Mese: Settembre 2012

"Minimalisti d'Europa", di Barbara Spinelli

Fare i compiti a casa, passare l´esame, prendere la pagella, temere i sorveglianti: le misure disciplinari adottate nei paesi indebitati della zona euro hanno probabilmente una ragion d´essere, ma colpisce il vocabolario usato dai governanti quando spiegano le proprie funzioni. È il vocabolario delle scuole inferiori, più adatto a scolaretti con grembiule che a statisti responsabili, maturi. Il clima punitivo ti toglie la libertà, perché a quest´età e con l´indole che hai non puoi ritenerti libero fino alla maggiore età che chissà quando verrà, se verrà. Viene in mente la fiaba tedesca di Struwwelpeter (Pierino il Porcospino), dove adulti enormi ti tagliano le dita o t´immergono nell´inchiostro, se disobbedisci. Lo chiamano commissariamento, perché lo Stato non virtuoso somiglia a un´impresa in amministrazione controllata. Ma siccome le democrazie non sono aziende, meglio parlare di infantilizzazione: dei governi e dei popoli. Non manca neppure il voto di condotta. Permanentemente sospettosi, ininterrottamente diffidenti, i guardiani ogni tanto ti tolgono – giusto il tempo di respirare – il guinzaglio. Ma non senza alzare l´indice e recitare minacciosi l´ossessivo mantra: …

"Draghi sfida la Bundesbank", di Raffaella Cascioli

«L’acquisto di bond a 3 anni non è aiuto di stato». Oggi Hollande da Monti. Nelle stesse ore in cui il debito federale americano si avvicina a grandi passi a quota record di 16mila miliardi di dollari, il presidente della Bce Mario Draghi sgombra il campo dalle speculazioni dell’ultimo mese. L’acquisto di bond fino a tre anni da parte dell’Eurotower non costituisce finanziamento monetario agli stati dell’eurozona, non ci sarà violazione dei trattati da parte della Bce e, soprattutto, Draghi & Co. restano più che mai contrari alla concessione di una licenza bancaria al fondo permanente salva-stati Esm. In avvio di una settimana decisiva per Eurolandia e impegnativa per la Bce, chiamata giovedì nel direttivo a svelare l’armageddon contro il rischio di contagio della crisi, Mario Draghi anticipa la propria strategia a Bruxelles in un’audizione a porte chiuse all’europarlamento. Forte di una larga maggioranza nel board della Bce e dell’assenso del governo tedesco, il banchiere centrale tira dritto sull’acquisto dei titoli di stato a breve. In attesa di contare i voti nel direttivo di giovedì, …

"Draghi sfida la Bundesbank", di Raffaella Cascioli

«L’acquisto di bond a 3 anni non è aiuto di stato». Oggi Hollande da Monti. Nelle stesse ore in cui il debito federale americano si avvicina a grandi passi a quota record di 16mila miliardi di dollari, il presidente della Bce Mario Draghi sgombra il campo dalle speculazioni dell’ultimo mese. L’acquisto di bond fino a tre anni da parte dell’Eurotower non costituisce finanziamento monetario agli stati dell’eurozona, non ci sarà violazione dei trattati da parte della Bce e, soprattutto, Draghi & Co. restano più che mai contrari alla concessione di una licenza bancaria al fondo permanente salva-stati Esm. In avvio di una settimana decisiva per Eurolandia e impegnativa per la Bce, chiamata giovedì nel direttivo a svelare l’armageddon contro il rischio di contagio della crisi, Mario Draghi anticipa la propria strategia a Bruxelles in un’audizione a porte chiuse all’europarlamento. Forte di una larga maggioranza nel board della Bce e dell’assenso del governo tedesco, il banchiere centrale tira dritto sull’acquisto dei titoli di stato a breve. In attesa di contare i voti nel direttivo di giovedì, …

"Chi ingrassa paga", di Gilberto Muraro

È abortita la proposta del ministro Balduzzi di tassare le bevande zuccherate. È un peccato. Sollevava problemi tecnici non banali e richiedeva molto equilibrio. Appariva tuttavia giustificata sul piano dei principi dall’obbligo di solidarietà in campo sanitario. Perché limita la libertà individuale per impedire quelle dipendenze e quelle cattive abitudini che in futuro limiterebbero gravemente la libertà dell’individuo. Ed è una politica che vede numerose applicazioni all’estero. L’imposta sulle bevande zuccherate proposta dal ministro della Salute Balduzzi è stata affossata sul nascere dalla forte reazione delle imprese interessate che hanno fatto balenare drammatici contraccolpi sull’economia e sulle famiglie. Giusto o sbagliato che fosse sul piano della politica economica nell’attuale congiuntura, il progetto aveva sollevato anche una questione di principio che è bene affrontare comunque, a futura memoria. SOLIDARIETÀ SOCIALE E RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE Vari osservatori avevano infatti sollevato un problema etico-politico : è bene che lo Stato imponga stili di vita con la fiscalità ? Se si pensa alla benzina e alle sigarette, si è portati a rispondere che il problema non esiste perché lo Stato …

"Chi ingrassa paga", di Gilberto Muraro

È abortita la proposta del ministro Balduzzi di tassare le bevande zuccherate. È un peccato. Sollevava problemi tecnici non banali e richiedeva molto equilibrio. Appariva tuttavia giustificata sul piano dei principi dall’obbligo di solidarietà in campo sanitario. Perché limita la libertà individuale per impedire quelle dipendenze e quelle cattive abitudini che in futuro limiterebbero gravemente la libertà dell’individuo. Ed è una politica che vede numerose applicazioni all’estero. L’imposta sulle bevande zuccherate proposta dal ministro della Salute Balduzzi è stata affossata sul nascere dalla forte reazione delle imprese interessate che hanno fatto balenare drammatici contraccolpi sull’economia e sulle famiglie. Giusto o sbagliato che fosse sul piano della politica economica nell’attuale congiuntura, il progetto aveva sollevato anche una questione di principio che è bene affrontare comunque, a futura memoria. SOLIDARIETÀ SOCIALE E RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE Vari osservatori avevano infatti sollevato un problema etico-politico : è bene che lo Stato imponga stili di vita con la fiscalità ? Se si pensa alla benzina e alle sigarette, si è portati a rispondere che il problema non esiste perché lo Stato …

Scuola, 30 studenti per aula «Una su tre è fuori norma», di Valentina Santarpia

Ammassati, con pochi centimetri a dividerli dai compagni, e spazi compressi rispetto ai limiti di sicurezza: sono gli studenti delle «classi pollaio», secondo il Codacons il 30% delle classi italiane, 110 mila su 367 mila. E questa sarebbe una stima per difetto, perché contempla solo le classi con più di 25 studenti: prendendo in considerazione anche quelle che non rispettano gli spazi fissati dalle norme comunitarie (1,8o metri quadrati a disposizione ad alunno fino alle scuole medie, 1,96 mq per gli studenti delle superiori), «si arriva al 70%», dice il Codacons, con una stima quindi di oltre 257 mila classi non a norma. Di fatto, sia che si guardi il fenomeno da un punto di vista amministrativo (con le nuove norme che regolano il numero massimo e minimo di studenti per aula), sia che lo si consideri dal punto di vista strettamente logistico di spazi, «l’inizio del prossimo anno scolastico sarà una bagarre», secondo il presidente del Codacons Carlo Rienzi. Per decreto ministeriale, nelle scuole dell’infanzia possono esserci non più di 26 bambini per classe …

Università: Ghizzoni, test denunciano inadeguate politiche scolastiche e universitarie

“I test di ingresso non sono il problema, ma solo il campanello d’allarme della crisi del sistema della conoscenza causato delle inadeguate politiche scolastiche e universitarie degli ultimi anni. – lo dichiara Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati – Numero chiuso e programmato sembrano esse scelte determinate più da problemi organizzativi, che da valutazioni sulla capacità del mercato di assorbire nuovi laureati. In un contesto generato da politiche di tagli agli atenei e da norme poste per circoscrivere l’offerta formativa – spiega Ghizzoni – i test di ingresso sono la copertura per non risolvere alla radice alcuni i problemi dell’università e della scuola. È da quest’ultima, infatti, che dovrebbe arrivare l’indirizzo all’orientamento sulla scelta universitaria: un ciclo formativo di cinque anni dovrebbe rappresentare un percorso capace di mettere a valore le attitudini degli studenti, di orientarli nella scelta adeguata anche attraverso iniziative di concerto con gli atenei. Una scelta che, troppo spesso, rischierebbe di scontrarsi anche con la mancanza di risorse per la piena realizzazione del diritto allo …