"Lo sgambetto che allarma il Pd", di Federico Geremicca
Pier Luigi Bersani, dunque, teme che qualcuno immagini di poter sostituire le elezioni politiche di primavera con una qualche rapida «consultazione tra banchieri», suggerita – magari – da questa o quella agenzia di rating. Si tratta, naturalmente, di un iperbolico modo di dire per segnalare – però – una preoccupazione che, dal suo punto di vista, non può esser considerata infondata: e cioè, che le ripetute prese di posizione a favore della prosecuzione dell’esperienzaMonti, condizionino – o addirittura in qualche modo «falsino» – l’atteso pronunciamento popolare. Il leader Pd pensa, evidentemente, al sostegno che arriva al premier in carica da parte del mondo della finanza, di non poche cancellerie europee (e non solo europee) e – per ultimo – perfino da quel composito e rilevante spaccato di classe dirigente riunitosi per due giorni in quel di Cernobbio. Si tratta, dicevamo, di una preoccupazione che – se si va alla sostanza di quel che Bersani intende dire non può esser liquidata con due battute: l’ipotesi di elezioni «inutili» – perché già deciso che a governare resterà …
