuovo modello di umanità, pervaso dallo spirito dell’accettazione reciproca e della convivenza delle diversità. La relazione fra passato e presente, fra …

"Un nuovo umanesimo ci salverà", di Mauro Ceruti e Edgar Morin

Per i dotti dell’Umanesimo e del Rinascimento la civiltà europea poggiava su quattro colonne. Alle tre colonne delle tre grandi tradizioni monoteistiche (cristiana, ebraica, islamica) si aggiungeva la quarta colonna della sapienza degli antichi, della civiltà latina e greca riscoperta dagli umanisti nel Quattordicesimo e nel Quindicesimo secolo, attraverso le mediazioni più diverse, quali il monachesimo celtico e la cultura araba. Era un’immagine di unità nella diversità e di diversità nell’unità. Attraverso la loro integrazione e interazione, le quattro tradizioni producevano l’equilibrio e la solidità dell’intera costruzione. Lo specifico del l’identità europea, e dell’identità italiana all’interno dell’identità europea, è proprio questa diversità, che è ancora e molto di più della diversità delle quattro colonne: è diversità di culture materiali, di lingue, di paesaggi naturali e umani, di climi, di tradizioni, di Nazioni, di Regioni e di città… Il vero nucleo dell’Umanesimo sta dunque non in una replica formale dei modelli classici, ma in un nuovo modello di umanità, pervaso dallo spirito dell’accettazione reciproca e della convivenza delle diversità. La relazione fra passato e presente, fra …

"Gerico, la prima smart city", di Alberto Melloni

Una teleferica che sale rovente al dirupo del Monastero delle Tentazioni permette di vedere dall’alto gli scavi archeologici sul bordo dell’oasi di Gerico, considerata la più antica città del mondo. È iniziata proprio qui 9500 anni fa una forma di vita — la città — che continua ad essere leva della condizione umana. Il portale Treccani (accessibile gratis come Wikipedia, ma immune dall’ideologismo dei wikiwriters) ricorda le «città» di Ur, Ugarit, Mersinia, Menfi, Harappa, Mohenjo-Daro che dalla fine del calcolitico entrano nella narrazione storica. Più su stanno le città-icona: Atene, che dà linguaggio alla politica come sacralità intrinseca alla vita comune; Sodoma, che, profanata la legge dell’ospitalità, sprofonda nel fuoco di giustizia dell’Altro per antonomasia. Icone fragili, le città erano il tema dell’Expo di Shanghai del 2010, che in un padiglione rappresentava la vita urbana come un tetto che non rovinava sui visitatori perché sorretto da due colonne di volumi: i libri sull’utopia. Da Campanella a Platone, da Confucio alla Bibbia ciò che impedisce ad Atene di diventare Sodoma, insegnava la Cina, è qualcosa di …

"Gerico, la prima smart city", di Alberto Melloni

Una teleferica che sale rovente al dirupo del Monastero delle Tentazioni permette di vedere dall’alto gli scavi archeologici sul bordo dell’oasi di Gerico, considerata la più antica città del mondo. È iniziata proprio qui 9500 anni fa una forma di vita — la città — che continua ad essere leva della condizione umana. Il portale Treccani (accessibile gratis come Wikipedia, ma immune dall’ideologismo dei wikiwriters) ricorda le «città» di Ur, Ugarit, Mersinia, Menfi, Harappa, Mohenjo-Daro che dalla fine del calcolitico entrano nella narrazione storica. Più su stanno le città-icona: Atene, che dà linguaggio alla politica come sacralità intrinseca alla vita comune; Sodoma, che, profanata la legge dell’ospitalità, sprofonda nel fuoco di giustizia dell’Altro per antonomasia. Icone fragili, le città erano il tema dell’Expo di Shanghai del 2010, che in un padiglione rappresentava la vita urbana come un tetto che non rovinava sui visitatori perché sorretto da due colonne di volumi: i libri sull’utopia. Da Campanella a Platone, da Confucio alla Bibbia ciò che impedisce ad Atene di diventare Sodoma, insegnava la Cina, è qualcosa di …

"Il matematico che disse no, Volterra rifiutò di giurare fedeltà a Mussolini", di Pietro Greco

È all’inizio di novembre dell’anno 1931 che Benito Mussolini mette alla prova l’università italiana e ordina a tutti i suoi 1.200 professori di giurare fedeltà al suo regime. Non ne esce bene, l’università. Solo in 12, tra quegli illustri docenti, rifiutano. Tra quei pochi coraggiosi c’è un matematico marchigiano, Vito Volterra. Senatore del Regno, Presidente dell’Accademia dei Lincei. È lui la figura di maggior spicco della scienza italiana. È lui che «salva la faccia» degli scienziati italiani di fronte la mondo. È davvero impossibile riassumere in poche righe la vita di Vito Volterra. Perché è stato un grande «creatore di scienza», protagonista assoluto di quella «primavera della matematica» che tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 fece della povera Italia una delle tre grandi potenze mondiali nella scienza dei numeri. Perché è stato un grande «organizzatore di scienza», fondatore di una quantità di società e istituzioni tra cui spicca, per importanza il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr): il massimo Ente scientifico del nostro Paese. Perché è stato un grande «politico della ricerca», che si …