Giorno: 24 Febbraio 2013

Pier Luigi Bersani: «Solo il Pd può governare e cambiare», di Simone Collini

È partito tre anni e mezzo fa, provando a «dare un senso a questa storia». Poi ha guidato l’opposizione al governo Berlusconi, e quando le dimissioni sono arrivate ha rinunciato a «vincere sulle macerie», lavorando invece perché si insediasse in fretta un esecutivo che allontanasse il Paese dall’«orlo del baratro». Oggi Pier Luigi Bersani rivendica le scelte fatte, convinto com’è che con queste elezioni per la prima volta il Pd può andare al governo e cambiare veramente l’Italia. Lei ha scelto come slogan di questa campagna elettorale “l’Italia giusta”, ma cosa direbbe a chi vuole soprattutto che ci sia un cambiamento radicale nel Paese, a chi è orientato verso il cosiddetto voto di protesta? «Noi possiamo uscire dalla crisi soltanto se non concediamo tutto alla protesta e alla sfiducia e, al tempo stesso, se comprendiamo che non si può governare senza cambiare. Governo e cambiamento vanno tenuti insieme, e il Pd è l’unico partito che può farlo». Perché? «Il Pd ha saputo leggere per tempo la situazione italiana, l’incrocio tra la crisi democratica e la …

"Rigore e crescita, i progressisti segnano un punto in Europa" di Roberto Gualtieri

L’Italia non ha futuro fuori dall’Euro e la disciplina di bilancio costituisce un requisito essenziale per la tenuta della moneta unica. Al tempo stesso, come anche le recenti previsioni economiche della Commissione hanno certificato, la linea dell’austerità è fallita determinando un avvitamento recessivo e un crollo degli investimenti che non ha solo pesanti conseguenze economiche e sociali, ma che non consente neanche di conseguire l’obiettivo della riduzione del debito pubblico. La difficile quadratura del cerchio tra disciplina di bilancio e crescita, tra risanamento e investimenti, costituisce insomma il cuore del problema politico ed economico dell’Europa e dell’Italia, e la capacità di offrire credibili soluzioni a questo dilemma dovrebbe costituire il metro per giudicare i programmi dei partiti. Differenziandosi sia dalla acritica difesa del rigore che dai populismi irresponsabili, il Partito democratico e Bersani hanno puntato le loro carte sulla possibilità di correggere la linea di politica economica dell’Ue in senso più favorevole alla crescita e agli investimenti nel quadro del rafforzamento dei meccanismi di disciplina di bilancio dell’eurozona. Pieno rispetto delle regole e dei vincoli …

"Un patto per cambiare il tempo delle donne", di Barbara Stefanelli

Il Parlamento della XVII legislatura accoglierà molte più donne di quante si siano mai viste nella storia della nostra Repubblica. Le proiezioni di questa vigilia parlano di un balzo: dal 20 per cento in uscita fino a un possibile 38-40. È un’occasione straordinaria rispetto alle blande percentuali di crescita alle quali nel frattempo ci eravamo (quasi) rassegnati, un lungo passo avanti per scavalcare quel fossato che ancora tiene l’Italia al di qua di ogni accettabile frontiera di modernità. Alle donne — e agli uomini — che andranno a sedere in quelle due Camere, che decideranno quale uso fare delle risorse nazionali, vogliamo proporre un’agenda condivisa. Non una lettera di reclamo, non «un lamento» come a volte si dice delle donne (non chiedono, si lamentano). Ma il rilancio di un patto — nuovo, profondamente riformatore — in un Paese che sta finalmente studiando le sue mappe per navigare meglio il futuro. Lavoro. Italia 2013: una donna su due non ha ancora un’occupazione retribuita, troppe possono contare solo su impieghi (e guadagni) precari. Favorire il lavoro femminile …

"La posta in gioco è la governabilità", di Claudio Tito

«Il mio primo compito è dare stabilità. Nessuno può pensare che in una fase come questa si possa tornare a votare in tempi brevi. Non ripeteremo gli errori del passato». Pierluigi Bersani anche nelle ultime ore che precedono il voto è sicuro che la sua coalizione uscirà vittoriosa dalle urne. MA SA anche di non potersi permettere di replicare le esperienze litigiose dell’Ulivo e dell’Unione. Il vero nodo di queste elezioni, infatti, è tutto qui: assicurare al Paese un governo solido e duraturo. Una maggioranza in grado di affrontare uno dei momenti più difficili della storia repubblicana escludendo la soluzione di un’altra interruzione anticipata della legislatura. Il centrosinistra è sicuramente lo schieramento che più di tutti “corre” per vincere le elezioni. E’ quello più accreditato. Eppure questa campagna elettorale si è chiusa lasciando diversi punti interrogativi. Tutti gravidi di potenziali conseguenze drammatiche. A cominciare dal rischio che la frammentazione del voto consegni un Parlamento paralizzato, bloccato nella palude dei veti incrociati e delle scelte confuse. Per la prima volta dal 1994 – da quando cioè …

"Il realismo che serve al Paese", di Mario Calabresi

Finalmente oggi si vota, la campagna elettorale delle promesse più miopi della storia è finita e si torna alla vita reale. Miopia è avere la vista talmente corta da cercare soluzioni della durata di una settimana dimenticando che la politica e la capacità di governare dovrebbero invece preoccuparsi di costruire progetti per un futuro più decente. Miopia è pensare che esistano soluzioni catartiche, capaci di risolvere ogni problema in un istante spazzando via tutto quello che non ci piace: è illusoria (e alla prova dei fatti dolorosa) l’idea che tutto possa cambiare per miracolo in un sol giorno. E’ un’illusione soprattutto se noi tutti continuiamo a essere gli stessi di prima, se non abbiamo il coraggio di rimetterci in gioco, se non abbiamo l’onestà di riconoscere la complessità e ci rifugiamo nell’autocommiserazione, nella lamentela o nell’eterno gioco di scaricare le colpe su qualcun altro. «Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose», ci ammoniva Albert Einstein e lo penso ogni volta che vedo gli italiani gridare agli sprechi e …

"B. prova a 'reclutare' anche Berselli", di Riccardo Bocca

B. prova a ‘reclutare’ anche Bersellidi Riccardo BoccaNella rincorsa elettorale, il Cavaliere non risparmia nemmeno i defunti. Così tra i destinatari della missiva-imbroglio sul rimborso dell’Imu in caso di vittoria del Pdl è finito anche Edmondo Berselli, lo scrittore ed editorialista di questo giornale scomparso nel 2010(24 febbraio 2013)Edmondo, il nostro caro Edmondo Berselli, avrebbe reagito con uno di quei suoi sguardi appuntiti che fulminavano il destinatario senza per questo perdere il sorriso o il buonumore. Avrebbe trovato grottesco, insomma, che per rincorrere il consenso elettorale Silvio Berlusconi potesse scrivere al popolo italiano una lettera con modalità e tempistica per farsi rimborsare l’Imu in caso di vittoria del Pdl. E avrebbe addirittura catalogato nell’irresistibile il fatto che, in questo exploit populista, potessero finire tra i destinatari della missiva anche italiani poco utili al Cavaliere, in quanto già defunti e non in grado, anche volendo, di contribuire alla sua rimonta. Per questo oggi ci manca, e tanto, il dolce veleno di Edmondo “Eddy” Berselli, scrittore, editorialista del nostro settimanale e de “la Repubblica”, saggista a tutto …

"Per uno su dieci il voto è last-minute", di Ilvo Diamanti

Finalmente si vota. Dopo una campagna elettorale lunghissima, che, tuttavia non ha suscitato indifferenza. Tutt’altro. Il 46% sostiene, infatti, di averla seguita con interesse (sondaggio LaPolis-Università di Urbino). Solo il 16% di averla, invece, ignorata. GLI italiani, di fronte al voto, si dimostrano, dunque, coinvolti ma anche indecisi. D’altronde, con la Prima Repubblica, è finito anche il tempo in cui si votava sempre allo stesso modo. Per “atto di fede”. Nella Seconda Repubblica — e dunque, da vent’anni — si è continuato a dividere il mondo in due. A votare “contro”: Berlusconi oppure la Sinistra. Ma le fedeltà si sono stemperate. I dubbi sono cresciuti. E i tempi della decisione si sono allungati. Alle ultime consultazioni politiche, nel 2006 e nel 2008, circa il 15% dei votanti (intervistati dopo le elezioni, indagine La-Polis-Università di Urbino) afferma di aver deciso — “di” e “per chi” votare — nel corso dell’ultima settimana. Una componente del 6-7%, in particolare, solo nel giorno del voto. Se così avvenisse anche in questa occasione, dunque, vi sarebbe ancora una quota di …