Mese: Settembre 2012

"Biotestamento, Milano parla all’Italia", di Marilisa D'Amico

La delibera comunale sul registro delle “ultime volontà” è un atto importante e prezioso che mi auguro sia presto discusso in Aula. Siamo di fronte a un tema complesso, che in un passato recente ha diviso violentemente gli italiani. È bene dunque che si trovino argomenti di dialogo e mediazione e si evitino strumentalizzazioni. Perché non aiuterebbe nessuno trasformare il registro in una competizione squisitamente politica. Se è cominciata nel comune di Milano la discussione sulla istituzione di un registro delle ultime volontà lo si deve alle iniziative popolari dei Radicali e del comitato cittadino Io scelgo. Una raccolta firme che chiedeva, di fronte a un vuoto legislativo, la creazione di uno strumento comunale che offrisse ai cittadini residenti la possibilità di rendere esplicite, alla presenza di un pubblico ufficiale, le volontà da seguire sulle cure nel momento della malattia, soprattutto nel caso di perdita di coscienza. Come è ampiamente noto, e come hanno tragicamente dimostrato i casi di Piergiorgio Welby e di Eluana Englaro, in Italia la Costituzione (articolo 32) garantisce a tutti il …

"Biotestamento, Milano parla all’Italia", di Marilisa D'Amico

La delibera comunale sul registro delle “ultime volontà” è un atto importante e prezioso che mi auguro sia presto discusso in Aula. Siamo di fronte a un tema complesso, che in un passato recente ha diviso violentemente gli italiani. È bene dunque che si trovino argomenti di dialogo e mediazione e si evitino strumentalizzazioni. Perché non aiuterebbe nessuno trasformare il registro in una competizione squisitamente politica. Se è cominciata nel comune di Milano la discussione sulla istituzione di un registro delle ultime volontà lo si deve alle iniziative popolari dei Radicali e del comitato cittadino Io scelgo. Una raccolta firme che chiedeva, di fronte a un vuoto legislativo, la creazione di uno strumento comunale che offrisse ai cittadini residenti la possibilità di rendere esplicite, alla presenza di un pubblico ufficiale, le volontà da seguire sulle cure nel momento della malattia, soprattutto nel caso di perdita di coscienza. Come è ampiamente noto, e come hanno tragicamente dimostrato i casi di Piergiorgio Welby e di Eluana Englaro, in Italia la Costituzione (articolo 32) garantisce a tutti il …

"Il Paese che non ha imparato a prendersi cura della scuola" di Gian Arturo Ferrari

Consiglia, un amico psicoanalista, di guardare le cose «da un ramo più alto». Non dal più alto, dalla vetta, ma insomma provare un po’ a salire. Parla, ovviamente, del suo mestiere e si riferisce dunque ai travagli interiori. Ma il metodo (meno semplice di quel che sembri) si presta a interessanti applicazioni. Per esempio alla scuola, alla politica scolastica, all’istruzione, pubblica e no, alla formazione, a tutto quel malinconico viluppo di problemi che ogni settembre torna di attualità insieme con il rituale allarme sul peso dei libri che ingobbisce i bambini. Ora, arrampicandosi un po’ su questo tronco e mettendo la testa fuori dal fogliame si vede, nudo e crudo, il nodo fondamentale e insieme il bandolo dell’intera matassa. E cioè che istruzione e formazione non sono mai stati e continuano a non essere la priorità della politica nazionale. O, per meglio dire, della politica nazionale nell’Italia repubblicana. All’indomani dell’Unità infatti, con un Paese di ventidue milioni di abitanti, più di tre quarti dei quali analfabeti, l’istruzione fu la priorità o una delle priorità. Per …

"Il Paese che non ha imparato a prendersi cura della scuola" di Gian Arturo Ferrari

Consiglia, un amico psicoanalista, di guardare le cose «da un ramo più alto». Non dal più alto, dalla vetta, ma insomma provare un po’ a salire. Parla, ovviamente, del suo mestiere e si riferisce dunque ai travagli interiori. Ma il metodo (meno semplice di quel che sembri) si presta a interessanti applicazioni. Per esempio alla scuola, alla politica scolastica, all’istruzione, pubblica e no, alla formazione, a tutto quel malinconico viluppo di problemi che ogni settembre torna di attualità insieme con il rituale allarme sul peso dei libri che ingobbisce i bambini. Ora, arrampicandosi un po’ su questo tronco e mettendo la testa fuori dal fogliame si vede, nudo e crudo, il nodo fondamentale e insieme il bandolo dell’intera matassa. E cioè che istruzione e formazione non sono mai stati e continuano a non essere la priorità della politica nazionale. O, per meglio dire, della politica nazionale nell’Italia repubblicana. All’indomani dell’Unità infatti, con un Paese di ventidue milioni di abitanti, più di tre quarti dei quali analfabeti, l’istruzione fu la priorità o una delle priorità. Per …

"Nuovi concorsi universitari, la valutazione è fai-da-te", Luciano Mecacci

C’è scarsa atteenzione sulla stampa e nell’opinione pubblica sui gravi problemi che stanno emergendo dopo la pubblicazione a metà agosto dei nuovi criteri da adottare per valutare nei prossimi concorsi per professore universitario sia chi aspira a essere membro della commissione esaminatrice sia chi si candida al passaggio da ricercatore a professore associato o da associato a professore ordinario. Solo l’Unità nell’articolo di Mario Castagna ha fatto riferimento al possibile accoglimento da parte del Tar Lazio del ricorso subito presentato dall’Associazione Italiana dei Costituzionalisti in merito ai parametri (in particolare, le mediane) che avrebbero dovuto imprimere una svolta al sistema di valutazione della ricerca scientifica nel nostro Paese (anche ai fini della progressione nella carriera dei docenti universitari) e che invece si stanno dimostrando un nuovo pasticcio. Al di là della fondatezza dei valori statistici introdotti, vanno messi in evidenza tre aspetti generali di questo cosiddetto nuovo sistema che dimostra quanto invece esso conservi vecchie impostazioni. In primo luogo, permane una gerarchia nei tre gradi della carriera universitaria rispetto al valore internazionale della produzione scientifica …

"Nuovi concorsi universitari, la valutazione è fai-da-te", Luciano Mecacci

C’è scarsa atteenzione sulla stampa e nell’opinione pubblica sui gravi problemi che stanno emergendo dopo la pubblicazione a metà agosto dei nuovi criteri da adottare per valutare nei prossimi concorsi per professore universitario sia chi aspira a essere membro della commissione esaminatrice sia chi si candida al passaggio da ricercatore a professore associato o da associato a professore ordinario. Solo l’Unità nell’articolo di Mario Castagna ha fatto riferimento al possibile accoglimento da parte del Tar Lazio del ricorso subito presentato dall’Associazione Italiana dei Costituzionalisti in merito ai parametri (in particolare, le mediane) che avrebbero dovuto imprimere una svolta al sistema di valutazione della ricerca scientifica nel nostro Paese (anche ai fini della progressione nella carriera dei docenti universitari) e che invece si stanno dimostrando un nuovo pasticcio. Al di là della fondatezza dei valori statistici introdotti, vanno messi in evidenza tre aspetti generali di questo cosiddetto nuovo sistema che dimostra quanto invece esso conservi vecchie impostazioni. In primo luogo, permane una gerarchia nei tre gradi della carriera universitaria rispetto al valore internazionale della produzione scientifica …

"Una scuola su tre a rischio sicurezza", di Luciana Cimino

In una scuola su tre (su due al sud) mancano i certificati di sicurezza. Migliaia stanno su territori a rischio sismico o idrogeologico. Non è solo l’intonaco che cade, l’infiltrazione d’acqua, l’umidità. Lo stato dell’edilizia scolastico nel nostro Paese è drammatico, al punto che in alcune città le amministrazioni si trovano nel dilemma se aprire una scuola non a norma o lasciare a casa i bambini. Casi come quello di Catanzaro, dove 5 scuole hanno chiuso perché inagibili negli ultimi due anni e dove solo questa estate il prefetto ha sospeso l’ordinanza che avrebbe impedito le attività in altre due primarie del centro, o come quello di Campobasso, dove il sindaco qualche giorno fa ha minacciato di rinviare l’apertura delle sue 30 scuole se non avesse avuto dal ministero la deroga sulla certificazione anti incendio, fotografano una realtà al limite dell’emergenza. Una situazione con la quale il governo Monti ha iniziato a fare i conti: fra pochi giorni il Ministero dell’Istruzione presenterà un rapporto sulle condizioni degli edifici scolastici, una sorta di mappatura ufficiale con …