Giorno: 26 Febbraio 2013

Andiamo avanti ascoltando il Paese

Ringrazio tutte e tutti per gli attestati di stima e per gli auguri. In un quadro di profonda incertezza, è necessario affrontare insieme la richiesta di cambiamento emersa dalle urne. Ora, terminata la campagna elettorale, è giunto il momento dell’assunzione di responsabilità, anche da parte di chi ha chiamato gli elettori a “mandare tutti a casa” col proprio voto. Perché non è con la protesta che il Parlamento potrà varare leggi a favore degli italiani. Non è con la protesta che aumenteranno i posti di lavoro o si abbasserà la pressione fiscale nei confronti di chi ha già pagato troppo e non ha più nulla da dare. Con il Partito Democratico affronterò la responsabilità di uscire dall’empasse, senza presunzione e aperta al dialogo su temi prioritari per il Paese, a partire da quelli che mi riguardano direttamente e sui quali i cittadini hanno riposto fiducia. E a chi chiede di tornare alle urne subito dopo aver modificato la legge elettorale, rispondo che gli italiani non mangiano con la riforma elettorale, né avranno più garanzie e …

"Il Pd ora pensa a un governo capace di sparigliare le carte", di Simone Collini

Esclusa l’ipotesi di Grande Coalizione con Berlusconi. Cautela anche sulle ipotesi di voto anticipato, l’onere della proposta spetta a chi ha vinto alla Camera. E adesso? Due cose sono chiare: al Senato c’è una situazione di ingovernabilità e la prima mossa per tentare di superare la situazione d’impasse spetterà al Pd, che ha preso il premio di maggioranza alla Camera. Fine. Per il resto, la confusione regna sovrana. Ed è difficile capire come si possa evitare quello che da più parti viene definito uno scenario in stile Grecia. In campo ci sono sostanzialmente tre ipotesi. La prima: si torna a votare soltanto in un ramo del Parlamento, quello in cui è impossibile si determini una maggioranza, cioè il Senato. È un’ipotesi di scuola, ma non percorribile, tra le altre cose perché si metterebbero di traverso le forze (Pdl e Movimento 5 Stelle) che non hanno preso il premio a Montecitorio e che però hanno una nutrita pattuglia di senatori. La seconda ipotesi: la Grosse Koalition, o governo di unità nazionale, insomma un nuovo esecutivo sostenuto …

E non diteci «non avete capito Grillo», di Stefano Menichini

La schiera di quelli che «io ve l’avevo detto» potrebbe anche astenersi, stasera, dall’alzare il suo coro saccente di fronte al prevedibile grande spettacolo di piazza San Giovanni gremita di simpatizzanti di Beppe Grillo. Lo possiamo scrivere fin d’ora: sarà l’evento memorabile di questa campagna elettorale (anche se una riserva va conservata: le dimensioni di quella piazza rappresentano una sfida per chiunque). Il successo elettorale di M5S non è una sorpresa, non più di quanto lo fu nel ’94 la consacrazione di un fenomeno leghista che marciava già da tempo, e che era stato intercettato dai radar dei media e dei politici esattamente com’è accaduto coi grillini negli ultimi due anni. I professionisti della previsione inascoltata rimprovereranno ai partiti (al solito, al Pd) di non aver capito. Di «aver sottovalutato». Non è vero. Il fenomeno grillino è stato visto, capito e tutt’altro che sottovalutato. Soprattutto dall’attuale Pd a trazione emiliana, zeppo di dirigenti ormai abituati a considerare come veri antagonisti i grillini e non più né Pdl né Lega. Il fatto è che un conto …

"Il Paese stordito e la resistenza del Cavaliere", di Michele Prospero

Il quadro che esce dal voto è a tinte fosche. Sembrano scomparire, oggi ma forse anche n el futuro prossimo, le risorse civiche indispensabili per affrontare le grandi emergenze storiche. Con il 30 per cento dei voti al Senato e con il 27 per cento alla Camera, Berlusconi appare come il Cavaliere dell’ingovernabilità. Fa ovunque il pieno dei consensi rimasti fedeli alla destra e approfitta in qualche modo del successo dell’antipolitica di Grillo per imporre una drammatica cura dimagrante alla sinistra. È cresciuta in fretta un’onda anomala imprevedibile nelle sue dimensioni che vede un Paese (ancora?) europeo dividersi tristemente tra chi aspetta il postino con l’assegno dell’Imu e chi attende i mille euro al mese come suo agognato reddito di cittadinanza. Dopo il tecnico è tornato il comico e promette sfaceli per la tenuta della democrazia parlamentare. Tutti hanno dimenticato in gran fretta le colpe della destra per il disastro del Paese e hanno cancellato d’incanto le indelebili responsabilità del Cavaliere nella catastrofe economica. L’immagine simbolo di questa campagna elettorale rimane quella di Berlusconi che …

"Dopo lo tsunami", di Massimo Giannini

Lo tsunami è arrivato. E come promesso dal tour che l’aveva preceduto nelle piazze, è stato devastante. L’onda anomala e gigantesca di Beppe Grillo si abbatte sul sistema politico italiano, e lo stravolge per sempre. Il “non-partito” Cinque Stelle è il primo partito del Paese. La metamorfosi è compiuta. Il comico genovese diventa un leader vero, che esce dalla rete della Wiki-politica ed entra a pieno titolo nel circuito delle istituzioni. Il voto del 24-25 febbraio diventa un gigantesco Vaffa-Day. La tempesta grillina seppellisce definitivamente la Prima e la Seconda Repubblica, e uccide sul nascere la Terza. Tra le macerie restano un Parlamento difficilmente governabile e un corpo elettorale altamente infiammabile. La sinistra assapora il retrogusto assai amaro di una vittoria quasi simbolica: grazie a una manciata di voti: può lucrare l’alto premio di maggioranza garantito dal Porcellum alla Camera, ma non può avere l’autosufficienza dei seggi al Senato, neanche con l’inutile stampella di Monti. Al fondo, hanno prevalso i populismi. Le forze che hanno investito sulla rabbia sociale, scaricandola contro l’Europa e le tasse, …