Giorno: 1 Febbraio 2013

Università, in dieci anni 58mila studenti in meno, di Luciana Cimino

Non sono una sorpresa per nessuno i nuovi dati che descrivono la lenta moria dell’Università italiana. Non per gli studenti, che negli ultimi anni hanno manifestato contro la loro inesorabile espulsione dall’istruzione. Non per i ricercatori, precari a vita, e neanche per i rettori che da mesi denunciavano l’impossibilità di gestire i propri atenei con le esigue risorse a disposizione. Ora è il Cun (Consiglio universitario nazionale) a mettere nero su bianco che una gran parte di italiani comincia a percepire l’istruzione superiore come un lusso non consentito. Tanto che le immatricolazioni sono crollate. In dieci anni sono scese da 338.482 (anno accademico 2003-2004) a 280.144 (2011-2012). 58mila studenti in meno e cioè il 17%, come se scomparisse un ateneo grande quanto la Statale di Milano. Il fenomeno riguarda tutti gli atenei, dal nord al sud (tranne Bologna). Nel rapporto che il Cun ha rivolto all’attuale governo e Parlamento, ai partiti impegnati nelle elezioni, «ma soprattutto a tutto il Paese», non c’è una sola voce con il segno positivo. Non il numero dei laureati: l’Italia …

Due innovatori a Firenze, di Stefano Menichini

Stasera torna sulla scena Matteo Renzi. Non sarà un one-man-show dei suoi, anzi l’opposto: sarà l’esaltazione dello spirito di squadra e di partito, lo spettacolo rassicurante e rinvigorente del candidato Bersani sostenuto dall’ex giovane sfidante. La rappresentazione, per una sera sola, del ticket che tanti ingenuamente sognavano ancora nel pieno dello scontro. La gran parte del Pd ha imparato ad apprezzare Renzi solo da sconfitto. Un po’ per un riflesso antico non proprio dei migliori, un sentimento collettivo che possiamo cogliere con un precedente illustre: quanto era popolare Pietro Ingrao nel Pci, a patto che rimanesse sempre ai margini… Molto però ha contato, in questa crescita di popolarità renziana ex post, il suo comportamento: fedele alla comunità (quando tanti amici e nemici lo davano per sicuro fuoriuscito), attento a non calarsi nel ruolo classico di capocorrente (alla fine davvero manderà in parlamento solo “i suoi amici”, alla lettera però, non in senso lato), non appiattito su una linea che aveva criticato e su un tipo di partito che voleva rovesciare dalle fondamenta. Quando Renzi dice …