Mese: Settembre 2012

"Ora il Pd si gioca tutto", di Claudio Sardo

L’affermazione della linea Draghi nella Bce ha consentito all’Italia e all’Europa di tirare un sospiro di sollievo. La partita non è conclusa, anzi è appena iniziata, visto il groviglio di questioni politiche, economiche, istituzionali che i Paesi dell’Eurozona sono chiamati a sciogliere per invertire la rotta suicida degli ultimi anni. E il punto decisivo – persino più del rischio di commissariamento che può inficiare la qualità democratica degli Stati costretti a ricorrere al Fondo salva-spread – resta la capacità di attuare finalmente una nuova politica, di spezzare la spirale recessiva, di creare lavoro e innovazione, di liberarci insomma dai dogmi fallimentari della dottrina liberista. L’Europa è la sola dimensione dove si può combattere questa battaglia decisiva. Maggiore integrazione politica e cambio della rotta economica (verso un nuovo, competitivo modello di sviluppo) sono due facce della stessa medaglia. Non ci sarà l’una senza l’altra. Ma non è scontato che l’una porti l’altra con sé. Il successo di Draghi e il conseguente allentamento della pressione speculativa hanno da noi rianimato i sostenitori del Monti-bis. Sono numerose e …

"Ora il Pd si gioca tutto", di Claudio Sardo

L’affermazione della linea Draghi nella Bce ha consentito all’Italia e all’Europa di tirare un sospiro di sollievo. La partita non è conclusa, anzi è appena iniziata, visto il groviglio di questioni politiche, economiche, istituzionali che i Paesi dell’Eurozona sono chiamati a sciogliere per invertire la rotta suicida degli ultimi anni. E il punto decisivo – persino più del rischio di commissariamento che può inficiare la qualità democratica degli Stati costretti a ricorrere al Fondo salva-spread – resta la capacità di attuare finalmente una nuova politica, di spezzare la spirale recessiva, di creare lavoro e innovazione, di liberarci insomma dai dogmi fallimentari della dottrina liberista. L’Europa è la sola dimensione dove si può combattere questa battaglia decisiva. Maggiore integrazione politica e cambio della rotta economica (verso un nuovo, competitivo modello di sviluppo) sono due facce della stessa medaglia. Non ci sarà l’una senza l’altra. Ma non è scontato che l’una porti l’altra con sé. Il successo di Draghi e il conseguente allentamento della pressione speculativa hanno da noi rianimato i sostenitori del Monti-bis. Sono numerose e …

"Un rebus in tre punti per l'Euro", di Bill Emmott

Sarebbe bello prevedere che l’autunno porterà un po’ di sole alle nostre cupe economie europee, una luce alla fine del tunnel della crisi dell’euro. Purtroppo, però, sarebbe avventato presumerlo, anche dopo l’importante annuncio di Mario Draghi, giovedì, alla Banca centrale europea. Perché nessuno dei tre principali problemi che affliggono l’euro è stato ancora risolto. E’ vero che il quadro non pare molto più felice dall’altra parte della Manica, in Gran Bretagna o dall’altra parte dell’Atlantico negli Stati Uniti. La scorsa settimana il primo ministro britannico, David Cameron, ha annunciato un pacchetto di misure presumibilmente intese a rafforzare la crescita economica, ma il pacchetto, in definitiva, era vuoto: ha dimostrato che il suo governo non sa cosa fare. Allo stesso modo, il presidente Barack Obama nel suo discorso alla Convenzione del partito democratico non è riuscito a delineare un vero programma di quello che vorrebbe fare se a novembre sarà rieletto presidente. Almeno il presidente della Bce, Draghi sa cosa fare: «Tutto il possibile», e, se necessario, comprerà titoli di Stato italiani o spagnoli in misura …

"Un rebus in tre punti per l'Euro", di Bill Emmott

Sarebbe bello prevedere che l’autunno porterà un po’ di sole alle nostre cupe economie europee, una luce alla fine del tunnel della crisi dell’euro. Purtroppo, però, sarebbe avventato presumerlo, anche dopo l’importante annuncio di Mario Draghi, giovedì, alla Banca centrale europea. Perché nessuno dei tre principali problemi che affliggono l’euro è stato ancora risolto. E’ vero che il quadro non pare molto più felice dall’altra parte della Manica, in Gran Bretagna o dall’altra parte dell’Atlantico negli Stati Uniti. La scorsa settimana il primo ministro britannico, David Cameron, ha annunciato un pacchetto di misure presumibilmente intese a rafforzare la crescita economica, ma il pacchetto, in definitiva, era vuoto: ha dimostrato che il suo governo non sa cosa fare. Allo stesso modo, il presidente Barack Obama nel suo discorso alla Convenzione del partito democratico non è riuscito a delineare un vero programma di quello che vorrebbe fare se a novembre sarà rieletto presidente. Almeno il presidente della Bce, Draghi sa cosa fare: «Tutto il possibile», e, se necessario, comprerà titoli di Stato italiani o spagnoli in misura …

"Per l'Europa o contro la scelta è questa", di Eugenio Scalfari

Mario Monti è molto soddisfatto delle decisioni prese da Mario Draghi: le Borse europee sono state in netto rialzo dopo quelle decisioni, lo “spread” è in netto ribasso, la speculazione si è “accucciata”. Ad un giornalista tedesco che gli domandava se l’euro avesse ancora un futuro il presidente della Bce ha risposto: «L’euro è irrinunciabile». È vero, il piano d’azione deciso dall’Eurotower rappresenta una svolta epocale di questa crisi ed anche un rafforzamento significativo della Banca centrale, della sua indipendenza e dei suoi poteri. Ma, per quanto ci riguarda, è necessario un altro passo avanti del governo, del Parlamento e dei partiti: bisogna europeizzare l’Italia affinché l’Italia contribuisca efficacemente ad europeizzare l’Europa. L’ha detto con estrema chiarezza Giorgio Napolitano nel suo recente discorso di Venezia: l’Italia deve puntare sulla nascita d’uno Stato federale europeo e non può farlo se non europeizzando i propri comportamenti. Monti ha già iniziato questo percorso ma ora si trova anche lui di fronte ad una svolta difficile: deve accettare le nuove “condizionalità”, cioè ulteriori “compiti da fare a casa” ottenendo …

"Per l'Europa o contro la scelta è questa", di Eugenio Scalfari

Mario Monti è molto soddisfatto delle decisioni prese da Mario Draghi: le Borse europee sono state in netto rialzo dopo quelle decisioni, lo “spread” è in netto ribasso, la speculazione si è “accucciata”. Ad un giornalista tedesco che gli domandava se l’euro avesse ancora un futuro il presidente della Bce ha risposto: «L’euro è irrinunciabile». È vero, il piano d’azione deciso dall’Eurotower rappresenta una svolta epocale di questa crisi ed anche un rafforzamento significativo della Banca centrale, della sua indipendenza e dei suoi poteri. Ma, per quanto ci riguarda, è necessario un altro passo avanti del governo, del Parlamento e dei partiti: bisogna europeizzare l’Italia affinché l’Italia contribuisca efficacemente ad europeizzare l’Europa. L’ha detto con estrema chiarezza Giorgio Napolitano nel suo recente discorso di Venezia: l’Italia deve puntare sulla nascita d’uno Stato federale europeo e non può farlo se non europeizzando i propri comportamenti. Monti ha già iniziato questo percorso ma ora si trova anche lui di fronte ad una svolta difficile: deve accettare le nuove “condizionalità”, cioè ulteriori “compiti da fare a casa” ottenendo …

"I proprietari del movimento", di Curzio Maltese

«Uno vale uno». Milioni di italiani si sono rivolti al movimento Cinque Stelle per questo slogan, perché da anni trovano chiuse le porte dei vecchi partiti, occupati da irremovibili burocrazie. Beppe Grillo prometteva e ancora promette democrazia dal basso, candidati presi dalla strada, valutati sulla base delle competenze e sottoposti al consenso della base, nella fedeltà assoluta al principio sacro: «uno vale uno». Si tratta in gran parte di discorsi già sentiti da tutti i partiti padronali che hanno affollato la scena degli ultimi vent’anni all’insegna della politica delle «facce nuove», dalla Lega in poi. Ma tale deve essere la disperazione dei cittadini di fronte all’incapacità del sistema politico di cambiare, che anche stavolta hanno voluto crederci in massa. Man mano che il movimento di Grillo è cresciuto nei sondaggi e nei consensi reali, i comportamenti reali del capo e del suo alter ego, Gian Roberto Casaleggio, cominciavano a contraddire i principi. «Uno vale uno», ma il marchio del partito è registrato commercialmente a nome di Grillo Giuseppe, «titolare di ogni diritto». «Uno vale uno», …